Il pomodoro è una delle colture orticole più importanti in Italia. In base alle varietà e alle tecniche di coltivazione si può fare una distinzione tra pomodoro da mensa, destinato al consumo fresco, e pomodoro da industria, utilizzato principalmente per la trasformazione. Entrambe le tipologie, però, condividono nemici comuni, sia parassiti che patogeni che possono comprometterne la produttività. Tra questi, particolarmente insidiosa è la nottua gialla del pomodoro, nota ai sistemici come Helicoverpa armigera. Le sue infestazioni raggiungono il loro picco nei mesi caldi dell’anno, da luglio a settembre. Sebbene il pomodoro sia la pianta più colpita negli areali italiani, H. armigera è un insetto estremamente polifago, capace di attaccare anche altre colture come peperone, melanzana e patata, complicando ulteriormente la sua gestione. Data la polifagia e i gravi danni che questo parassita può causare, soprattutto al pomodoro, diventa fondamentale capire come contrastarlo efficacemente. Ma come si può intervenire?
Conoscere a fondo la nottua gialla del pomodoro e il suo ciclo biologico è fondamentale per comprendere quando e come intervenire, sfruttando al meglio le fasi critiche dello sviluppo dell’insetto per ridurre i danni alle colture.
Helicoverpa armigera, appartenente alla famiglia dei Nottuidi, è un lepidottero caratterizzato da un comportamento prevalentemente notturno. Questo parassita è capace di percorrere lunghe distanze sfruttando le correnti d’aria per spostarsi da una coltura all’altra. Il suo ciclo biologico è strettamente legato alle condizioni climatiche: nelle regioni meridionali d’Italia può compiere fino a 4 generazioni all’anno, con un picco di attività tra luglio e settembre, quando le temperature oscillano tra i 25 e i 30°C.
In primavera, tra fine aprile e inizio maggio, gli adulti del nottuide emergono dal terreno, dove le crisalidi hanno svernato. Gli adulti, con un’apertura alare di 35-40 mm, si distinguono per la colorazione delle ali: le femmine presentano ali anteriori di colore giallastro-rugginoso, mentre quelle dei maschi, meno appariscenti, sono caratterizzate da tonalità tendenti al grigio-verde. Dopo l’accoppiamento, le femmine depongono le uova sulle piante ospiti, come il pomodoro. Le uova, di circa 0,5 mm di diametro, si schiudono nel giro di pochi giorni, dando vita alle larve, che inizialmente sono di colore giallo con capo nero. Queste larve si nutrono voracemente di foglie e frutti, attraversano 5-6 stadi evolutivi, crescendo rapidamente e cambiando colorazione. Le larve mature, ben segmentate e con tubercoli piliferi, si distinguono per due bande biancastre ondulate sui fianchi. Quando raggiungono la maturità, si interrano a una profondità di 3-8 cm per trasformarsi in crisalidi, da cui emergerà una nuova generazione di adulti dopo 2-3 settimane.
Danni provocati da Helicoverpa armigera
È durante lo stadio larvale che il lepidottero provoca i danni più gravi. Le larve si nutrono delle foglie, compromettendo la capacità fotosintetica della pianta, e penetrano nei frutti, scavando gallerie. Questo porta alla caduta precoce delle bacche acerbe e rende i frutti maturi più suscettibili a infezioni secondarie. I fori creati dalle larve, infatti, non solo danneggiano il frutto, ma fungono da vie di ingresso per numerosi agenti patogeni, tra cui batteri e funghi responsabili di marciumi. Questi marciumi, una volta insediati, possono diffondersi rapidamente, portando al deterioramento completo delle bacche e rendendole inadatte alla commercializzazione.
Strategie di difesa contro la nottua gialla del pomodoro
A fronte di gravi danni che H. armigera può causare, è essenziale adottare misure di difesa efficaci. Il primo passo per un controllo ottimale è il monitoraggio. L’uso di trappole sessuali, installate a fine aprile durante i primi voli degli adulti, permette di valutare la densità della popolazione e di individuare i momenti di maggiore rischio. Tra le tecniche preventive, l’uso delle reti antinsetto, posizionate all’ingresso delle serre (nel caso del pomodoro da mensa), rappresenta una barriera fisica utile per prevenire l’attacco della nottua gialla alle colture. Un altro metodo utile nella lotta contro il lepidottero è rappresentato dalle lavorazioni del terreno a fine inverno. Queste operazioni aiutano a esporre le forme svernanti dell’insetto, ovvero le crisalidi, portandole alla luce e riducendone così la sopravvivenza prima dell’inizio della stagione successiva.
La lotta vera e propria contro H. armigera si basa principalmente su interventi chimici, la cui efficacia è strettamente legata alla tempestività. Trattare le colture subito dopo la schiusa delle uova, quando le larve sono ancora vulnerabili, è fondamentale. Una volta penetrate all’interno delle bacche, infatti, le larve diventano difficilmente raggiungibili dai fitofarmaci, riducendo l’efficacia dei trattamenti. Intervenire precocemente consente di limitare in modo significativo l’impatto del parassita, prevenendo danni irreversibili alla coltura.
In conclusione, affrontare la nottua gialla del pomodoro non si riduce a un singolo intervento, ma richiede una strategia integrata che consideri tutti gli aspetti del ciclo biologico e dei danni provocati. Tecniche come il monitoraggio tramite trappole, l’uso di reti antinsetto e la lavorazione del terreno svolgono un ruolo chiave nella prevenzione. Solo attraverso un approccio consapevole e mirato è possibile proteggere le produzioni di pomodoro, garantendo sostenibilità e qualità alle colture.
Donato Liberto
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