Qualità eccellente, volumi ridotti, ma prezzi al ribasso per l’olio d’oliva 2021.
A raccontarci l’andamento della campagna dell’olio 2021, Michele Berardi, tecnico di Assoproli Bari e collaboratore di Oliveti d’Italia, dove si occupa del miglioramento della qualità dell’olio.
A proposito di olio, come sta andando la campagna 2021?
La campagna olearia 2021-2022 è ormai iniziata. Questa campagna è partita con un’abbondante fioritura cui però ha fatto seguito una discreta allegagione. Dal punto di vista della qualità possiamo definire il prodotto eccezionale, anche perché non sono state riscontrate problematiche relative alla mosca olearia (Bactrocera oleae) o alla Tignola (Prays oleae).
Anche per l’occhio di pavone le condizioni ottimali non sono state raggiunte ed è stato tenuto abbondantemente sotto controllo. In questo caso, però, decisive sono state l’esperienza e la tempestività degli agricoltori che intervengono con mezzi tecnici consentiti dal disciplinare regionale come il rame.
L’assenza di problemi di natura fitosanitaria è legata all’andamento climatico – in questo caso positivo – che abbiamo avuto nelle varie fasi fenologiche.
A differenza del Nord Italia, dove la fase di fioritura è stata compromessa dalle gelate, in Puglia danni da gelo si sono riscontrati solo su varietà precoci, in particolare sulle olive da mensa. Al contrario, la siccità ha colpito tutti i produttori olivicoli a livello nazionale, perché ha interessato un periodo prolungato, dalla fioritura fino all’inizio di ottobre. I primi, e purtroppo anche ultimi, eventi piovosi sono stati registrati nella mensilità di ottobre. Come si diceva, però, tutti questi fattori hanno impedito di creare l’optimum per le specie infestanti dell’olivo, sia in termini di umidità che di temperatura. Quindi la materia prima e di conseguenza l’olio sono sicuramente eccezionali.
In termini di volumi, invece, come si presenta questa annata?
Dal punto di vista quantitativo, nell’arco che va da Brindisi a Cerignola i volumi saranno in linea con la campagna di due anni fa. La quantità è abbondante, ma occorre fare una distinzione, perché questo purtroppo vale solo per le aziende che sono dotate di impianti irrigui o di servizi irrigui pubblici. Per i piccoli agricoltori che non hanno avuto la possibilità di irrigare, il danno economico invece è notevolissimo.
E dal punto di vista commerciale cosa bisogna aspettarsi?
Ad oggi sul mercato dell’olio c’è un’attività di speculazione preoccupante, nel senso che purtroppo si gioca al ribasso con i prezzi. Le previsioni, tuttavia, lasciano comunque ipotizzare una grande richiesta di materia prima e di prodotto finito, quindi sia di olive da olio che di olio d’oliva extravergine. In questa campagna, infatti, il bacino del Mediterraneo ha registrato una minore produzione rispetto alla media degli anni passati. Questo anche per le problematiche di speculazione cui facevo cenno poc’anzi: se la materia prima è limitata, il prezzo di regola dovrebbe salire. E utilizzo il condizionale di proposito, perché purtroppo attualmente il prezzo non è congruo alla quantità presente di materia prima e quindi di prodotto finito.
Motivo per il quale solo le poche aziende un po’ più strutturate che sapranno superare questa fase di speculazione – speriamo passeggera – dopo Pasqua probabilmente potranno ricavare un maggiore ritorno economico, ovvero potranno vendere il prodotto a un maggior prezzo e quindi aumentare le marginalità di guadagno.
Rispetto al passato come si presenta questa stagione olivicola?
La campagna 2020/21 è stata una campagna di scarica, quindi per avere un quadro migliore conviene guardare alla campagna 2019/20 che è stata una una campagna molto simile a quella di quest’anno. Questo perché la stagione precedente ha sofferto sia del periodo di scarica che possiamo dire “naturale”, sia dei postumi della gelata del 2018 che in alcune zone ha determinato una riduzione significativa della produzione.
Quindi confrontando la campagna dell’olio d’oliva 2021 con quella di due anni fa, possiamo dire che siamo in linea con la produzione e di materia prima e di prodotto finito.
Una differenza, invece, si può riscontrare nel fatto che quest’anno in Italia, soprattutto negli areali del Centro-nord, la produzione sia di olive che di olio d’oliva 2021 sarà inferiore rispetto alle annualità pregresse. Da questo punto di vista, allora, per l’olio 2021 l’Italia può essere rappresentata sicuramente dal Sud Italia e in modo particolare dalla Puglia, da sempre polmone olivicolo del Bel Paese.
Ilaria De Marinis
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