Ulivi in fiamme: nel Salento bruciano 2000 alberi

da Redazione FruitJournal.com

Salento a rischio disastro ambientale: duemila alberi di ulivo divorati dalle fiamme nelle campagne in abbandono e piene di sterpaglie. Oltre 400 le segnalazioni di episodi analoghi giunte ai Vigili del Fuoco nel giro di un mese.

Nei giorni scorsi, duemila alberi di ulivo sono stati divorati dalle fiamme nel leccese: il vento di scirocco ha velocizzato l’avanzare delle fiamme e i vigili del fuoco hanno lavorato a lungo per domarle.

Residui di alberi carbonizzati, scenari spettrali: è la fotografia scattata nel leccese, dove in questi giorni gli incendi divampano e gli ulivi bruciano. “Il paesaggio lunare del Salento, dove campeggiano ulivi ormai morti da anni – dice Coldiretti Puglia – si sta trasformando nel girone dantesco dell’inferno, dove le fiamme divampano per colpa dell’abbandono in cui versano i campi pieni di sterpaglie e infestanti secche, riducendo gli ulivi in torce gigantesche”.

Al momento non è ancora possibile quantificare con certezza i danni, ma le chiamate giunte al 115 per segnalare episodi simili in tutta la provincia hanno già superato quota 400 nel giro di un mese.


S
econdo quanto denunciato da Coldiretti Puglia: “Sono state 400 le richieste di intervento per gli incendi divampati in provincia di Lecce nel solo mese di maggio, con gli ulivi secchi, perché malati di Xylella, in fiamme nelle campagne ormai in abbandono e piene di sterpaglie”. Analogamente, Savino Muraglia, presidente della sezione pugliese dell’associazione, ha dichiarato: “È rilevante il problema sicurezza, considerato il numero di richieste di intervento ai Vigili del Fuoco di Lecce, oltre alle chiamate alla protezione civile per spegnere gli incendi divampati nei campi abbandonati con gli alberi ormai secchi per la Xylella”.
 

Di qui la decisione di Coldiretti Puglia di sottoporre al Sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole Francesco Battistoni lo stato dell’arte del Piano di Rigenerazione Olivicola, di cui non è ancora stata data attuazione. Tra gli interventi finanziati dal Piano, infatti, rientrano la rimozione degli ulivi secchi e la diversificazione produttiva, con l’urgente necessità di rifinanziare le operazioni di espianto e reimpianto degli ulivi.
“Quanto sta accadendo in provincia di Lecce è un segnale grave – ha aggiunto Muraglia – perché oltre al patrimonio olivicolo drammaticamente compromesso, è incalcolabile il danno d’immagine in Salento”.
 
Stando alle parole di Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce, la situazione è fuori controllo: “Per intervenire su un singolo albero andato a fuoco servono circa 300 litri d’acqua e la vastità e numerosità degli incendi non è gestibile con gli scarsi mezzi ordinari che vigili del fuoco e protezione civile hanno a disposizione”.

Alla denuncia di Coldiretti, fa eco quella di CIA-Agricoltori Italiani del Salento che ha infatti richiesto un incontro urgente con il Prefetto. L’obiettivo è “attuare piani mirati di prevenzione incendi e di tutela degli ulivi colpiti dalla Xylella, sempre più spesso avvolti e distrutti dalle fiamme”.

Un fenomeno che, con l’arrivo dell’estate, potrebbe diventare ancor più allarmante, con gravi ripercussioni per ambiente, economia, lavoro e turismo.
Senza contare gli incendi dolosi che, purtroppo, si affiancano a quelli naturali: “Nonostante le aziende avessero già adottato tutte le prescrizioni previste dal Programma per il contrasto alla Xylella, ciò non è bastato a fermare la mano assassina di piromani che continuano a infierire sulle aziende agricole – ha dichiarato Annalisa Fedele, proprietaria di Tenuta Monacelli, masseria dove proprio ieri sono bruciati diversi ulivi – inoltre, le aziende agricole, da tempo, stanno portando avanti con costanza l’attività di pulizia dei fondi dalle macerie e dai rifiuti, abbandonati nei campi”.

Secondo Benedetto Accogli, presidente di CIA Salento, “potrebbe risultare utile, nel contrasto a questi fenomeni, redigere periodicamente un report analitico dei Comuni maggiormente interessati dal fenomeno degli incendi, presso i quali si dovrebbe orientare, in via prioritaria, la preziosa attività di supporto dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine preposte. “Il programma – ha concluso – dovrebbe prevedere, tra l’altro, azioni di prevenzione attraverso servizi di monitoraggio del territorio dei comportamenti pericolosi in materia di incendi, la messa a disposizione delle informazioni relative alla perimetrazione delle aree percorse dal fuoco e iniziative di sensibilizzazione sulle tematiche legate agli incendi, un piano di recupero del legno con programmi volti al loro riutilizzo nel campo delle energie rinnovabili, oltre alla formazione e aggiornamento professionale”.


Ilaria De Marinis
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