Huanglongbing degli agrumi: come intervenire

La malattia è alle porte del Mediterraneo: maggiori conoscenze e corretta gestione possono, però, prevenirne le conseguenze

da uvadatavoladmin
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‘Huanglongbing’ (HLB), nota anche come ‘Greening’ degli agrumi, è la malattia più devastante degli agrumi in molte aree di produzione in tutto il mondo, ma non nelle aree agrumicole del Mediterraneo. L’esempio emblematico della sua gravità è quello della Florida, dove dalla comparsa di HLB nel 2004, è stato osservato un calo delle produzioni fino all’80%.

Di seguito riportiamo parte del contributo a cura di Vittoria Catara, professoressa associata del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, pubblicato nell’ultimo numero di Fruit Journal e dedicato all’Huanglongbing degli agrumi.

La malattia è associata alla presenza di batteri definiti ‘esigenti’ che vivono nel floema delle piante e sono diffusi tramite vettori floemomizi, dotati di apparato boccale pungente-succhiante, che si nutrono inserendo gli stiletti nel floema della pianta. La trasmissione diretta dei Liberibacter avviene mediante materiale di propagazione. In ogni caso, la trasmissione per seme, sebbene non definitivamente chiara/dimostrata, è da considerarsi un rischio.

Scopo di questo articolo è ampliare la platea di portatori di interesse che potrebbero contribuire alla prevenzione dell’introduzione dell’Huanglongbing degli agrumi in Italia, in Europa e nel bacino del Mediterraneo.

Huanglongbing, dal cinese, vuol dire “malattia del ramo giallo”. Segno distintivo della malattia, infatti, è la presenza di uno o più rami con vegetazione gialla che si stagliano contro la vegetazione ancora verde. Le foglie di questi rami sintomatici presentano delle maculature clorotiche a chiazze «blotchy mottle», distribuite in modo asimmetrico rispetto alla nervatura centrale. L’intera lamina fogliare può diventare clorotica e talvolta presenta delle macchie verdi (isole verdi) o manifestare sintomi riconducibili a clorosi simili a carenze nutrizionali o suberificazione delle nervature.

La malattia è anche nota come ‘Greening’ perché all’invaiatura i frutti presentano un persistente colore verde prevalentemente all’estremità stilare, sono piccoli, asimmetrici, e presentano semi abortiti. Il succo è amaro e conserva un basso rapporto tra grado zuccherino e acidità, che lo rende inutilizzabile.

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Sintomi su frutti (greening) causati da Huanglongbing

La progressione del batterio nella pianta attraverso il floema ne comporta la necrosi e la perdita di funzionalità che porta al deperimento e al disseccamento della pianta e al grave danneggiamento delle radici fibrose indipendentemente dal portinnesto utilizzato.

Ciclo della malattia

Il ciclo della malattia inizia quando un vettore infetto si nutre su un ospite suscettibile trasmettendo le cellule dei Liberibacter. L’infezione quindi si diffonde sistemicamente attraverso il floema dell’albero. Il batterio viene trasportato principalmente in modo passivo in altre parti della pianta seguendo il movimento dalle sorgenti di carbonio verso quelle di utilizzo.

La necrosi del floema dipende da una risposta di difesa delle cellule dell’ospite alla colonizzazione. Il periodo di latenza secondo diversi studi può essere variabile: molto breve (15 giorni) o può durare 1-2 o più anni fino a quando la pianta manifesta i sintomi della malattia. Quando la concentrazione dei batteri nei tessuti infetti è sufficiente, possono essere acquisiti dai vettori durante l’alimentazione. Il batterio colonizza e si moltiplica nelle psille, per poi essere trasmesso alla generazione successiva attraverso le uova (trasmissione transovarica).

Huanglongbing degli agrumi è alle porte del Mediterraneo

Attualmente il bacino del Mediterraneo e l’Australia sono le due principali regioni produttrici di agrumi indenni da HLB. Nessuna delle tre specie fitopatogene è presente in Europa.

Diversa è la situazione per i vettori. T. erytreae è stata segnalata nelle isole dell’Oceano Atlantico di Madeira (Portogallo) nel 1994 e Isole Canarie (Spagna) nel 2002. Nel 2015 la sua presenza è stata accertata anche nella penisola iberica nel nord del Portogallo e della Spagna da dove tuttavia si sta diffondendo. Sulle sponde del Mediterraneo è però arrivata la psilla asiatica, D. citri, la cui presenza in agrumeti è stata dichiarata ufficialmente da Israele nel gennaio 2022.

Distribuzione previsionale di Huanglongbing degli agrumi nel bacino del Mediterraneo

L’applicazione di modelli previsionali suggerisce che la psilla asiatica e Las (Candidatus Liberibacter asiaticus) abbiano la capacità di invadere tutte le regioni agrumicole del Mediterraneo. Non esistono modelli per la psilla africana, ma quest’ultima in realtà è già presente in Europa, in Spagna e Portogallo. Di conseguenza, secondo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) – in caso di introduzione del batterio – queste aree sono a elevato rischio in quanto c’è già la concomitante presenza di ospite, vettore e condizioni climatiche favorevoli.

Per quanto riguarda i requisiti di temperatura, Laf (Candidatus Liberibacter africanus) può essere soppresso a temperature elevate prolungate con sintomi prodotti nell’intervallo 20-24 °C, mentre Las predilige temperature superiori a 30°C.

Possibilità di introduzione

Le attività umane sono importanti vie di introduzione e diffusione dei Liberibacter mediante moltiplicazione di materiale infetto e dei vettori. Ad esempio, tutti gli alberi HLB-positivi in California identificati nella fase iniziale di introduzione sono in aree residenziali. Inoltre, la dispersione a lunga distanza delle psille vettrici suggerisce che siano necessarie attività umane come la movimentazione di materiale vegetale.

La legislazione fitosanitaria UE che già da tempo vieta l’introduzione da Paesi terzi di piante e semi del genere Citrus, Poncirus e Fortunella ospiti del batterio e/o del vettore è stata estesa a specie di piante della famiglia delle Rutaceae utilizzate a scopo alimentare o ornamentale.

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Presenza nella chioma di più rami con foglie clorotiche (Sudafrica)

Pertanto, allo stato attuale, i maggiori rischi vengono da materiale introdotto con le Rutaceae prima dell’estensione a queste della legislazione.

In assenza di vettore infatti le introduzioni puntiformi potrebbero rimanere confinate e ignorate. Anche l’introduzione illegale o accidentale di piante, marze, semi, foglie e rametti da parte di turisti o migranti è considerata una pericolosa via di introduzione. Tra queste ad esempio Murraya koenigii (albero del curry) e Citrus hystrix (combava), le cui foglie sono impiegate per la produzione di spezie sono state frequentemente oggetto di intercettazione in Europa. Una riprova è la recente segnalazione della psilla asiatica in Israele che sembra sia stata proprio introdotta con foglie di C. histrix. L’introduzione dei batteri e dei vettori in un unico evento o in eventi separati nello stesso territorio avrebbe esiti terribili per la diffusione della malattia che potrebbe esser confusa con altre patologie e palesarsi anche anni dopo l’infezione.

Prevenire l’introduzione e l’insediamento è la strategia migliore

Attualmente, non esistono mezzi di lotta efficaci una volta che la pianta è stata infettata tant’è che la gestione della malattia rappresenta una delle sfide più difficili. Tutte le varietà di agrumi commerciali sono infatti sensibili all’HLB: il batterio risiede all’interno del floema, protetto dall’esposizione ai trattamenti antimicrobici e mancano approcci efficienti e sostenibili per controllare i vettori e impedirne la trasmissione.

L’esclusione è l’unico vero effettivo metodo di difesa da HLB per l’UE. Per gli organismi da quarantena rilevanti per la UE prioritari, tra cui i Liberibacter di HLB, è previsto un rafforzamento delle misure di prevenzione e tra queste l’intensificazione di indagini di sorveglianza e le campagne di formazione e informazione.

Gli elementi chiave da tenere in considerazione nell’organizzazione di un piano di monitoraggio riguardano per HLB ispezioni visive mirate a individuare i sintomi della malattia, danni diretti indotti dai vettori (formazioni di galle a seguito delle punture di T. erytreae) o presenza dell’insetto stesso (presenza di individui adulti di D. citri e la formazione di evidenti formazioni cerose prodotte dalle neanidi).

L’assenza dei sintomi della malattia non può essere tuttavia presa come indicatore di diagnosi precoce visto il lungo periodo di latenza e la difficoltà di diagnosi differenziale. Risulta quindi necessaria la stesura di piani di rischio con dei campionamenti rappresentativi intorno alla chioma (il batterio non ha una distribuzione regolare) e ripetuti delle foglie da sottoporre ad analisi molecolare per il rilevamento del DNA dei Liberibacter secondo quanto previsto dai protocolli ufficiali.

 

A cura di: Vittoria Catara
© fruitjournal.com

 

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