La cipolla e l’impatto della siccità

Ne parla uno studio che, partendo da una revisione globale dell’impatto della siccità sulla coltura, punta a offrire nuovi spunti per lo sviluppo di genotipi resilienti

da uvadatavoladmin
la cipolla

Come tante colture del panorama agroalimentare italiano, anche la cipolla sta affrontando un periodo di difficoltà, dovuto all’aumento delle temperature che sta alterando significativamente la risposta dell’ortaggio agli stress, con conseguenze significative per tutto il comparto produttivo nazionale.

Sebbene poco esigente in quanto ad acqua, anche la cipolla quest’anno ha risentito della carenza idrica. Specialmente in regioni come la Sicilia, da mesi alle prese con l’emergenza siccità. Già gli anni 2022 e 2023, d’altronde, erano stati particolarmente critici per la produzione di cipolle in Italia. Le estati torride, infatti, hanno avuto effetti preoccupanti, compromettendo la resa dei bulbi e rendendo difficile la loro conservazione. Un fenomeno che, anche in una dimensione proiettata al futuro, sempre più dettato da strategie di risposta alle nuove condizioni climatiche, ha spinto gli esperti a svolgere una review sull’impatto della siccità sulla cipolla, al fine di dare nuovo impulso alla ricerca e – guardando più avanti – allo sviluppo di genotipi tolleranti alla siccità

La cipolla, coltivata con radici poco profonde e in condizioni di deficit idrico, è particolarmente suscettibile alla siccità, con rischi elevati durante la fase di crescita e bulbificazione. 

Come sottolineato, infatti, lo stress da siccità ha un impatto negativo sui parametri morfologici della coltura come l’altezza della pianta, il numero di foglie e la superficie fogliare, con conseguenti perdite di resa significative fino al 65% nelle cipolla. Ma a risentirne sono anche gli aspetti agromorfologici, fisiologici, biochimici e genetici della coltura che, in risposta a questi effetti, hanno sviluppato varie strategie di adattamento. Tali strategie, però, da sole non bastano.

la cipolla 2

Di qui l’invito da parte dei ricercatori a puntare sulla variabilità genetica della cipolla che, altamente diversificata, con 1.000 specie in tutto il mondo, può essere sfruttata per identificare o creare nuove varietà con elevate prestazioni e resistenza agli stress abiotici, in particolare alla siccità. Gli studi sulla questione al momento sono scarni e per un migliore utilizzo delle risorse genetiche della coltura sarà necessario investire ulteriormente in lavori di ricerca sempre più mirati. Come si legge nello studio, i meccanismi fisiologici, insieme all’architettura molecolare e metabolica correlata alla resistenza, devono ancora essere pienamente compresi, ma la selezione e lo sviluppo di varietà tolleranti possono rappresentare un primo importante step. Accanto a questo, gli esperti offrono una serie di suggerimenti: primo fra tutti, sarà fondamentale condurre un’analisi trascrittomica dei genotipi di cipolla per identificare i geni associati alla tolleranza alla siccità, così da facilitare lo sviluppo di marcatori molecolari e la selezione di genotipi tolleranti. In seconda battuta, sarebbe interessante valutare l’impatto benefico di estratti vegetali, rizobatteri, ormoni della crescita e pratiche agronomiche specifiche sulle piante di cipolla in condizioni di stress idrico. I risultati ottenuti, integrati in un approccio olistico, potrebbero ampliare l’attuale conoscenza dell’incidenza della siccità sulla coltura e contribuire allo sviluppo di varietà tolleranti e resistenti, aprendo così nuove frontiere per il comparto. 

 

Ilaria De Marinis
© fruitjournal.com

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