Innovazione varietale per rilanciare il settore | prima parte

da Redazione FruitJournal.com

In Italia le superfici agrumetate nel 2016 si attestano intorno ai 145 mila ettari (Tab. 1), con una netta preponderanza di quelle investite ad arancio (57%), seguite dal clementi-ne (18%), dal limone (17%) e dal mandarino (7%), infine dagli agrumi minori, bergamotto, pompelmo, cedro e chinotto (1%) (Graf. 1).

Nell’ultimo decennio la superficie coltivata ad agrumi è fortemente diminuita, di circa il 16%: arancio -20%, limone -18%, gruppo del mandarino -5%, l’unica specie rimasta più o meno stabile è il clementine. La Sicilia è la regione più importante dal punto di vista produttivo, soprattutto per la produzione di arance, limoni e mandarini, mentre la Calabria è quella più importante per la produzione di clementine. Puglia e Basilicata, anche se non con grandi estensioni, producono arance navel e clementine di qualità.

Negli ultimi due decenni, il comparto agrumicolo nazionale ha subito notevoli cambiamenti determinati dall’aumento del costo del lavoro e dei mezzi tecnici, dall’inasprimento delle politiche fiscali e previdenziali, dalla riduzione dei prezzi alla produzione, dallo smantellamento delle politiche comunitarie di tutela e di sostegno del reddito degli agrumicoltori.

A livello della produzione, tale stato si è accentuato soprattutto negli ultimi 5-10 anni, con forti squilibri fra costi e ricavi, che hanno portato alla conseguente minore attenzione nei confronti della coltura, determinando in alcuni casi persino l’abbandono dei campi con effetti negativi sulle produzioni, sui redditi e sull’occupazione dell’intera filiera agrumicola nazionale. Gli operatori del comparto hanno introdotto un’ampia gamma di innovazioni tecniche e agronomiche basate su modalità di conduzione degli impianti diverse dal passato per irrigazione e gestione del suolo, adozione di protocolli per le produzioni biologiche, eccetera.

Ma come sempre accade in frutticoltura, l’innovazione è immediatamente intesa e percepita quando si parla di nuove varietà e portinnesti che tendono a soddisfare l’adattamento del prodotto alla domanda dei mercati. Per le arance il gruppo a polpa bionda, che comprende quelle ombelicate e non, si differenzia dalle pigmentate in quanto coltivate e diffuse in tutte le regioni, con diversi ecotipi locali selezionati nel tempo dagli agrumicoltori.

Le arance bionde ombelicate dette anche navel, così denominate per la presenza di un secondo frutto interno (sincarpia) di dimensioni variabili rispetto alla varietà e clone, producono frutti destinati principalmente al mercato fresco, con varietà (Navelina e suoi cloni), che coprono un calendario di raccolta che va da fine ottobre a maggio, con un prodotto di caratteristiche organolettiche abbastanza costanti che rendono più semplice la fidelizzazione del consumatore. Purtroppo ancora oggi tale assortimento non è abbastanza presente nella strutturazione della nostra agrumicoltura, aspetto che invece rappresenta uno dei punti di forza dei Paesi concorrenti.

                                          Tab. 1 – Confronto decennale 2006-2016 delle superfici coltivate ad agrumi in Italia.

Le nuove varietà a livello mondiale

Tra le varietà di recente selezione, già significativamente diffuse in campi commerciali si ricorda la cv Fukumoto, che matura anche una settimana prima degli altri cloni di Navelina, con frutti di forma rotonda, di buona pezzatura e buccia di colore aranciato intenso. Da verificare, vista la recente introduzione nel nostro areale, l’affinità con portinnesti Citrange, che in alcuni Paesi agrumicoli ha dato risultati contrastanti, manifestando fenomeni di decadimento e moria delle piante, di cui non si è ancora identificata la causa. Nel periodo tardivo si raccoglie Powell Summer Navel, caratterizzata da una discreta produttività e buona pezzatura dei frutti.

Per le arance ombelicate diverse sono le novità selezionate ed in corso di valutazione. Dall’Australia provengono tutte le varietà di seguito descritte. Nel periodo precoce si segnala l’M7, mutazione di Navelina 7.5 selezionata nel 2004, oggetto di privativa per le novità vegetali. Si raccoglie circa 2 setti-mane prima del Navelina, con ottima tenuta in pianta fino a febbraio. Nel periodo di maturazione tardivo si annoverano diverse varietà come Chislett Summer Navel, Rhode Summer Navel e Barnfield Late. La cv Chislett, mutazione spontanea di W. Navel selezionata nel 1988, presenta pianta con portamento espanso e buona vigoria; il frutto è simile a quello di W. Navel, leggermente più arrotondato, si raccoglie da gennaio a maggio.

                                          Frutti di Navelina VCR, vecchio clone risanato con microinnesto.

La Rhode Summer Navel, originatasi da mutazione spontanea di un Navel e rinvenuta nel 1982, è caratterizzata da un albero vigoroso, con portamento espanso e frutto simile a quello di Washington Navel, di colore arancio con buona succosità; si raccoglie da gennaio a maggio; è coperta da protezione brevettuale. In ultimo Barnfield Late, derivata da mutazione spontanea di W. Navel nel 1980.

La pianta è molto produttiva e vigorosa, ha portamento espanso; il frutto simile a quello di W. Navel, di colore arancio, si raccoglie da gennaio a maggio. Dal Sudafrica provengono invece Cambria che presenta dei frutti di forma rotonda, con polpa di colore arancio e contenuto in succo molto alto; non manifesta incrinatura dell’albedo – fisiopatia meglio nota come creasing – con raccolta che si protrae fino a maggio; da una mutazione di Palmer navel del 2005 è stata selezionata Carninka, interessante per la notevole tardività di raccolta, con buona pezzatura e qualità, elevata produttività, non alternante.

Al gruppo delle arance a polpa bionda non ombelicate appartengono la maggior parte delle varietà di arancio conosciute a livello mondiale. La destinazione principale è la trasformazione industriale per la produzione di succhi concentrati.

Alcuni ecotipi locali sono idonei per la produzione di succhi bevibili freschi. Tra le nuove selezioni in corso di valutazione si ricorda la Valencia Delta, riconosciuta sui principali mercati europei come ‘Delta Seedless’, selezione migliorata di Valencia Late individuata a Pretoria (Sud Africa). Ha un vigore simile ad altri cloni di Valencia ma con accrescimento più eretto. Molto produttiva all’interno della chioma, è meno suscettibile ai danni da freddo e vento. Il frutto di questa varietà ha una pezzatura leggermente superiore rispetto a Valencia; non è sensibile al creasing, ha una buccia molto fine, di aspetto attraente e in assenza di impollinazione non produce semi. I frutti sono di eccellente qualità con portinnesti come il Citrange carrizo, il Mandarino Cleopatra e il Citrumelo Swingle, così come evidenziato in Spagna. Si raccoglie 2-3 settimane prima del Valencia.

 

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Autore: Carmelo Mennone AASD Pantanello – Alsia Regione Basilicata

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