Sostenibilità ambientale in agricoltura, le misure sul campo

Aumenta l'interesse degli agricoltori, tra gestione sostenibile del suolo e autoproduzione energetica

da uvadatavoladmin
sostenibilità ambientale

Anche in agricoltura si continua a parlare di sostenibilità ambientale, tramite una serie di attività messe in campo, come l’utilizzo delle risorse naturali, le misure per contrastare il rischio idrogeologico, le maniere per salvaguardare la qualità alimentare e della salute e l’innovazione. L’interesse sulla sostenibilità è aumentato nel corso degli anni, come rileva il report di Confagricoltura “AGRIcoltura 100”.

La quota di imprese che ha maturato un interesse medio-alto o alto sul tema della sostenibilità ambientale è passata dal 53,4% al 58%.

Tra gli ambiti, quello che ha avuto maggior presa è quello legato al risparmio nell’utilizzo delle risorse naturali, con un valore pari al 98,7% delle imprese agricole. Seguono la gestione sostenibile dei residui e dei rifiuti, per l’89%, e infine la lavorazione sostenibile del suolo, per l’87,1%

I temi caldi della sostenibilità

Il 60-70% delle imprese ha a cuore la tutela dell’ecosistema e della biodiversità, insieme alla riduzione dei consumi energetici e all’ottimizzazione nell’uso dell’acqua. Più del 90%, invece, è impegnato nel campo della tutela della qualità ambientale e della salute dei consumatori. Il 67% delle imprese agricole sta portando avanti interventi per la gestione del rischio idrogeologico, mentre un’impresa su tre sta applicando pratiche ad alto tasso di innovazione.

sostenibilità ambientale

Non può mancare la gestione idrica. Il 68,5% delle aziende ha attuato almeno un’iniziativa per la riduzione e ottimizzazione dell’utilizzo dell’acqua. La più diffusa è sicuramente l’irrigazione a goccia (40,3%), a seguire ci sono l’irrigazione a bassa pressione (25,5%), gli impianti di irrigazione localizzata (21,8%) e le misure per la conservazione di fossi e drenaggi (19%).

Gestione sostenibile del suolo 

Per quanto riguarda la gestione sostenibile del suolo, il 55,4% delle imprese agricole utilizza la concimazione organica, seguita dalla rotazione colturale e dalla riduzione nell’utilizzo di fertilizzanti, entrambe al 50%. Poco più di un terzo delle aziende in questione lavora il terreno con tecniche a basso impatto, mentre il 30,7% effettua monitoraggi della fertilità del suolo. Altra questione riguarda il monitoraggio e risparmio dei consumi energetici, oltre alla produzione di energie rinnovabili. Più del 60% delle imprese è attiva con varie misure in questo ambito, mentre una su quattro utilizza macchine agricole a ridotto consumo di combustibile. 

Autoproduzione energetica

Le imprese che autoproducono energia sono il 17,1%. Si tratta in particolare di impianti fotovoltaici installati su capannoni per il 16,3%, anche se non mancano metodi alternativi, come gli impianti per la produzione di bioenergia. Più della metà delle aziende (56,2%) mette in atto iniziative di autosufficienza energetica. Tra queste risultano molto attive le aziende che producono ortive e fruttiferi, con circa due su tre impegnate in almeno un’iniziativa. 

In questo modo il 35% delle imprese agricole copre almeno la metà del proprio fabbisogno energetico, il 26% ne copre una quota tra il 25% e il 50%. L’energia autoprodotta dalle aziende, per poco meno del 40% viene utilizzata per i consumi della stessa impresa, mentre il 13,4% la reinveste. Da un lato quindi si cerca una riduzione dei costi operativi e dall’altro si cerca una fonte di ricavo aggiuntivo per ulteriori finanziamenti. 

Agricoltura, cambiamenti climatici e polizze assicurative

L’agricoltura italiana è particolarmente colpita dagli eventi atmosferici estremi, a causa della conformazione territoriale particolare della Penisola. Gli agricoltori, quindi, devono fare i conti con gli effetti di eventi climatici avversi che stanno interessando in maniera crescente le coltivazioni generando impatti allarmanti per la tenuta del settore. A causa della tropicalizzazione del clima si sta andando incontro a un costante innalzamento delle temperature, lunghi periodi di siccità, carenza idrica alternata a precipitazioni violente come grandinate e alluvioni.

Una situazione aggravata dall’erosione del suolo e dal costante abbandono dei terreni agricoli. All’orizzonte però per l’agricoltura potrebbe esserci uno spiraglio; potrebbe, infatti, diventare un attore importante nel mitigare i rischi tramite la stabilizzazione e la conservazione del suolo, promuovendo la biodiversità, gestendo in maniera oculata le risorse idriche. 

agricoltura sostenibile

Precipitazioni abbondanti e grandine sono tra i fenomeni che hanno compromesso maggiormente le colture. Nel report si evince come il 47,5% delle imprese ne è stato coinvolto, il 27,6% anche in modo rilevante. Sul fronte siccità, il 45,1% delle aziende agricole ha subito impatti negativi provocati dal lungo periodo di mancanza di pioggia. Quello che colpisce, però, è la consapevolezza al rischio, che appare invece limitata. Infatti, soltanto poco più della metà delle imprese si ritiene molto o abbastanza esposta a precipitazioni violente e grandine. 

Le imprese agricole affrontano le minacce degli eventi idrogeologici con varie iniziative di difesa attiva (56,6%), la più diffusa delle quali risulta essere la gestione delle acque con fossi, drenaggi e canali di scolo per il 35,7%. Il 22,9% applica misure di razionalizzazione dell’uso delle acque, il 24,9% attua metodi di aratura particolari e infine il 20% utilizza barriere naturali come siepi, alberi e fasce di vegetazione.

Le misure di difesa passiva consistono invece nella sottoscrizione di polizze assicurative. La più utilizzata è quella contro l’eccesso di precipitazioni piovose e contro la grandine per il 23,3%. Soltanto il 10% delle imprese agricole, invece, ha sottoscritto polizze contro gelo e brina, siccità e frane. Nonostante le agevolazioni e l’esistenza di un contributo pubblico l’uso delle polizze assicurative appare comunque limitato. Tra le motivazioni il 38,1% delle aziende non assicurate pone come ragione quella di ritenersi fuori rischio, il 32,1% invece dà la colpa al costo delle polizze, spesse volte molto esose. 

Il futuro dell’agricoltura italiana, in definitiva, si giocherà sul terreno della sostenibilità ambientale. Appare quindi necessario essere al passo coi tempi, per avere una visione del futuro e non trovarsi impreparati.

Silvio Detoma
© fruitjournal.com

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