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La Xylella raggiunge il megaleppo

La notizia è fresca e preoccupa soprattutto i produttori di ciliegie che usano come portinnesto P. mahaleb, ovvero il megaleppo, anche noto come "nera".

da Silvia Seripierri 7 Dicembre 2022
7 Dicembre 2022
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Si allunga ancora l’elenco di piante ospiti di Xylella fastidiosa. Secondo quanto annunciato in occasione dell’incontro organizzato da Coldiretti Puglia e Unaprol con il Rotary a Bari, alla lista già cospicua di specie ospiti del batterio si aggiungerebbe anche il Prunus mahaleb. Stando a quanto reso noto, il batterio è stato rinvenuto su piante di megaleppo nella regione Puglia.

“Questa settimana – ha infatti dichiarato nel corso dell’incontro il dirigente di ricerca dell’IPSP CNR di Bari, Donato Boscia – abbiamo comunicato al Servizio fitosanitario regionale il ritrovamento tra le piante infette del megaleppo, il portinnesto del ciliegio più utilizzato in Puglia, il Prunus mahaleb. Con questo ritrovamento viene nuovamente aggiornata la lista delle specie suscettibili a Xylella pauca SP53 che adesso comprende 36 specie”.

Com’è evidente, importanti sono le ripercussioni di questa nuova rilevazione sulla ripresa delle aree già pesantemente infestate da Xylella.

Senza considerare le conseguenze determinate sulle produzioni del settore florovivaistico, che quest’anno – al pari di altri settori – ha dovuto far fronte ai rincari dei costi energetici e di produzione.

A questo si deve poi aggiungere un altro dato significativo. Prunus mahaleb – noto come “megaleppo” o anche “nera” – è un arbusto a foglie caduche, della famiglia delle Rosaceae la cui presenza in Italia è associata principalmente alla funzione di portinnesto per le varietà di ciliegio da frutto, come d’altronde segnalato da Boscia.

Considerata l’importanza economica che il ciliegio riveste per molti agricoltori pugliesi, si può dunque ipotizzare un cambio netto in ciliegeti di varietà da frutto innestate sulla “nera”.

Fino ad oggi, infatti, il megaleppo ha trovato grande impiego come portinnesto grazie alla capacità del suo apparato radicale di adattarsi piuttosto bene a diversi tipi di terreno: da quelli acidi a quelli basici, da quelli secchi a quelli umidi e mal drenati.

A favorirne l’utilizzo come portinnesto e non come varietà da frutto anche la tendenza – propria di questa pianta – a produrre come frutti drupe nero rossastre dal sapore amarognolo.

megaleppo

Anche il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, si è espresso a riguardo definendo questa situazione un’ulteriore “tegola” per agricoltura, florovivaisti e uffici fitosanitari del territorio. Come accennato, infatti, sono destinate a risentirne maggiormente le aree già stremate da Xylella su olivo, l’export florovivaistico e la valenza del prodotto Made in Italy sul mercato interno ed estero. “Un esempio significativo – ha concluso Muraglia – delle difficoltà che colpiscono il settore florovivaistico, a causa dell’assenza di accordi con Paesi, e aree strategiche per il nostro export, ma anche delle lungaggini burocratiche che affliggono il lavoro degli uffici fitosanitari sul territorio”.

Uffici che, nel frattempo, continuano a registrare un ulteriore incremento di ulivi colpiti da Xylella in sempre più vaste aree del territorio pugliese. Stando ai dati dell’ultimo monitoraggio, infatti, sono state individuate 39 piante infette nell’area indenne compresa tra le aree delimitate di Monopoli e Polignano, 76 piante infette nell’area delimitata di Monopoli, 4 piante infette nell’area delimitata di Polignano e 4 piante infette nella zona cuscinetto dell’area delimitata ‘Salento’. Risultati che hanno portato inoltre all’istituzione di una nuova area delimitata denominata “Valle d’Itria” la cui zona infetta comprende gli interi agri di Polignano, Monopoli, Alberobello e parte dell’agro di Castellana Grotte.

 

Silvia Seripierri

© fruitjournal.com

 
 
megalepponeraprunus mahalebpugliaxylella fastidiosa

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