Arance, mercato UE in bilico, preoccupano le importazioni

Resistono Italia e Grecia, calo di produzione in Spagna a causa della siccità

da uvadatavoladmin
arance

La produzione totale di arance all’interno dell’ Unione Europea nella stagione 2023/2024 potrebbe essere tra le più basse degli ultimi dieci anni. Preoccupano infatti i dati presenti all’interno del reportEU agricoltural markets short-term outlock”, presentati dalla direzione generale Agricoltura e Sviluppo rurale della Commissione Europea. La produzione è ferma a 5,6 milioni di tonnellate, con una diminuzione che potrebbe essere del 5,4% su base annua. A perdere terreno è soprattutto la Spagna, il più grande produttore a livello europeo, a causa principalmente dei fattori climatici e della siccità che hanno avuto un impatto anche sulla qualità. La produzione italiana totale, invece, è attesa comunque in crescita.

Il calo europeo, in generale, può essere attribuito alle rese inferiori, il 14% in meno rispetto alla media quinquennale e del 6,5% in meno rispetto alla scorsa campagna. La superficie coltivata ad arance all’interno dell’UE è in rialzo del 2% rispetto alla media quinquennale, grazie all’aumento delle produzioni in Italia e Grecia.

A calare, però, è la produzione di arance fresche a livello europeo (-6,7% su base annua), mentre aumenta del 2,6% la produzione di arance per lavorazione. A causa invece dell’inflazione il consumo pro-capite delle arance in Europa dovrebbe scendere a 12,2 Kg nella stagione 2023/2024 (-4,4% su base annua). Si prevede un aumento del 4,7% invece per il consumo pro-capite di arance lavorate, ponendo fine alla tendenza in ribasso degli ultimi anni. 

Il problema delle importazioni dai Paesi terzi

Sul versante importazioni di arance fresche all’interno dell’Unione Europea i produttori spagnoli da tempo sono preoccupati dall’arrivo sul mercato europeo delle arance egiziane, che oltre a non rispettare gli standard di qualità europei hanno un costo fino al 40-50% in meno rispetto a quelle iberiche.

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Per quanto riguarda la campagna 2022/2023 le esportazioni di arance egiziane sul territorio europeo sono aumentate del 121%, raggiungendo le 457.077 tonnellate. Dei Paesi UE è il Belgio ad essere il primo importatore dall’Egitto con 213mila tonnellate (il 46,6% del totale), a seguire la Spagna con 97mila tonnellate, l’Italia con 38mila tonnellate e il Portogallo con 25mila tonnellate. Dall’altro versante c’è la produzione di arance sudafricane. Anche in questo caso i Paesi Bassi sono il primo Paese UE a importarle (280mila tonnellate, più della metà del totale). L’Italia, invece, ha importato dal Sudafrica 36.153 arance. 

La questione delle importazioni delle arance dai Paesi terzi è una questione importante a livello europeo, anche a causa delle fitopatie che potrebbero compromettere la filiera europea. Nelle produzioni sudafricane è diffusa, per esempio, la “macchia nera” degli agrumi, causata dal fungo patogeno Phyllosticta citricarpa, mentre il virus della tristezza (citrus tristeza virus), importato dal Sud Est Asiatico è già presente in Europa, a causa di alcune importazioni, così come la falsa Cydia, un lepidottero dannoso per le piante di agrumi. 

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La tendenza italiana

In Italia, stando ai dati dell’ultimo reportTendenze agrumi” di Ismea, la superficie coltivata ad arance sale a circa 86mia ettari, in lieve ripresa al 2022 (+1,1%), sia rispetto al dato medio dell’ultimo triennio (+1,6%). La Sicilia rimane la prima regione per superficie coltivata ad arance, con circa i due terzi del totale nazionale. A seguire c’è la Calabria (21% del totale italiano), la Puglia (5,4%) e infine a seguire Basilicata e Sardegna, entrambi sotto al 5%. Resistono in Italia ancora coltivazioni tipiche territoriali con marchi di qualità, come l’arancia del Gargano IGP, prodotta in Puglia, l’arancia di Ribera DOP, dalla Sicilia, e l’arancia rossa di Sicilia IGP.

 

Silvio Detoma
©fruitjournal.com

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