Pistacchio di Bronte: la Cina fa l’occhiolino

Un’emissaria del Paese asiatico è giunta in Sicilia per conoscere le aziende locali e vagliare degli accordi per il commercio del pistacchio in Oriente

da uvadatavoladmin
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L’oro verde di Sicilia nella lente di Pechino: una emissaria del Paese asiatico ha fatto tappa nell’Isola italiana alla scoperta del pistacchio di Bronte.

Secondo le prime indiscrezioni, il mercato cinese sarebbe interessato all’acquisto del pistacchio che ha reso famosa la cittadina della provincia di Catania in tutto il mondo. Lo ha fatto sapere il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, in una nota sul sito del Comune.

Stando a quanto riportato, nei primi giorni del 2023 un’emissaria del Paese asiatico è giunta fino in Sicilia per conoscere le aziende locali e vagliare degli accordi commerciali per il commercio del pistacchio di Bronte.

Ad accompagnare “l’elegante signora di Pechino”, Li Quing, il presidente del Centro studi per la ricerca e la documentazione sul Mediterraneo nel Mezzogiorno Napoleone Colajanni, Paolo Garofalo.

“Bronte è famosa per il pistacchio e la Cina è particolarmente interessata ai prodotti tipici della Sicilia” – avrebbe dichiarato. “Fino ad oggi il pistacchio di Bronte non è stato importato in Cina e io sono in contatto con le aziende cinesi per proporlo in tutte le sue bontà. Noi cinesi siamo ghiotti di pistacchio e siamo incuriositi dalla speciale bontà di quello di Bronte. Siamo incuriositi anche dalla capacità dei brontesi di utilizzarlo ovunque: nei primi, nei secondi e naturalmente nei dolci”.

Un’opportunità economica e di prestigio non di poco conto, specie se si considera che la coltura rappresenta la principale risorsa economica del vasto territorio della cittadina etnea.

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Non solo: bisogna infatti ricordare che la Sicilia è l’unica regione italiana dove si produce il pistacchio e proprio la cittadina etnea, con oltre tremila ettari in coltura specializzata, ne esprime l’area di coltivazione principale con più dell’80% della superficie regionale destinata a questa produzione dalle caratteristiche peculiari.

Ne è consapevole il primo cittadino di Bronte che, a seguito della visita, ha sottolineato come la Cina sia “sempre più innamorata della Sicilia e non solo per il turismo, ma anche per l’offerta agroalimentare che la nostra terra è in grado di garantire”. “Il vino, per esempio, grazie agli inviati dell’Hong Kong Trade Development Council, l’ente per la promozione del commercio estero di Hong Kong, è già da qualche anno arrivato nelle tavole cinesi” ha aggiunto.

Ora però si punta al pistacchio di Bronte, fiore all’occhiello non solo del territorio siciliano, ma di tutto il comparto agroalimentare made in Italy.

“Siamo pronti a fare il possibile affinché il pistacchio di Bronte conquisti anche questo mercato” – ha infatti concluso Firrarello.

Insomma, per la coltura sembra giunto il momento di percorrere la Via della Seta. Un viaggio alla volta della Cina, dove presto si potrà quindi godere dell’oro verde di Sicilia, pronto ora a deliziare occhi e palati orientali non solo con il suo tipico color smeraldo, ma soprattutto grazie alle proprietà e qualità organolettiche che lo rendono inconfondibile.

 

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

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