Dichiarando falsamente di coltivare i terreni, un consorzio di aziende edili della Murgia barese avrebbe percepito indebitamente 135 mila euro di fondi pubblici Agea destinati all’agricoltura. Denunciati in sei.
A scoprire i presunti illeciti, la Guardia di Finanza di Altamura che ha denunciato per truffa aggravata sei persone, tra le quali tre componenti del consiglio di amministrazione di un consorzio edile che raggruppava diverse imprese murgiane operanti nel campo delle costruzioni edili.
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Ad Altamura, nel barese, in sei sono stati denunciati per una truffa in agricoltura da 135mila euro. È quanto scoperto dalla Guarda di Finanza di Altamura, coordinata dal I Gruppo Bari, nell’ambito di un’attività investigativa nel settore degli aiuti in campo agricolo.
I sei, tutti di Altamura, sono stati segnalati alla Procura di Bari per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Tre di loro erano membri del consiglio di amministrazione di un Consorzio che raggruppava diverse imprese murgiane operanti nel campo delle costruzioni edili, costituito per realizzare opifici industriali su terreni di proprietà delle consorziate, in attuazione di un Accordo di Programma previsto da una Legge della Regione Puglia del 1994.
La finalità consortile però non si realizzava e così i consiglieri deliberavano di utilizzare i citati terreni per richiedere i contributi comunitari all’Agenzia Generale per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA).
Le indagini hanno permesso di ricostruire, a partire dal 2011, l’iter per la richiesta di contributi pubblici relativi alla coltivazione di oltre 26 ettari di terreno. Nello specifico, al fine di ottenere i «titoli gratuiti» dall’Agea e creare i presupposti di fatto e di diritto per percepire i contributi pubblici comunitari, «uno dei tre consiglieri, di concerto con gli altri due, simulava l’avvio di una nuova attività agricola, di fatto fittizia, dichiarando falsamente di coltivare i terreni, per i quali, dal 2011 al 2013, chiedeva e otteneva aiuti economici che venivano accreditati sul conto corrente del Consorzio.
Nel 2014 e nel 2017, gli stessi “titoli” venivano ceduti rispettivamente ad altri due agricoltori – a conoscenza della loro “tossicità” – e utilizzati da questi ultimi per ricevere i contributi dall’Agea. Fra i denunciati, anche il responsabile di un Centro Assistenza Agricola che aveva gestito i fascicoli aziendali e trasmesso le domande di aiuto all’Organismo Pagatore (AGEA).
I sei sono stati segnalati anche alla Corte dei Conti di Bari, in relazione al danno erariale cagionato, nonché all’Organismo pagatore (AGEA), per la sospensione di ulteriori erogazioni e per il recupero delle somme illecitamente percepite.
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La Redazione
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