Stagionali: click day in overbooking

A fronte delle 82.705 quote previste dal decreto, le domande arrivate sono state il triplo. Per il settore agricolo, però, non bastano

da uvadatavoladmin

Nel giro di un’ora dalla sua apertura, il click day del decreto flussi è andato in overbooking. Secondo quanto riferito dal sito del Viminale, il numero di quote presentato è risultato quasi il triplo rispetto ai posti disponibili. A fronte delle 82.705 quote di lavoratori stagionali previste dal decreto, le domande arrivate sono state infatti 238.335.

Grande richiesta, dunque, ma scarsa disponibilità. Fa eccezione l’agricoltura, per cui – secondo le maggiori organizzazioni del settore – mancano ancora le quote sufficienti a portare al termine le operazioni tardo primaverili ed estive.

Sebbene superiore di circa 13.000 unità rispetto alle 69.700 del 2022, dunque, l’assegnazione di 44 mila lavoratori stagionali prevista dal nuovo Dpcm non basta a soddisfare la richiesta di “almeno centomila unità” delle aziende agricole.

Si tratta – come sottolineato dal presidente della Coldiretti, Ettore Prandini – di “una necessità da affrontare con un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge”. Specialmente in un Paese, come l’Italia, dove – rileva Coldiretti – “un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere, con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi”.

Analogamente si è espresso anche il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: “Abbiamo apprezzato la possibilità di programmare, in una prospettiva triennale, le necessità di manodopera stagionale aumentando le quote d’ingresso legali per i lavoratori stranieri, ma occorre almeno il triplo di manodopera disponibile e adeguatamente qualificata”. Posto che il comparto ortofrutticolo, da solo, assorbe il 30% degli stagionali, l’associazione ha inoltre ribadito che “la quota dei 44.000, metà della quale riservata alle associazioni datoriali agricole, non è sufficiente e rischia di compromettere la raccolta e le lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi”.

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Stagionali: i territori a maggiore richiesta

In particolare, secondo Coldiretti, a livello territoriale, le regioni dove si concentrano le richieste di ingresso sono quelle che richiedono un grande impegno di manodopera come il Trentino soprattutto per la raccolta delle mele o il Veneto per la raccolta degli ortaggi e delle fragole. Ma anche il Friuli Venezia Giulia per la preparazione delle piantine di vite per i nuovi impianti, il Lazio per gli ortaggi e la Campania per la coltivazione del tabacco e il settore del pomodoro destinato alla trasformazione industriale.

In ogni caso, da Nord a Sud, secondo i dati di Confagricoltura, la manodopera di origine extracomunitaria impiegata in agricoltura evidenzia una “crescita elevata”, rappresentando circa il 70% dei lavoratori. Tra i Paesi di provenienza predomina l’Africa, con Marocco, Tunisia, Senegal, Nigeria e Mali. Rilevante anche la quota di manodopera non comunitaria proveniente dell’Est Europa, in particolare da Albania e Macedonia, e poi dall’Asia, con India e Pakistan.

Accanto a questo, come chiarito nella nota Coldiretti, il nuovo decreto sarà anche l’occasione per “sperimentare il superamento del nulla osta, sostituito da una comunicazione allo sportello unico per l’immigrazione da parte del datore di lavoro contenente la proposta di contratto di soggiorno per lavoro subordinato, che verrà immediatamente trasmesso all’ambasciata italiana all’estero per più tempestivo rilascio del visto di ingresso”.

 

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

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