Varietà di noci: come scegliere quelle adatte

Insieme all'adozione di tecniche agronomiche innovative, la scelta delle giuste varietà di noci può essere la chiave per rilanciare la produzione italiana e competere sui mercati globali

da uvadatavoladmin
VARIETà DI NOCI

La coltivazione del noce in Italia ha una lunga storia, che fino agli anni ’80 collocava il nostro Paese tra i primi tre produttori mondiali. Tuttavia, negli ultimi decenni, la produzione ha subito una drastica riduzione, con un calo prossimo al 79%, che ha portato l’Italia al quindicesimo posto nella classifica globale dei Paesi produttori. Oggi, il Belpaese riesce a soddisfare solo il 30% del fabbisogno nazionale, mentre il resto viene importato. Questa situazione rappresenta un’opportunità per incrementare la produzione nazionale, attraverso una selezione mirata delle varietà di noci e l’adozione di tecniche agronomiche innovative.

L’adozione di varietà adatte ai diversi areali italiani è fondamentale per ottenere rese elevate e frutti di qualità. Da un lato, le varietà autoctone offrono il vantaggio di una consolidata adattabilità ai nostri climi; dall’altro, le cultivar estere, sviluppate grazie a programmi di miglioramento genetico, offrono nuove opportunità per aumentare la produttività e la resistenza alle avversità. La scelta della varietà più adatta dipende delle esigenze specifiche: alcune varietà si adattano meglio a particolari condizioni climatiche, altre garantiscono maggiore tolleranza a patogeni o parassiti, mentre altre ancora si distinguono per produttività e vigoria superiori

Quali sono, quindi, le varietà di noci più adatte alla coltivazione in Italia?

Tra le varietà autoctone più diffuse in Italia troviamo Sorrento e Malizia, note per la loro fruttificazione prevalentemente apicale. In queste varietà, le gemme a fiore si differenziano quasi esclusivamente sulle parti terminali dei rami, il che riduce il potenziale produttivo della pianta, ma garantisce una fruttificazione più regolare e di alta qualità.

Al contrario, tra le varietà selezionate all’estero, una delle più apprezzate è la Chandler, originaria della California. Questa cultivar presenta una fruttificazione laterale, con la capacità di differenziare gemme miste sia sui brindilli laterali sia sulle gemme terminali. Questo modello garantisce una maggiore produttività e si adatta meglio a coltivazioni con densità medio-elevata, dove la gestione dello spazio e della luce diventa fondamentale per ottimizzare le rese.

Chandler: la cultivar più diffusa al mondo

Tra le varietà di noci più coltivate a livello globale, Chandler si distingue per la sua elevata adattabilità a climi diversi e per le eccellenti caratteristiche produttive. La sua fruttificazione laterale consente di ottenere rese costanti e abbondanti, producendo noci di pezzatura medio-elevata (13-15 grammi), con guscio sottile e chiaro, e gheriglio altrettanto chiaro, molto apprezzato sul mercato per la qualità estetica e organolettica.

Chandler matura tra fine settembre e inizio ottobre, il che la rende ideale per le aree con climi miti. Tuttavia, la varietà è sensibile alle gelate primaverili, limitandone la coltivazione nelle regioni del Nord Italia, dove i ritorni di freddo tardivi possono rappresentare un rischio per la produzione. Per questo, sono in corso valutazioni per verificare se l’adattabilità della cultivar può essere migliorata tramite adeguate pratiche agronomiche.

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Noci della varietà Chandler

Lara: una scelta consolidata al Nord

Nelle regioni settentrionali, dove le condizioni climatiche richiedono varietà più resistenti al freddo, la Lara si è dimostrata una scelta vincente. Questa cultivar di origine francese ha un portamento eretto e un vigore medio, con una fruttificazione intermedia che permette una buona produttività, senza sacrificare la qualità del frutto. Lara germoglia tardi, riducendo il rischio di danni da gelate tardive, e produce frutti di grande calibro (13-16 grammi), dalla forma rotonda, con guscio ruvido e di medio spessore. La resa allo sgusciato è soddisfacente e il gheriglio, di colore marrone chiaro, mantiene una buona qualità anche durante la conservazione. 

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Nuove varietà promettenti: Howard e Tulare

Tra le cultivar più recenti che stanno ottenendo buoni risultati in Italia, meritano attenzione Howard e Tulare. Howard è una cultivar moderatamente vigorosa, con un portamento semi-eretto, che matura fino a due settimane prima di Chandler, caratteristica utile per anticipare la raccolta in regioni con stagioni vegetative più brevi. I frutti sono di grandi dimensioni (13-14 grammi), con un guscio leggermente ruvido e una buona chiusura delle valve. Tuttavia, questa cultivar è più suscettibile a malattie come batteriosi e antracnosi, richiedendo una maggiore attenzione nella gestione fitosanitaria. Tulare, invece, è una cultivar con germogliamento tardivo, ben adattata alle condizioni del Nord Italia. I frutti, di grandi dimensioni e dalla forma rotonda, hanno un guscio sottile e ruvido, con una chiusura delle valve prominente e una resa elevata allo sgusciato (oltre il 53%). Il gheriglio è di colore chiaro per oltre l’80% della produzione, ma presenta un sapore leggermente più amaro rispetto alle altre cultivar, un fattore da considerare in base al mercato di destinazione.

In conclusione, l’Italia ha un enorme potenziale per incrementare la produzione di noci, ma per farlo è fondamentale sfruttare le caratteristiche peculiari delle diverse varietà di noci. La scelta della cultivar più adatta, infatti, non riguarda solo il miglioramento della resa produttiva, ma anche la qualità del frutto e la sostenibilità della coltivazione in diversi contesti climatici. Questo approccio, combinato a tecniche agronomiche innovative potrebbe non solo rispondere al fabbisogno nazionale, riducendo la dipendenza dalle importazioni, ma anche valorizzare la noce italiana sui mercati internazionali, trasformandola in un prodotto d’eccellenza del Made in Italy.

 

Donato Liberto
© fruitjournal.com

 

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