Campagna melograno 2021: sguardo sulla Puglia

Con Domenico Annicchiarico, agronomo di Floema Consulting, approfondiamo l'andamento della campagna 2021 del melograno in Puglia

da uvadatavoladmin
campagna melograno puglia 2021

La campagna melograno 2021 in Puglia è ormai volta al termine. Per comprendere l’andamento dell’annata, abbiamo posto qualche domanda a Domenico Annicchiarico, agronomo di Floema – Mediterranean Agronomic Consulting, e responsabile della produzione agricola della Cooperativa Agromea (Pomgrana) per quanto riguarda il melograno.

campagna melograno 2021

Com’è andata la campagna melograno 2021 in Puglia?

Quest’anno la campagna del melograno è stata in parte segnata dal clima. Alcune zone nel Tarantino, infatti, sono state fortemente colpite dalle gelate di aprile con volumi che rispetto agli altri anni non hanno raggiunto neanche il 30% della produzione media. A essere maggiormente colpiti, gli areali dell’Arco Ionico leggermente sotto quota, dove la pianta era un po’ più in anticipo. Accanto a questo, però, abbiamo registrato un netto calo delle produzioni di melograno del centro-nord Italia, dovuto sia alle gelate che all’andamento climatico dell’anno scorso. Da questo punto di vista, il 2021 è stato un anno di conferma. Abbiamo sempre manifestato la convinzione che il melograno non può resistere al clima del centro-nord Italia se non in poche zone costiere.

Al contrario, gli areali meridionali si presentano molto più vocati verso questa coltura.

Difatti, quest’anno, nelle zone in cui non ci sono stati particolari problemi o dove la gelata non ha determinato danni significativi, abbiamo riscontrato una produzione abbastanza buona in termini di volumi. E soddisfacente anche in termini di qualità, nonostante qualche problema di colorazione della buccia. Per quanto riguarda le coltivazioni in bio, invece, non pochi problemi si sono riscontrati con gli attacchi di afidi all’inizio della campagna. L’annata, infatti, ha favorito lo sviluppo dell’insetto e il continuo riprodursi, rendendo più complessa la lotta biologica.
Infine, per le varietà precoci abbiamo registrato una forte presenza di alternaria durante la fase di fioritura, soprattutto negli impianti in cui non sono stati effettuati trattamenti. Sempre per le precoci abbiamo riportato un leggero ritardo nella fase di allegagione, che ha determinato pezzature più ridotte rispetto al normale.

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Dal punto di vista del mercato, invece, come si presenta il bilancio 2021?

Per l’Italia questo è il terzo anno in cui registriamo prezzi più o meno costanti. L’andamento del prezzo franco partenza si attesta intorno a 1-1,50 euro al chilo per quanto riguarda la prima categoria. Un valore inferiore, invece, si riscontra in seconda categoria o comunque prodotti che presentano difetto in più sulla buccia. Se si guarda la concorrenza straniera, fortunatamente ci sono ancora poche importazioni. Questo perché i supermercati, come pure i commercianti, hanno capito che il prodotto italiano è ineguagliabile rispetto al prodotto greco, egiziano o turco sia in termini di bellezza, che – in modo particolare – in termini di salubrità del prodotto.

In definitiva, rispetto al passato, la campagna si è dunque rivelata soddisfacente?

Occorre sottolineare che rispetto alle annate passate, il prezzo è orientativamente rimasto lo stesso. Ciò che sta cambiando è il flusso di prodotto. Una dinamica che non riguarda solo il melograno, ma un po’ tutta la frutta e la verdura. In generale, si assiste a un generale rallentamento dei flussi di uscita del prodotto. Solo che, a differenza delle varietà di frutta tardiva, il melograno è un frutto che si raccoglie fino alla prima settimana di novembre. Un fattore che permette di evitare piogge e umidità che, al contrario, compromettono inevitabilmente la frutta tardiva.
In tal senso, il melograno è una coltura su cui continuiamo a investire e credere. D’altro canto, spero però che si valorizzi sempre più il prodotto italiano perché ha una marcia in più sotto tutti i punti di vista.

 

Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com

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