Finalizzata alla produzione del cosiddetto grumolo e radicata nelle antiche tradizioni mediterranee, la coltivazione del finocchio continua a suscitare l’interesse di agricoltori e appassionati di orticoltura. Il finocchio non è una coltura molto esigente e per questo la sua coltivazione non risulta particolarmente difficile. Tuttavia, per ottenere ortaggi di buona dimensione, la coltura richiede diverse accortezze, soprattutto se il terreno non è più che favorevole. L’organo destinato al consumo umano – il grumolo – è infatti una struttura vegetale che si accresce all’interno del terreno. Prestare attenzione alle esigenze del finocchio da un punto di vista pedologico è dunque un primo passo fondamentale.
Il terreno ideale per la coltivazione del finocchio deve essere di medio impasto, dotato di un elevato contenuto di sostanza organica e ben drenante, con un pH compreso tra 5,5 e 7.
Le operazioni colturali da effettuare per la preparazione del terreno prima di seminare o trapiantare le giovani piantine sono prioritarie al fine di garantire il successo della coltivazione di questa specie orticola. La presenza all’interno dell’appezzamento di un’altra coltura, la specie eventualmente coltivata in precedenza, la tipologia di terreno a disposizione e la scelta di seminare piuttosto che trapiantare sono tutti fattori che influenzano la complessità e il numero delle operazioni colturali che si rendono necessarie per avviare la coltivazione di questa specie orticola.
La coltivazione del finocchio e la preparazione del terreno
La lavorazione del terreno si effettua solitamente in 4 passaggi, ma questi possono anche essere ridotti in base a quanto detto in precedenza. Questi prevedono:
- pulizia del terreno, rimozione di coltivazioni precedenti o manto erboso;
- vangatura, possibilmente profonda, eliminando l’eventuale presenza di scheletro consistente (sassi di grandi dimensioni);
- zappatura al fine di rompere le zolle formatesi con le operazioni precedenti di vangatura, favorendo una superficie abbastanza fine;
- spianatura, da effettuare soprattutto se si intende procedere direttamente con la semina in pieno campo.
Durante la crescita delle piante, poi, si rendono necessarie ulteriori operazioni per evitare compattazioni eccessive del terreno, particolarmente dannose per l’ingrossamento del grumolo del finocchio. Questa pianta orticola, al pari di molte altre, inoltre, teme la presenza e la competizione nei confronti delle erbe infestanti. Per questo spesso si preferisce seminare i finocchi in semenzaio e poi trapiantarli, mettendo a dimora nell’orto piante già formate e in grado di competere meglio con le malerbe. In ogni caso, durante la crescita delle piante, si rendono necessarie numerose e frequenti operazioni di sarchiatura per eliminare le erbe infestanti e al contempo mantenere soffice il terreno.
Sesto d’impianto delle piante di finocchi
Oltre a garantire una corretta gestione del terreno, altrettanto importante è la scelta del corretto sesto di impianto. La forma e dimensione degli ortaggi, infatti, oltre a variare in funzione delle varietà, del grado di nutrizione e della presenza più o meno abbondante di acqua, possono essere influenzate anche dal sesto d’impianto. Il sesto d’impianto ideale per la coltivazione del finocchio deve essere di circa 30 cm sulla fila e di circa 50-70 cm tra le file, così da consentire il passaggio delle macchine operatrici per effettuare le operazioni di sarchiatura. Diversamente, sesti di impianto più fitti favoriscono la formazione di grumoli più allungati e stretti, meno appetibili sul mercato.
Oltre alla sarchiatura, altre operazioni colturali estremamente importanti durante la coltivazione del finocchio sono quelle relative al rincalzo.
Le operazioni di rincalzo sono molto utili per l’imbianchimento o imbiancatura del finocchio. Attraverso queste operazioni accessorie è infatti possibile migliorare la qualità e la pezzatura degli ortaggi prodotti. A tale operazione, però, spesso viene associato un errore comune, ovvero quello di rincalzare il grumolo già formato e prossimo al raccolto, facilitando l’attacco di insetti e patogeni. Al contrario, per ottenere un reale beneficio, le operazioni di rincalzo vanno eseguite in anticipo: si può procedere con una rincalzatura 15 giorni prima della raccolta oppure con 3-4 operazioni di rincalzo da effettuare durante l’ingrossamento dei grumoli.
Come si vede, per l’ottenimento di finocchi di buona qualità occorre operare durante tutte le fasi di sviluppo delle piante. Solo attraverso interventi precisi e programmati, infatti, è possibile creare le condizioni pedologiche ottimali per la crescita dell’organo edibile di questa specie orticola.
Donato Liberto
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