Xylotrechus chinensis: nuovo insetto in Italia

Noto come cerambicide tigre, il coleottero - ora ritrovato in Italia su gelso - rappresenta una minaccia anche per pero, melo e vite

da uvadatavoladmin
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Noto come cerambicide tigre, Xylotrechus chinensis è attualmente oggetto di valutazione per l’inclusione nella lista EPPO. L’insetto, infatti, potrebbe rappresentare una minaccia per l’agricoltura e per diverse specie da frutto prodotte in Italia. 

Originario dell’Asia, l’insetto è stato segnalato per la prima volta in Europa nel 2013, quando è stato rinvenuto in Spagna. Successivamente, la sua presenza è stata riportata anche in Grecia (nel 2017) e in Francia (nel 2018).

Ora, però, stando a quanto riportato dalla EPPO, alla lista dei Paesi interessati si è aggiunta anche l’Italia, dove Xylotrechus chinensis è stato ritrovato su gelso in provincia di Brescia.

L’allerta dunque è alta, poichè – sebbene finora l’unica specie ospite di X. chinensis sia risultata il gelso – il coleottero rappresenta una minaccia anche per le specie da frutto come il melo, il pero e la vite. Fortunatamente, anche nel caso dell’Italia, tutte le piante di melo, pero e vite monitorate nell’area infestata sono risultate prive di segni riconducibili alla presenza dell’insetto. Tuttavia, considerando la grande importanza economica delle piante ospiti dell’insetto nella regione EPPO e la sua recente introduzione in diversi luoghi, il segretariato dell’Organizzazione ha ritenuto che X. chinensis dovesse essere aggiunto alla lista di allerta.

Xylotrechus chinensis: ciclo biologico

Diversi studi condotti in Giappone e in Catalogna dimostrano che X. chinensis è una specie univoltina, svolge cioè una sola generazione all’anno. Il nome comune, cerambicide tigre, deriva dalla colorazione dell’insetto adulto che si presenta infatti nero e giallo con una lunghezza di circa 15-25 mm. Nel corso della sua vita, ogni femmina può deporre circa 80 uova che, dopo la schiusa, danno origine a larve di colore bianco-crema. Queste vivono all’interno delle piante ospiti, all’interno delle quali svernano, nutrendosi dapprima dei tessuti sottocorticali e in seguito del legno andando più in profondità. Alla fine della primavera, terminato il loro sviluppo, le larve scavano una nuova cavità nello xilema dove si impupano, preparandosi dunque alla metamorfosi per lo stadio adulto. Da giugno ad agosto, gli adulti fuoriescono e possono infestare le colture. 

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Xylotrechus chinensis adulto – Fonte: EPPO

Sintomatologia e danni

Penetrando nella corteccia, lungo i tronchi o alla base dei rami principali, le larve raggiungono i vasi xilematici e floematici. Questa attività delle larve interrompe il trasporto di acqua e sostanze nutritive nell’albero, provocando un graduale indebolimento della pianta, che – in caso di infestazioni più gravi – può portare alla morte. In merito ai sintomi, le piante infestate presentano sulla superficie dei fusti molteplici fori con un diametro di 5-6 mm. A determinarli sono sia le gallerie di sviluppo larvale, sia i fori di sfarfallamento degli adulti. Non è tuttavia da escludere che tali fori possono costituire un fattore predisponente per eventuali alterazioni secondarie causate da patogeni fungini, peggiorando così la gravità dell’infestazione.

Modalità di diffusione

Gli esemplari adulti di questa specie sono capaci di volare, il che ne agevola la diffusione naturale. Lo spostamento da un areale all’altro è favorito dal fatto che le femmine sono attratte dai maschi grazie alla loro produzione di un feromone maschile. Tale diffusione però non spiega come questi insetti siano in grado di superare interi oceani. Sulle lunghe distanze, infatti, direttamente responsabile della diffusione di X. chinensis è il commercio di piante e legname. In particolare, la movimentazione di legno grezzo utilizzato per imballaggi, proveniente dalle aree in cui l’insetto è presente in modo conclamato, potrebbe rappresentare la via preferenziale di introduzione. Un evento che conferma tale ipotesi risale al 2007, quando la Germania ha intercettato X. chinensis su materiale da imballaggio in legno importato dalla Cina.

Controllo

Il controllo di questa specie risulta piuttosto difficile in quanto, come già precedentemente detto, l’insetto trascorre gran parte del suo ciclo vitale sotto forma di larva all’interno del legno. Tra le opzioni di controllo non è da escludere la rimozione degli alberi infestati al fine di impedirne la successiva diffusione. Talvolta possono essere sufficienti anche trattamenti effettuati con spray insetticidi sui tronchi per prevenire l’ovideposizione da parte delle femmine, oppure attraverso l’iniezione diretta nel tronco di prodotti specifici contro le larve. Data la modalità di riconoscimento tra gli insetti attraverso i feromoni, una strategia di controllo efficace per il coleottero può essere rappresentata anche dalla confusione sessuale, con l’utilizzo del feromone maschile. In Catalogna, inoltre, è stato sperimentato il controllo attraverso insetti ausiliari: una vespa autoctona, Stephanus serrator, si è dimostrata un possibile parassitoide di X. chinensis.

Al momento, per quanto riguarda l’Italia, il Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia – regione interessata dalla presenza dell’insetto – sta svolgendo un’attività di sorveglianza sul territorio, mediante l’analisi visiva delle piante ospiti alla ricerca dei segni di eventuali infestazioni. Inoltre, sono state posizionate delle trappole al fine di valutare l’efficacia di un attrattivo generico per le specie del genere Xylotrechus.

In ogni caso, considerati i danni che può arrecare alle colture e la possibilità di inclusione nella lista EPPO, appare evidente la necessità di monitorare attentamente la diffusione di  Xylotrechus chinensis sul territorio e implementare misure di controllo per prevenire potenziali ripercussioni e un’ulteriore minaccia per il settore.

 

Donato Liberto
© fruitjournal.com

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