Addio al Green Pass, in salvo le operazioni di raccolta

Per mesi la certificazione verde in agricoltura aveva rappresentato un ostacolo nel recupero di manodopera da impiegare nelle operazioni di raccolta

da uvadatavoladmin
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Il primo giorno di maggio ha sancito definitivamente l’addio al Green Pass: dopo mesi, il QR code della certificazione verde diventa un ricordo.

Emblema di un graduale rientro dell’emergenza sanitaria, l’addio al Green Pass è stato accolto con particolare favore dal mondo agricolo.

Per mesi, infatti, l’obbligo della certificazione verde in agricoltura aveva rappresentato un ostacolo nel recupero di manodopera da impiegare nelle operazioni di raccolta nei campi.

“L’addio al green pass – scrive infatti Coldiretti – salva i raccolti agricoli garantiti in Italia dalla presenza nelle campagne di lavoratori stranieri, che rischiavano di essere bloccati da appesantimenti burocratici e costi dovuti a regole sanitarie diverse o all’uso nei propri Paesi di vaccini come Sinovak o Sputnik non riconosciuti”.

La decisione, come sottolineato anche dall’associazione, arriva proprio nel momento in cui la domanda di lavoro in agricoltura si fa più crescente, in vista dell’avvio delle operazioni di raccolta delle principali produzioni di frutta. Specialmente se si considera che “in Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da mani straniere con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi diversi”.

A tal proposito, secondo il Dossier realizzato dal Centro Studio e Ricerche Idos, la manodopera straniera impiegata in agricoltura fornisce più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore. “Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero – precisa la Coldiretti – e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese”.

Guardando il quadro complessivo, dunque, l’addio al green pass rappresenta un fattore decisivo per il comparto che, potendo ora contare nuovamente sulla manodopera estera, potrà assicurarsi il regolare svolgimento delle operazioni di raccolta.

D’altra parte, come ribadito da Coldiretti, occorre necessariamente “velocizzare il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, ammessi all’ingresso con il decreto flussi, di poter arrivare in Italia per lavorare nelle imprese agricole al più presto”.

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

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