Pectina: quali opportunità commerciali?

La pectina è uno zucchero presente a elevate concentrazioni in alcuni frutti che potrebbe offrire interessanti opportunità ai produttori

da Silvia Seripierri

Isolata nel 1825, la pectina è uno zucchero a lunga catena noto per la sua capacità di legare acqua e altri zuccheri. Si tratta di una sostanza che estrinseca funzioni fondamentali non solo per la vita delle piante, ma anche per l’equilibrio dell’intestino umano.

Grazie alla pectina, i frutti riescono a mantenere il turgore e la propria durezza. Successivamente, infatti, con il procedere della maturazione, la pectina viene idrolizzata e i frutti avvizziscono fino a marcire.

A seconda della quantità di questo zucchero al loro interno, i frutti si classificano in:

  • frutti ad alto contenuto di pectina;
  • frutti a medio contenuto di pectina;
  • frutti a basso contenuto di pectina.

Tra i primi, con un più elevato contenuto di pectina, vi sono mele, mirtilli, prugne acerbe e agrumi. Così come è importante conoscere quali frutti contengono più pectina e dove questa è localizzata, qualora si desideri estrarre tale zucchero, è importante ricordare che il contenuto di pectina è influenzato anche dal grado di maturazione del frutto stesso. Man mano che il frutto matura, infatti, l’azione degli enzimi pectolitici ne riduce il contenuto.

Già ampiamente impiegata per la produzione di marmellate, la pectina funge quindi da collante tra le cellule dei frutti, poiché consente alle strutture vegetali di mantenere il proprio turgore.

Si tratta di uno zucchero abbondantemente presente in natura, che si contraddistingue anche per le sue proprietà “filmogene”. È per questo che nell’ambito di una ricerca condotta dai ricercatori di ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e dell’Università di Salerno nell’ambito della progettazione di un nuovo bio-rivestimento per la conservazione della frutta fresca, sono stati messi a punto bio-nanocompositi a base di pectina con aggiunta di olio di semi di pompelmo.

pectina

A partire da questi vantaggi, tra cui la proprietà filmogena della pectina, è stato realizzato in via sperimentale un rivestimento antimuffa da applicare direttamente su frutta e verdura, capace di preservare qualità e caratteristiche nutrizionali dei prodotti per una shelf life di 10 giorni. La combinazione con oli essenziali, come l’olio di semi di pompelmo, noto per le sue proprietà antiparassitarie, ha inoltre conferito ai frutti una maggiore protezione inibendo la crescita microbica dei batteri.

Al momento sono state condotte alcune prove su fragola, frutto facilmente deperibile, che ha risposto molto positivamente ai test con il bio-rivestimento. Ma la ricerca prosegue.

Ad oggi, lo studio apre comunque la strada a nuove esperienze che vedono la pectina ricoprire un ruolo centrale. L’utilizzo di questo polisaccaride offre, infatti, inedite possibilità, soprattutto se si considera che si tratta di un prodotto di origine vegetale, abbondante in natura.

E guardando in prospettiva, oltre a consentire nuove strategie di conservazione per i prodotti ortofrutticoli freschi biologici, la produzione di pectina potrebbe suggerire ai produttori anche nuove possibilità commerciali, permettendo così di inserire sul mercato un prodotto secondario della produzione di frutta.

 

Silvia Seripierri
© fruitjournal.com

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