Agrumi pugliesi: “un’annata da dimenticare”

Prezzi al di sotto dei costi di produzione e crisi dei consumi: l'allarme per la campagna agrumicola pugliese lanciata da Coldiretti

da uvadatavoladmin
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È crisi profonda dei consumi degli agrumi per le temperature più alte delle medie stagionali con il crack in campagna degli agrumi pugliesi a causa di prezzi molto al di sotto dei costi di produzione, con gravi ripercussioni sui redditi delle imprese agricole e il rischio che clementine e arance possano rimanere invendute sugli alberi.

È quanto denuncia Coldiretti Puglia, che chiede l’urgente convocazione del Tavolo Agrumicolo regionale, di recente costituzione, anche per sostenere le ragioni di un Piano agrumicolo regionale.

Tra gli obiettivi del Piano, il superamento delle crisi oramai strutturale del comparto, il sostegno per nuovi impianti e una rigenerazione del patrimonio agrumicolo.

Con le clementine vendute in campagna a 30 centesimi al chilo, di cui 15 centesimi pagati solo per la raccolta – insiste Coldiretti Puglia – il conto economico è drammatico nei campi della provincia di Taranto, dove il settore agrumicolo vale oltre 80 milioni di euro per una produzione di 2,6 milioni di quintali.

“I prezzi non sono assolutamente remunerativi. È l’ennesima annata da dimenticare”, lancia l’allarme il presidente di Coldiretti Taranto, Alfonso Cavallo. “Si tratta di un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi sul mercato interno di prodotti del territorio e favorire le esportazioni”.

Al calo dei consumi si aggiunge l’arrivo incontrollato di agrumi di provenienza estera che contribuisce notevolmente – dice ancora Coldiretti Puglia – ad appesantire il livello economico e occupazionale delle imprese agricole regionali, ma che ha anche riverberi negativi nei riguardi dei consumatori, su cui è necessario intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi dei prodotti del territorio.

Il risultato è un calo dei consumi di agrumi pugliesi che sono scesi per le arance sotto i 15 chili a persona all’anno per effetto di una diminuzione che negli ultimi 15 anni varia da oltre il 20% per le arance ad oltre il 50% per i mandarini e le clementine.

Per ridurre la volatilità e stabilizzare i prezzi occorre – conclude la Coldiretti Puglia – realizzare rapporti di filiera virtuosi con accordi che valorizzino i primati del Made in Italy e garantiscano la sostenibilità della produzione con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti e l’avvio da parte della Regione dia avvio a un immediato piano promozionale del prodotto agrumicolo regionale, anche in accordo con la Distribuzione Organizzata.

Fonte: Coldiretti Puglia
©fruitjournal.com

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