Macchia nera degli agrumi: è scontro tra Ue e Sudafrica

L'associazione spagnola di produttori Ava-Asaja ha chiesto alla Commissione il blocco commerciale degli agrumi sudafricani

da uvadatavoladmin
macchia nera degli agrumi

La macchia nera degli agrumi, fitopatologia causata dal fungo Phyllosticta citricarpa (= Guignardia citricarpa) continua a far paura ai produttori spagnoli. La causa è la mancata reazione da parte della Commissione europea ai continui ritrovamenti dei sintomi della malattia nei carichi in arrivo dai Paesi extra-Ue, in particolare dal Sudafrica.

A sollevare il caso è stata, nei giorni scorsi, l’associazione valenciana Ava-Asaja, che ha sottolineato il rischio che correrebbero le produzioni europee in caso di diffusione della macchia nera degli agrumi.

Gli ultimi dati aggiornati, pubblicati da Revista Mercados, risalgono ad agosto. Durante lo scorso mese sono state segnalate otto spedizioni di agrumi provenienti dal Paese africano interessate dal fungo, sette relative a limoni e una a mandarini. Non si tratta di un caso isolato; infatti, anche tra giugno e luglio erano stati trovati altri dodici casi. Numeri che portano le segnalazioni totali a venti. Il tutto a pochi mesi dal picco di esportazioni che avverrà nei prossimi mesi. L’associazione valenciana ha richiesto, quindi, che la Commissione chiuda i suoi confini agli agrumi sudafricani. “La Commissione europea non può continuare a mantenere una posizione così permissiva – ha sottolineato il presidente di Ava-Asaja, Cristóbal Aguado – nei confronti di un Paese terzo che non può o non riesce a garantire la sicurezza alimentare dei propri agrumi”. 

macchia nera degli agrumi

Il fungo è stato considerato dalla EPPO (European Plant Protection Organization) un patogeno da quarantena e, al momento, è stato inserito nella lista A1, in quanto non ancora presente nei Paesi europei.

La produzione di agrumi all’interno dell’Ue si concentra prevalentemente nella regione mediterranea, in particolare in Spagna. Il Paese iberico, infatti, contribuisce per il 50% dell’intera produzione europea, seguito poi da Italia, Grecia, Portogallo e Cipro. Le stime per la prossima campagna agrumicola in Spagna, però, non fanno ben sperare, dato che è previsto per la quinta volta consecutiva un calo nelle produzioni, specialmente dei limoni. 

Dall’altro lato ci sono le importazioni. Al di là degli scambi interni tra Sud e Nord dell’Europa, infatti, l’Unione Europea risulta un importatore netto di agrumi, in particolare dal Sudafrica per quanto riguarda i mandarini e i limoni, dall’Egitto per le arance. Non mancano anche gli scambi con i Paesi del continente americano, tra cui Perù, Brasile, Argentina e Colombia, a seguito degli accordi commerciali tra l’Unione e il Mercosur (Mercato comune dell’America meridionale) siglati nel 2019.

Dati alla mano, quindi, è evidente come l’Ue risulti sempre più dipendente dalle importazioni di agrumi dai Paesi terzi e che le produzioni interne subiscano annualmente cali di produzione. Ecco spiegato il motivo del grido d’allarme dell’associazione spagnola nei confronti delle produzioni sudafricane. 

In realtà, l’Unione europea aveva cercato di porre rimedio a questa situazione sollevata più volte dalle associazioni di produttori. Già due anni fa, infatti, aveva imposto la procedura del trattamento a freddo rafforzato sugli agrumi provenienti dal Paese africano, sia per prevenire il proliferare in Ue del fungo, ma anche del parassita falsa carpocapsa. Una mossa che è stata ritenuta sleale, dal punto di vista commerciale, dal Sudafrica che ha intentato due cause contro le misure europee presso la WTO (World Trade Organization). La richiesta è stata presa in carico dall’ente, ma ci vorranno mesi affinché si arrivi a una decisione in merito. 

macchia nera degli agrumi

Il motivo dello scontro rimane essenzialmente la sua diffusione tramite lo scambio degli agrumi da territori in cui è endemica la presenza del fungo, come appunto il Sudafrica.

La ricerca scientifica rimane divisa. C’è chi pensa che l’unica modalità di diffusione del fungo sia quella tramite materiale di vegetazione infetto e chi, invece, al contrario, pensa che possa propagarsi anche con il trasporto dei frutti. Lungi dall’essere soltanto una questione puramente estetica e quindi economica, la presenza dei sintomi del fungo sugli agrumi trasportati dal Sudafrica (e non solo) potrebbe trasformarsi in un problema reale per gli agrumicoltori, alle prese già con evidenti cali di produzione a causa dei lunghi periodi di siccità. 

Silvio Detoma
© fruitjournal.com

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