Garantire una produzione elevata di frutta di alta qualità è l’obiettivo principale della frutticoltura moderna. Per ottenere tali risultati, è essenziale che la gestione del suolo, l’irrigazione, la fertilizzazione e la potatura siano condotte in maniera rigorosa e coerente. Nonostante queste attenzioni, ci sono tuttavia fattori “inesplorati” che possono ancora influenzare la qualità del kiwi, tra cui il tipo di ramo o di germoglio. A confermarlo un recente lavoro dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria Dipartimento di Agraria condotto nel biennio 2022-2023 su kiwi a polpa gialla della varietà Gold 3, innestati su Actinidia deliciosa var. Hayward, in un frutteto commerciale situato a Polistena, in Calabria.
Obiettivo principale della ricerca era verificare l’effettiva capacità dei germogli di influenzare la qualità del kiwi prodotto dalle colture.
Nel caso dell’actinidia, come di altre colture arboree, disporre di germogli ottimali e uniformi non è semplice. Spesso, infatti, i germogli precoci e quelli tardivi differiscono, essendo i primi più vigorosi e competitivi rispetto ai secondi. Inoltre, se la pianta non accumula un numero sufficiente di ore per raggiungere il fabbisogno in freddo, la germogliazione avviene in modo scalare, accentuando la competizione tra i germogli precoci e quelli successivi e rimarcando ulteriormente la disparità fra di essi. Un fenomeno che, a sua volta, può portare alla formazione di germogli disformi: più corti quando avviene un ‘aborto della punta precoce, oppure più lunghi se la crescita procede senza interruzioni.
In tal senso, un primo passo fondamentale dell’esperimento ha riguardato la gestione di due tecniche fondamentali in un frutteto: quella dell’irrigazione, effettuata grazie alla presenza di due gocciolatori per pianta con un’erogazione di 4 litri/ora, e quella della potatura, avvenuta in due momenti distinti, durante il periodo di dormienza (dicembre) e in estate (luglio).
L’esperimento ha quindi coinvolto tre piante di kiwi con caratteristiche simili in termini di sviluppo vegetativo e carico di frutti. In seconda battuta, è stata effettuata la selezione di tre germogli per pianta, con diametri simili alla base del tralcio. I germogli sono stati classificati in quattro categorie: speronati (SP, lunghi meno di 15 cm), terminati (TE, tra 15 e 60 cm), non terminati (NT, oltre 60 cm) e non terminati potati (CNT).
La raccolta dei frutti è avvenuta 164 giorni dopo la fioritura nel 2022 e 162 giorni nel 2023, inoltre tali frutti sono stati distinti in base al tipo di germoglio, per poi essere sottoposti a misurazioni biometriche e qualitative. È stata inoltre valutata la conduttanza idraulica dei germogli genitori della cultivar GOLD 3, distinti per vigore.
Risultati statistici
L’analisi complessiva ha indicato che i frutti raccolti dai germogli terminati (TE) e germogli non terminati (NT) tendevano a mantenere una migliore qualità organolettica e fisiologica rispetto a quelli dei germogli speronati(SP), evidenziando come il tipo di germoglio influenzi direttamente non solo lo sviluppo vegetativo, ma anche resa e qualità dei frutti prodotti.
La categoria prevalente è risultata quella dei frutti sviluppati dai germogli terminati (TE), che ha rappresentato il 55% della produzione totale. Questi frutti, oltre a un elevato contenuto di solidi solubili (TSS), presentano un’ottima dolcezza e caratteristiche salutari di rilievo. Tuttavia, la polpa più morbida suggerisce che potrebbero essere raccolti in anticipo rispetto agli altri frutti.
Il 19% della produzione è stato ottenuto dai germogli non terminati potati (CNT). I frutti di questa categoria, pur avendo un contenuto di TSS più basso, si sono distinti per l’elevata capacità antiossidante. La terza categoria (13%) ha incluso i frutti cresciuti dai germogli non terminati (NT), che hanno mostrato una buona dolcezza, sebbene con valori nutrizionali inferiori. Infine, solo il 10% della produzione è stato costituito dai frutti dei germogli speronati (SP), i quali sono risultati i più piccoli e con un minor contenuto di solidi solubili.
L’importanza di una raccolta differenziata
Per i coltivatori, l’adozione di pratiche che favoriscono la predominanza dei germogli TE potrebbe tradursi in un aumento della qualità del kiwi e, conseguentemente, in una maggiore competitività sul mercato.
La ricerca apre così la strada a nuove strategie di gestione dell’actinidieto: massimizzare la qualità del raccolto attraverso la differenziazione delle tempistiche di raccolta rappresenta un primo importante tassello per valorizzare le peculiarità del kiwi e per garantire una produzione sostenibile.
Federica Del Vecchio
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