Limoni spagnoli: è crisi per la sovrapproduzione

La mancata domanda potrebbe lasciare invenduti sul mercato almeno 400mila tonnellate

da uvadatavoladmin
limoni spagnoli

I volumi dei limoni spagnoli non sono mai stati così elevati, tanto da raggiungere il valore record di 1,5 milioni di tonnellate. Tonnellate che, però, a detta di molti, non troveranno mai uno sbocco commerciale a causa di un mercato ormai saturo. Tutto questo senza dimenticare che i tre quarti dei limoni consumati all’interno dell’Unione Europea arrivano proprio dalla Spagna.

Stando a quanto riportato sul quotidiano iberico El Pais, infatti, nella stagione 2023-2024, la mancata domanda lascerà invenduti almeno 400mila tonnellate di limoni spagnoli, il 27% della produzione totale, con una perdita pari almeno a 120 milioni di euro.

A detta degli agricoltori spagnoli sono diversi i fattori in gioco: in primis l’aumento delle importazioni all’interno dell’Unione Europea di limoni provenienti specialmente dalla Turchia, ma anche dall’Egitto, dall’Argentina e dal Sudafrica. Per altri ancora il problema è nei mancati fondi di investimento.

limoni spagnoli

Secondo le ultime stime del Comitato di coordinamento delle organizzazioni degli agricoltori (COAG), però, il problema risiederebbe nel numero sproporzionato di ettari coltivati a limoni, in particolare sulla costa mediterranea della Spagna, nella regione di Murcia. Il COAG ha sottolineato come la campagna attuale dei limoni spagnoli sia la più sfavorevole in termini di redditività registrata. I prezzi non hanno coperto i costi di produzione, causando gravi perdite economiche nelle principali aree di coltivazione. A volte, per questo motivo, si è optato persino per l’abbandono delle aziende agricole o lo sradicamento degli alberi.

Il trend spagnolo

Negli ultimi otto anni, infatti, le superfici coltivate a limone sono passate da 38.000 ettari nel 2015 a oltre 53.300 nel 2024, con la piantumazione di oltre 7 milioni di nuovi alberi. Da una stima effettuata da Ailimpo, associazione di categoria che rappresenta i produttori, le cooperative e i commercianti di limoni e pompelmi spagnoli, la produzione potrebbe continuare a salire ancora, fino a raggiungere un volume di 1,7 milioni di tonnellate nella campagna 2025/2026, visto l’elevato numero di nuovi impianti in un tempo troppo breve per strutturare il mercato.

In tal senso, l’associazione propone una riduzione delle tassazioni, il miglioramento delle assicurazioni agricole e la promozione dell’aumento dei consumi. Il Governo regionale di Murcia, invece, ha ipotizzato la creazione di un gruppo di lavoro al fine di cercare sinergie utili con le catene distributive o promuovere l’uso del succo di limone spagnolo come acidificante in sostituzione dell’E330

limoni spagnoli

Distribuzione della produzione di limoni all’interno dell’Unione Europea (Fonte: Commissione Europea)

La produzione di agrumi spagnola, rispetto a quella italiana, si distingue principalmente per una maggiore meccanizzazione e per le più grandi dimensioni delle aziende. Le maggiori cultivar sono: Verna e Fino. La prima è una varietà autoctona che si caratterizza per una conservazione migliore del frutto sull’albero e un’alternanza nei raccolti. Il gruppo di cultivar Fino, invece, a livello di proporzioni sta soppiantando la prima, complici anche le caratteristiche positive che caratterizzano questo tipo di limone, tra cui l’assenza di semi all’interno del frutto, un plus che li rende sicuramente più appetibili sul mercato. 

La situazione italiana

Se per la produzione di limoni spagnoli si va incontro a una crisi di sovrapproduzione, non è così per i limoni italiani (siciliani in particolar modo), la cui produzione da anni è in discesa a causa del “mal secco”, una patologia causata dal fungo Plenodomus tracheiphilus. Rispetto al 2019 c’è stato un crollo nelle vendite del 15%, mentre la superficie coltivata a limoni è scesa del 45%. 

Un problema che ha coinvolto anche il Governo, tanto che nella legge di bilancio approvata nel dicembre 2022 è stato stanziato un fondo di 9 milioni di euro da distribuire dal 2023 al 2025 per sostenere la ricerca e finanziare interventi di prevenzione e il controllo delle patologie sugli agrumi, come la lotta biologica e il ricorso a metodi di produzione integrata.

Silvio Detoma
© fruitjournal.com

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