Tempi duri per la produzione di kiwi in Europa. L’offerta, infatti, sta registrando picchi in discesa, anche se a macchia di leopardo. Una situazione diversa invece, a livello mondiale, in cui si vedono aumenti produttivi in Nuova Zelanda e in Cile. Anche per il Sudafrica si prevede una campagna difficile, mentre si sta per concludere la stagione produttiva negli Stati Uniti.
Andiamo nel dettaglio delle produzioni del kiwi in Europa
Il calo era già visibile leggendo i dati di CSO Italy, che per il 2023 prevedevano una produzione europea stimata di kiwi di circa 755mila tonnellate e una diminuzione rispetto all’anno precedente del 4%. Proprio l’Italia ha segnato la resa più bassa, in particolare di kiwi verdi, dopo tanti anni di produzione in crescita. Una situazione che, inevitabilmente, ha favorito gli altri competitor, come la Grecia che potrebbe, nei prossimi anni, prendere lo scettro del primo Paese produttore in Europa.
La situazione italiana
In Italia il calo è legato soprattutto alla produzione di kiwi verde (varietà Hayward in particolare), che soffre maggiormente le numerose gelate, oltre alle piogge eccessive seguite da lunghi periodi di siccità. In generale, la coltura dell’Actinidia deliciosa, negli areali settentrionali, viene colpita perlopiù dalla moria del kiwi, con sintomi che vanno dall’arresto dello sviluppo dei frutti fino al disseccamento e imbrunimento delle chiome con caduta delle foglie anticipata. Tra le altre cose, negli anni si è aggiunto anche l’aumento delle coltivazioni di altre due specie di kiwi: l’Actinidia chinensis (che produce quelli che comunemente sono chiamati kiwi gialli) e l’Actinidia arguta (che produce kiwi rossi).
La superficie coltivata a kiwi in Italia, stando agli ultimi dati di CSO Italy, è pari a 25mila ettari, con una produzione che negli anni ha quasi toccato le 400mila tonnellate, nonostante il potenziale produttivo si aggiri intorno a circa 600mila tonnellate e una diminuzione rispetto all’anno precedente di 132mila tonnellate. Numeri che confermano ancora una volta la Penisola al primo posto tra i Paesi produttori di kiwi a livello europeo.
A livello nazionale invece è la regione Lazio, con la provincia di Latina, a guidare il mercato con una produzione che da sola rappresenta il 33% del totale. A seguire c’è il Piemonte (17%),
l’Emilia Romagna (15%) e il Veneto (10%). Crescono soprattutto le regioni del Sud Italia con le coltivazioni di kiwi giallo (varietà Jintao), grazie a una vigoria media e un ridotto fabbisogno in freddo (circa 350-450 ore). La produzione in Calabria rappresenta, infatti, l’11% del totale nazionale, mentre sta crescendo l’areale dedicato al kiwi anche in Puglia, grazie alle condizioni climatiche favorevoli.
L’Italia importa un volume di kiwi inferiore alle 50mila tonnellate all’anno, un valore che corrisponde economicamente a oltre 55 milioni di euro. Il prodotto italiano, quindi, non soffre la concorrenza degli altri mercati, in quanto giunge direttamente dalla Nuova Zelanda e dal Cile al termine della stagione nazionale. Il kiwi in Italia nonostante l’ingente produzione non è però tra i frutti più acquistati dai consumatori, posizionandosi soltanto al 13esimo posto, poco sopra alle albicocche e sotto le nettarine.
A livello europeo tra importazioni e produzione
Le importazioni sul territorio tedesco di kiwi nel 2022 hanno toccato 99.080 tonnellate, con un numero di volumi maggiormente proveniente dall’Italia (per il 43%) e dalla Nuova Zelanda. Continuano ad arrivare, invece, nei Paesi Bassi i kiwi provenienti dal Cile. In Portogallo si è registrato un aumento della domanda di importazioni a partire da marzo e complice la mancanza di prodotto nell’emisfero settentrionale quest’anno ha avuto la possibilità di esportare i propri kiwi in nuovi mercati come Spagna e Francia. Nel 2023, infatti, ha raggiunto la quota di 56mila tonnellate prodotte, segnando un trend in aumento.
La campagna di produzione dei kiwi in Francia sta per terminare, mentre quella del 2022 si era chiusa a 47mila tonnellate. Il mercato si sta dimostrando lento, con i prezzi alquanto elevati. Anche qui l’offerta in controstagione è iniziata da circa un mese con l’arrivo sul mercato dei frutti provenienti dalla Nuova Zelanda. Come detto, infine la produzione di kiwi in Grecia sta crescendo di anno in anno, raggiungendo la quota di 320mila tonnellate nel 2022. Un valore che si prevede in forte crescita anche per la campagna di quest’anno.
L’accordo UE-Nuova Zelanda
Sul fronte delle importazioni sul continente europeo la situazione potrebbe mutare nei prossimi mesi a causa dell’accordo di libero scambio tra UE e Nuova Zelanda, firmato a Bruxelles il 9 luglio del 2023 ed entrato in vigore all’inizio dello scorso maggio. L’accordo prevede l’eliminazione del 91% dei dazi sulle esportazioni neozelandesi verso l’Unione Europea, fino a raggiungere il 97%. L’abolizione dei dazi andrà a beneficio in particolar modo delle produzioni tipiche neozelandesi, tra cui proprio il kiwi, traducendosi in un risparmio notevole per le industrie che li producono.
Silvio Detoma
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