Trapianto dei pomodori: procedere con cautela

Con il mese di aprile si inaugura la stagione del trapianto dei pomodori, ma è importante monitorare le temperature per non danneggiare le piantine

da uvadatavoladmin
trapianto dei pomodori 3

Appartenente alla famiglia delle Solanaceae, la pianta del pomodoro è senza dubbio una delle principali protagoniste dell’orto estivo. Per avviare la coltivazione di questa specie orticola, la tecnica più utilizzata è quella del trapianto che, sebbene possa richiedere manodopera e costi iniziali più elevati, può offrire numerosi vantaggi rispetto alla semina diretta in campo. Il periodo ideale per eseguire il trapianto dei pomodori è ormai alle porte, tuttavia è molto importante procedere con cautela

Un trapianto effettuato troppo precocemente può portare a una serie di problemi che possono incidere negativamente su salute e produttività delle piante. Un primo passo fondamentale è quindi pianificare il trapianto in base alle condizioni climatiche locali e assicurarsi che le piantine siano sufficientemente robuste per affrontare eventuali ritorni di freddo. In caso contrario, infatti, il rischio è di arrecare danni irreparabili alle giovani piantine di pomodoro.

Perché preferire il trapianto dei pomodori alla semina diretta?

Il trapianto è una tecnica colturale che consiste nel mettere a dimora delle piantine in pieno campo, allevate precedentemente in vivaio con pane di terra, fino al raggiungimento della fase fenologica di 3-5 foglie vere. Nel caso del pomodoro, così come per altre specie orticole appartenenti alle famiglie delle Solanaceae o delle Cucurbitaceae (spesso interessate dalla pratica dell’innesto erbaceo), il trapianto consente un maggiore controllo sulle condizioni di crescita delle piantine e un raccolto più precoce e abbondante.

Non solo. A far propendere per l’uso di piantine già formate rispetto alla semina in pieno campo, vi sono diversi fattori. A partire dai costi ben più elevati sostenuti per eseguire le pratiche colturali utili alla preparazione del suolo e al controllo delle infestanti durante il periodo di germinazione in pieno campo. Senza tralasciare poi il possibile impatto sul suolo (accumulo di erbicidi e occupazione prolungata del terreno) e l’incertezza dell’esito finale che caratterizzano la semina diretta.

In termini pratici, inoltre, il trapianto consente di ottenere uniformità e precocità di produzione, maggiore capacità di programmazione e maggiore produttività della coltura.

Occhio alle temperature

L’optimum di temperatura individuato per la crescita delle piante di pomodoro è tra i 20 e i 25°C. Soffrendo il freddo eccessivo, infatti, temperature sotto ai 13°C possono danneggiare le giovani piantine fino a farle morire. Per questo è fondamentale piantare i pomodori nel periodo giusto tenendo sotto controllo l’andamento delle temperature in corso, evitando periodi caratterizzati da temperature troppo basse.

trapianto di pomodori 3

In genere per effettuare il trapianto dei pomodori in Italia, i mesi più idonei sono quelli di aprile-maggio, con un range che può essere ampliato da marzo a giugno in base all’area di coltivazione e all’andamento delle temperature nell’annata in corso.

Una volta effettuato il trapianto, il lavoro non può dirsi di certo concluso, anzi la cura per le giovani piantine è appena cominciata. Per il pomodoro, infatti, le prime settimane subito dopo la messa a dimora sono quelle più delicate. La pianta trapiantata subisce uno stress che si concretizza con l’arresto temporaneo della crescita, detto stress da trapianto.

Garantire la corretta disponibilità idrica e di nutrienti, oltre che gestire accuratamente le specie infestanti, è dunque essenziale per determinare una crescita vegetativa ottimale delle piante di pomodori, assicurando ai produttori un buon raccolto.

 

Donato Liberto
© fruitjournal.com

 

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