Fisiopatie del peperone: cause e prevenzione

Vigorosa ma sensibile, la pianta del peperone può sviluppare una serie di fisiopatie a causa di fattori ambientali e agronomici. Quali sono e come possono essere prevenute?

da uvadatavoladmin
fisiopatie del peperone

Compatta e vigorosa, la pianta del peperone è apprezzata per la sua capacità di produrre frutti abbondanti e di qualità. Coltivabile sia in pieno campo che in serra, questa coltura è in grado di garantire una crescita rapida e uniforme, a patto che venga coltivata in condizioni ottimali. Nonostante le sue numerose qualità, infatti, la pianta del peperone è sensibile a una serie di fattori ambientali e pratiche agronomiche che possono influire negativamente sul suo sviluppo. Fattori di stress ambientali o gestionali come irrigazioni irregolari, eccessiva esposizione solare, o carenze nutrizionali possono infatti portare alla comparsa di fisiopatie del peperone, alterazioni fisiologiche che compromettono non solo l’aspetto esterno dei frutti, ma anche la loro qualità interna e, di conseguenza, la resa complessiva della coltura. Per questo motivo, è fondamentale adottare strategie preventive e una gestione agronomica accurata per evitare tali complicanze e garantire raccolti di successo.

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Fenditure su frutto di peperone

Le fisiopatie del peperone più comuni

Date le particolari esigenze eco-fisiologiche del peperone è facile attendersi una serie di fisiopatie indotte dall’ambiente di coltivazione non ottimale. Tutte le alterazioni sono superficiali e interessano solo marginalmente i tessuti della polpa dei frutti di peperone. Fra quelle più frequenti, sia in ambiente protetto che in pieno campo, si possono citare:

  • necrosi apicale o marciume apicale (blossom-end rot), è una delle fisiopatie più comuni e temute nella coltivazione del peperone. Questo disturbo si manifesta con una zona necrotica nella parte terminale del frutto, che tende a scurirsi e seccarsi nel tempo. La causa principale è una carenza di calcio, dovuta spesso a un’assorbimento non adeguato di questo elemento da parte della pianta. Tuttavia, anche un’alta salinità del suolo, irrigazioni non corrette o una crescita troppo rapida delle piante possono favorire l’insorgenza del problema. Il calcio, infatti, è un elemento poco mobile all’interno della pianta e una disponibilità insufficiente, specialmente nei frutti in rapido accrescimento, può portare alla necrosi.
  • fenditure e microfessure dei frutti, questi danni possono essere indotti da repentini cambiamenti nelle condizioni ambientali, come variazioni nella disponibilità di acqua o sbalzi termici. Quando i frutti subiscono un incremento troppo rapido di turgore a causa di una pioggia improvvisa o di un’irrigazione intensa dopo un periodo di siccità, la buccia del frutto si può spaccare. Questi danni, anche se superficiali, riducono la commerciabilità del prodotto e lo rendono più vulnerabile all’ingresso di infezioni secondarie.
  • colpo di sole e foto-ossidazione, sono danni causati dall’esposizione diretta e prolungata al sole. I frutti esposti sviluppano macchie decolorate o anelli chiari e depressi, che successivamente possono diventare necrotici. Per ridurre l’incidenza di questo problema, è importante mantenere una copertura fogliare adeguata che protegga i frutti dall’esposizione diretta alla luce solare. Inoltre, un’adeguata gestione dell’irrigazione aiuta a evitare lo stress idrico, che può aumentare la sensibilità della pianta alla luce intensa.
  • maculatura fisiologica (stip), si manifesta con tacche brune sui frutti verdi o tacche verde-nerastre sui frutti maturi. Questo fenomeno, causato dall’accumulo di ossalati di calcio, è spesso associato a condizioni di stress nutrizionale o idrico. Anche se non altera direttamente la qualità interna del frutto, ne compromette l’aspetto estetico, riducendone il valore di mercato.

Altre fisiopatie del peperone includono aborto dei fiori, problemi di allegagione, distacco del calice e del peduncolo, frutti appiattiti e clorosi che, in assenza di cause patologiche, possono essere causati dalla sensibilità della pianta al ristagno idrico.

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Colpo di sole su frutto di peperone

Prevenzione e gestione delle fisiopatie

La prevenzione delle fisiopatie nel peperone passa per una gestione agronomica attenta e consapevole. Innanzitutto, è fondamentale monitorare attentamente le esigenze idriche della pianta. Un’irrigazione regolare, ma ben calibrata, è essenziale per evitare sia il ristagno d’acqua che lo stress idrico. Anche il controllo della salinità del suolo e della soluzione nutritiva è cruciale, in particolare nelle coltivazioni in serra, dove l’accumulo di sali può essere un problema più marcato.

La fertilizzazione deve essere bilanciata, con particolare attenzione alla disponibilità di calcio, magnesio e potassio, elementi fondamentali per la salute della pianta e la qualità dei frutti. Inoltre, è importante evitare il trapianto delle piantine troppo in profondità e garantire una buona aerazione del suolo per prevenire l’insorgenza di problemi legati all’asfissia radicale, che nei primi stadi di sviluppo delle piantine potrebbe risultare anche fatale.

Infine, è utile adottare tecniche colturali che riducano l’esposizione dei frutti al sole, come la gestione della chioma e l’uso di reti ombreggianti nei periodi più caldi dell’anno. Questi accorgimenti non solo proteggono i frutti dai danni da foto-ossidazione, ma contribuiscono anche a mantenere un microclima più favorevole allo sviluppo della pianta.

 

Donato Liberto
© fruitjournal.com

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