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Olivo e olio

NuovOlivo: al momento nessuna efficacia contro Xylella

Stando al report relativo alla sperimentazione condotta su 43 piante, il prodotto non sembrerebbe mantenere le promesse iniziali

da uvadatavoladmin 24 Gennaio 2022
24 Gennaio 2022
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L’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia ha pubblicato i risultati di osservazioni e analisi di olivi infetti da Xylella fastidiosa sottoposti a 5 anni di trattamenti con “NuovOlivo”.

Si tratta di un detergente naturale che, secondo quanto pubblicato sulla rivista scientifica “Crop protection”, avrebbe la capacità di abbattere di oltre il 99% la carica di Xylella in olivi infetti la cui chioma, dopo 5 anni di trattamenti, verrebbe completamente recuperata.

Eppure, stando al report relativo alla sperimentazione condotta con “NuovOlivo” su 43 piante e ora disponibile sul sito istituzionale Emergenza Xylella, il prodotto non sembrerebbe mantenere le promesse iniziali.

Nel mese di novembre, infatti, le piante dell’oliveto scelto per la sperimentazione sono state ispezionate e campionate da Ispettori fitosanitari e analizzate nei laboratori accreditati, ma i dati registrati non hanno mostrato i risultati sperati.

“Il confronto con l’aspetto che avevano le stesse piante nel 2010 prima dell’arrivo della Xylella – si legge nel report – è impietoso: la vegetazione era molto più abbondante, tanto che nelle 4 file trattate le chiome si toccavano”.

“La verifica degli effetti sulla popolazione batterica non va meglio, anzi. I risultati delle analisi di 43 piante, effettuate in due diversi laboratori, hanno evidenziato una elevata carica batterica in tutte le piante oggetto di campionamento, senza differenze non solo tra piante trattate e non trattate – riporta ancora il documento – ma anche con piante del circondario non soggette ad alcun intervento di gestione agronomica. Pertanto, i risultati non evidenziano alcuna azione antibatterica verso X. fastidiosa del prodotto oggetto della sperimentazione, né tantomeno dell’impiego delle solo buone pratiche agronomiche”.

“Purtroppo non sono state confermate le indicazioni sulla potenziale attività antibatterica del prodotto oggetto di sperimentazione. Non è stata infatti osservata nessuna riduzione della carica batterica. Tali piante, pertanto, continuano a rappresentare una importante fonte di inoculo. Sulla base dei dati di cui oggi si dispone e in assenza di nuove attività sperimentali – si legge nella parte finale del report – non è possibile concludere se il parziale beneficio osservato sullo stato vegetativo sia dovuto esclusivamente alle buone pratiche colturali o anche all’azione di NuovOlivo”.

L’eventuale conferma di un dato del genere avrebbe permesso di rivedere radicalmente la strategia di contenimento del batterio e la relativa normativa fitosanitaria.

Specie considerando l’ultimo ritrovamento del primo focolaio di Xylella fastidiosa nel Lazio.
Rintracciato lo scorso novembre, il primo focolaio di Xylella fastidiosa, sottospecie multiplex, nel Lazio è stato notificato dalle autorità italiane in agro di Canino, in provincia di Viterbo.

A darne notizia, il sito istituzionale della Commissione Europea dedicato agli aggiornamenti di Xylella fastidiosa nel territorio europeo.

Il focolaio è stato ritrovato in agro di Canino ad appena 30-50 Km dal Monte Argentario in Toscana, territorio che – sin dal 2018 – è interessato da un programma di eradicazione di un vasto focolaio di Xylella della medesima sottospecie multiplex, ceppo ST87. Una sottospecie diversa da quella presente in Puglia, Xylella fastidiosa pauca ceppo CoDiRo, e in grado di attaccare il mandorlo, ma non l’olivo.

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

 
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