Olive 2021: costi certi, ma guadagno incerto

Siccità prolungata, assenza di manodopera e prezzi incerti: questo il clima con cui prende il via la campagna olivicola 2021

da uvadatavoladmin
olive 2021 campagna puglia raccolta

La campagna delle olive 2021 è pronta a partire, ma nel segno di un generale senso di incertezza.

A raccontarlo, Raffaele Cataldi, perito agrario che, oltre a prestare consulenza alle aziende del nord barese, offre il proprio contributo professionale all’interno dell’Oleificio Cooperativo Cima di Bitonto.

Parliamo di olive 2021: come sta procedendo la campagna?

Prima di rispondere alla domanda, devo necessariamente fare una considerazione. Quest’anno negli agricoltori avverto un po’ di demotivazione. Una sensazione che ovviamente non depone bene per quelle che sono le prospettive future. Perché percepisco questo? Credo sia una questione legata all’incertezza del guadagno: gli agricoltori vengono da una campagna molto particolare cominciata già da marzo con la gelata che ha interessato le colture frutticole (ciliegio e mandorlo), per poi proseguire con un prolungato periodo di siccità. Un periodo che, partito già da fine marzo, non sembra ancora terminato.

L’aspetto climatico ha inciso significativamente sulle aspettative della campagna olive 2021.

Basti pensare che di questi tempi, in passato, eravamo già a pieno regime, entusiasti di iniziare la raccolta. Come per altre colture, però, il discorso climatico sta di fatto condizionando in modo importante le scelte colturali e la tempistica delle operazioni di raccolta.

olive 2021

Dal punto di vista dei frutti, in termini di quantità e qualità come si presenta la stagione?

In generale, ritengo che si sia riscontrato un significativo calo produttivo, anche se questo dipende sempre dalla zona di produzione e soprattutto dalla disponibilità irrigua. Per esempio, nell’areale della Conca Barese si stima un calo di produzione del 30-35%. Diversamente, in zone in cui tutto il territorio o gran parte di esso è asservito da opere di accumulo, derivazione, adduzione, circolazione e distribuzione di acque irrigue, questo calo è meno significativo.
D’altra parte, se si guarda l’aspetto qualitativo possiamo dire che il caldo ha contribuito a contenere la popolazione di mosca olearia. Dunque il prodotto è sano.
Per quanto riguarda invece le proprietà organolettiche, per offrire una migliore valutazione bisognerà attendere le prime produzioni.
Come accennato, l’aspetto climatico indubbiamente condizionerà la qualità. Quest’anno, infatti, avremo due tipologie di olio: un olio prodotto da olive di siccità e un altro di ottima qualità ottenuto da olive irrigate. A proposito di irrigazione, bisogna poi sottolineare che anche chi ha avuto la “fortuna” di irrigare ha sostenuto costi importanti per l’irrigazione, pur restando sempre nell’incertezza del ricavo. Quindi a fronte di costi certi legati ai consumi energetici e/o alla gestione dell’oliveto, ancora una volta l’agricoltore vive nell’incertezza del reddito.

Ad oggi, le olive di siccità stanno dando una resa in olio che si attesta intorno ai 10-11 kg per 100 kg di olive, mentre quelle che hanno ricevuto acqua tramite pioggia o irrigazione, sfiorano in alcuni casi anche i 19 kg in olio.

campagna olive puglia 2021Rispetto al passato come si presenta dunque il bilancio?

L’anno scorso è stato un anno di scarica, quindi sicuramente la produzione di olive 2021 sarà maggiore, sebbene le rese in olio si prevedono basse. Si stima infatti una flessione in termini di quantità di olio che si andrà a produrre. Se invece si guarda alla campagna di due anni fa – campagna memorabile tanto per l’aspetto quantitativo quanto per quello qualitativo – si avrà una flessione del 40%. Un andamento che, tuttavia, non riguarda solo l’Italia, ma anche altri Paesi produttori di olive e di olio, che hanno avuto ripercussioni a causa della siccità. A livello nazionale, inoltre, il Centro-Sud presenta un prodotto che, pur avendo avuto una buona allegagione, è stato comunque penalizzato dalla siccità, mentre il Nord deve far fronte alla scarsità di volumi. Di conseguenza, quello che si sta delineando è un doppio mercato di olive e di olio.

Per quanto riguarda i prezzi delle olive 2021 a livello locale, si può considerare la classificazione individuata dai frantoiani: € 30 per le piccole siccitose nere; € 35 per le piccole siccitose verdi; dai 40 ai 55 euro per quelle irrigate.

Da quest’anno, inoltre, visto il generale clima di incertezza, molti frantoiani hanno deciso di riunirsi in una specie di “cartello”. Per cui se in passato il produttore che andava in un frantoio privato, conferiva le olive e stabiliva il prezzo al momento, oggi la situazione è cambiata. Il produttore che conferisce le olive, infatti, non è a conoscenza del prezzo a cui le sta vendendo. Questo proprio perché non è ancora ben definito lo scenario degli scambi commerciali. In ragione di ciò, tra i produttori si percepisce un senso di demotivazione, c’è un’insolita perdita dell’entusiasmo. Del resto, come non biasimarli!
A questo si aggiungono le difficoltà riscontrate nel reperire manodopera per la raccolta per cause ben note che non sto qui a dire. È rimasta la manodopera straniera, ma anche in questo caso si stanno riscontrando problematiche correlate alla questione vaccino, perché ritenuto non idoneo in ambito UE.
Sarò ripetitivo, ma ormai l’olivicoltura e in generale tutto il comparto agricolo sono segnati dall’incertezza: avversità climatiche, fitosanitarie e adesso anche il rincaro dei costi delle materie prime. Un esempio su tutti, il gasolio agricolo che sfiora il prezzo di € 0,95 e questo, insieme a quanto detto finora, va a impattare su quello che sarà (se ci sarà) il margine di ricavo per gli agricoltori.

raccolta olive olio 2021A suo parere come si potrà far fronte a tutto questo?

Sinceramente non so fino a che punto i produttori potranno resistere. Le aziende stanno boccheggiando. Serve un deciso intervento dello Stato: la politica deve intervenire con misure ben strutturate, che offrano sicurezza a tutti gli addetti del settore primario. Ci starebbe bene, ad esempio, imporre un prezzo minimo garantito per la vendita di tutte le produzioni agricole. Forse solo questo eviterà che la demotivazione, che sta attanagliando gli operatori del settore, possa degenerare in rassegnazione.

 

Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com

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