Macchine per la raccolta delle nocciole?

In Basilicata si sono impiantati 300 nuovi ettari di nocciole e la raccolta meccanizzata ne agevola le operazioni

da Redazione FruitJournal.com

Con produzioni d’eccellenza, il comparto della frutta a guscio in Italia continua ad attirare investimenti e curiosità di ricercatori e produttori che, da Nord a Sud, si aprono a sperimentazioni e utilizzi delle macchine per la raccolta delle nocciole.

Particolarmente trainante risulta la corilicoltura. É settore in cui l’Italia conserva saldamente il secondo posto a livello mondiale, dopo la Turchia, con una produzione di nocciole che oggi si attesta su 165.000 tonnellate, cifra raddoppiata rispetto all’annata precedente.

Come emerso da uno studio elaborato da Besana, nel panorama italiano, accanto alle storiche regioni produttrici, come Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia, oggi si aggiunge la Basilicata. Proprio nella regione lucana, infatti, sono stati impiantati circa 300 nuovi ettari di nocciole in aziende agricole che hanno aderito al “Progetto nocciolo Italia” della Ferrero, tramite la Rete di impresa “Basilicata in Guscio”.

Secondo quanto riportato nell’articolo pubblicato sulla rivista Agrifoglio, a cura di Giovanni Pecora, Dottorato in Scienze Agrarie, Forestali e degli Alimenti, i primi risultati della raccolta meccanizzata, pari a circa 10 q, hanno evidenziato che la resa degli impianti di nuova generazione è stata soddisfacente (con una media di 750 grammi per pianta). Inoltre, non sono stati rilevati danni meccanici alle nocciole.

L’utilizzo di macchine per la raccolta delle nocciole – si legge nell’articolo – ha consentito anche di raccogliere nocciole in periodi ravvicinati, aumentando la qualità finale del raccolto e, dunque, consentendo di aumentare la redditività per ettaro coltivato.

D’altra parte, come la Basilicata, sono diverse le regioni italiane che recentemente hanno attivato programmi e sperimentazioni nel settore. Basta guardare il caso dell’Umbria, dove il settore della frutta a guscio è sostenuto anche dalle misure del Psr, con un programma che prevede un finanziamento pubblico di 5,7 milioni di euro e l’impianto di circa 1300 ettari di noccioleto.
Al progetto hanno aderito tre aziende capofila cui sono collegate complessivamente 170 imprese agricole. Il valore è di oltre 12 milioni di euro di investimenti complessivi e le imprese agricole hanno già stipulato accordi con le imprese di trasformazione.

Difatti, nonostante il crescente interesse per la coltura da parte del settore agricolo nazionale, la filiera italiana del nocciolo non riesce ancora a soddisfare pienamente il fabbisogno industriale di trasformazione, in costante aumento.

macchine per la raccolta delle nocciole

Con il progressivo incremento della domanda, le aziende dolciarie richiedono standard qualitativi sempre più elevati e necessitano di una nocciola sgusciata, sana e priva di difetti. Del resto, a livello di ettari coltivati a nocciolo, attualmente il Belpaese è ai massimi storici (fonte: FAO): dai 52.600 ettari di inizio anni Sessanta, oggi le superfici coltivate contano oltre 79.000 ettari. All’interno di queste, si annoverano anche produzioni di qualità come la Tonda Gentile, la Tonda di Giffoni IGP e la Tonda Gentile Romana DOP.

Così, tra progetti e ricerche, il nocciolo continua a guadagnare consensi in tutto il comparto agricolo nazionale, determinando un progressivo aumento delle zone – soprattutto del Sud Italia – che decidono oggi di convertirsi a questa coltura.

 

 

Ilaria De Marinis
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