Castagne pugliesi: si inizia con i primi raccolti

In Puglia è giunto il momento di raccogliere i primi frutti: volumi scarsi, ma qualità eccellente

da uvadatavoladmin
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Si scrive autunno, si legge castagne. E in Puglia è giunto il momento di raccogliere i primi frutti.

Arrivano le prime castagne pugliesi, patrimonio di biodiversità che sfida il rischio di estinzione. È quanto affermato da Coldiretti Puglia dopo un monitoraggio della produzione di castagne sul territorio.

A essere monitorati, gli areali produttivi del Gargano (Vico del Gargano, Carpino, Ischitella e Cagnano), del basso Salento (Supersano, Alessano e ai Paduli) e della Murgia.
“Si tratta di un ritorno atteso di un prodotto molto gradito dai consumatori che è a rischio di estinzione in Puglia, anche per la presenza del cinipide galligeno del castagno proveniente dalla Cina”. Queste le parole di Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. E aggiunge: “Contro questa minaccia è stata avviata una capillare guerra biologica, così come la difesa contro il mal dell’inchiostro”.

Per i produttori l’annata 2021 si caratterizzerà per la grande qualità dei frutti, nonostante i volumi ridimensionati rispetto al passato.

Secondo quanto dichiarato a Coldiretti da un agricoltore di Vico del Gargano, “l’umidità del mese di settembre ha provocato un calo del raccolto, ma la qualità è straordinaria”. Le prime castagne, infatti, presentano una buccia lucida che viene via molto facilmente e un alto grado zuccherino.

Tuttavia, come ribadito dall’associazione, si resta ancora lontani dai fasti produttivi del passato. Basti ricordare il progressivo calo di volumi registrato nel corso del tempo: dagli 829 milioni di chili del 1911 si è passati ai 55 di dieci anni fa. Per poi arrivare nel 2020 a una produzione nazionale di poco superiore ai 35 milioni di chilogrammi.

“Il rischio – ha aggiunto Coldiretti – è quello di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto da Portogallo, Turchia, Spagna e dalla Grecia, considerato che le importazioni nel 2019 sono risultate pari a ben 32,8 milioni di chili di castagne, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori”. Senza considerare la situazione dei trasformati, per i quali non vi è l’obbligo di etichettatura di origine. E delle farine di castagne per le quali non è possibile conoscere i dati di importazione, mancando un codice doganale specifico. Di qui la richiesta avanzata dalla Coldiretti regionale di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia.

Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com

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