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Drupacee

Gelate in Puglia, colture a rischio

Un altro duro colpo al primario regionale dopo l'ondata di gelo dei giorni scorsi: previste perdite di produzione fino all’80%

da uvadatavoladmin 16 Marzo 2022
16 Marzo 2022
gelate puglia danni drupacee pesche albicocche
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Lo scorso weekend la colonnina del termometro è scesa sotto lo zero e adesso le gelate registrate in Puglia mettono a serio rischio le colture in campo.

Un altro duro colpo al primario regionale, quello causato dall’ondata di gelo che – nei giorni scorsi – ha investito diversi territori pugliesi con perdite di produzione previste fino all’80%.

Nel fine settimana, infatti, si sono raggiunti -4,5 °C in diversi areali pugliesi. La zona più colpita è stata Cerignola, ma hanno riportato danni significativi anche gli agri di Canosa di Puglia, San Ferdinando di Puglia, Loconia e Barletta.

A essere maggiormente compromesse dalle gelate le produzioni di drupacee e, in particolare, quelle di pesco e albicocco per le quali si stimano rispettivamente perdite fino all’80 e al 100%.

Il gelo ha colpito tutte le zone investite a drupacee, in particolare pesche e nettarine, ma si registrano gravi problemi anche sulle albicocche. Significativa anche l’incidenza del clima mite registrato nei mesi precedenti che ha favorito una uscita anticipata dalla dormienza. I campi di pesche e albicocche in Puglia hanno riportato danni a gemme e fiori che, in molti casi, sono necrotizzati su tutte le piante, fino alle cime delle chiome.

Sulla questione si è espressa anche la Copagri Puglia attraverso la voce del presidente Tommaso Battista, che ha informato di aver prontamente allertato le strutture territoriali della Federazione, al fine di effettuare una rapida ricognizione e una prima stima dei danni da segnalare ai comuni.

“In caso di danni, infatti, vanno avviate le procedure indicate dal Dlgs 102/04, che prevede la verifica da parte delle autorità competenti, la quantificazione del danno e il conseguente utilizzo del Fondo di solidarietà nazionale in caso di riconoscimento dello stato di calamità”, ha sottolineato Battista.

E “nel caso in cui quest’ultimo venga riconosciuto, le aziende agricole possono beneficiare di una sospensione del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, della sospensione o del differimento del termine per gli adempimenti degli obblighi tributari e previdenziali, così come del pagamento delle rate e degli effetti del credito agrario e, infine, un anticipo sui pagamenti dei premi PAC”.

“A tal proposito – ha poi aggiunto il presidente – reiteriamo la nostra richiesta al Governo affinché intervenga con una deroga a quanto previsto dal fondo di solidarietà nazionale, così da garantire risarcimenti anche per i danni alle produzioni assicurabili, come da Piano Assicurativo Nazionale, escluse dalle agevolazioni previste dal Dlgs 102/04, e andando in tal modo a tutelare anche le aziende non assicurate”.

“Nonostante l’impegno del governo nell’ultima legge di bilancio, infatti, che ha istituito un Fondo mutualistico nazionale a copertura dei rischi catastrofali, risulta inderogabile la modifica del Dlgs 102/04, che al giorno d’oggi appare del tutto anacronistico, in ragione del sempre più frequente verificarsi di eventi climatici estremi”. “Le aziende agricole hanno bisogno di interventi compensativi più rapidi e procedure più snelle – ha concluso Battista – così da ottenere più celermente i risarcimenti per i danni da calamità”.

Un aspetto da non sottovalutare specie se si considera che complessivamente, per la stagione 2022, si prevede un forte calo di produzione, con il timore delle ennesime conseguenze di quello che sarà ormai il terzo anno consecutivo compromesso dalle gelate.

La speranza dei produttori è adesso tutta riposta nelle varietà tardive di drupacee che, non ancora in fiore, potrebbero attutire il colpo delle perdite.

Anche se, stando alle previsioni meteo, per il prossimo weekend si prospetta una situazione simile a quella appena registrata, con l’arrivo di un flusso d’aria gelida di estrazione artico-continentale che, dalla Russia, affluirà dapprima verso i Balcani, per poi raggiungere anche l’Italia.

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

 

 
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