Sono giunte ieri, da un produttore pugliese, le segnalazioni di attacchi di cocciniglia del corniolo (Parthenolecanium corni) su impianti di pesco della valle dell’Ofanto.
Più comune nelle regioni settentrionali dell’Italia orientale, la cocciniglia del corniolo è una specie molto polifaga che si trova su specie arboree e arbustive.
Sebbene ancora localizzata, conoscerne caratteristiche e ciclo biologico è fondamentale per poter intervenire tempestivamente, scongiurando eventuali danni alle colture.
Cocciniglia del corniolo: morfologia e ciclo biologico
Le femmine adulte, non mobili e di colore brunastro, hanno una lunghezza di circa 4-7 mm con un corpo ovale percorso da solchi. Diversamente, gli individui maschi presentano una lunghezza molto inferiore rispetto alla femmina, circa 2 mm di lunghezza. Poco diffusi, i maschi sono dotati di ali e mostrano una colorazione giallognola.
La cocciniglia del corniolo compie una/due generazioni all’anno, sverna come neanide di seconda età (giovane femmina) sui tralci o sul tronco. In primavera, lo sviluppo della neanide si completa e al termine della stagione le femmine – che generalmente si riproducono per partenogenesi – depongono tra le 2000 e 3000 uova. Dopo 2-4 settimane, le neanidi di prima generazione escono e vanno a posizionarsi sulle foglie e successivamente sui tralci.
L’ovideposizione avviene tra la primavera e l’inizio dell’estate. A questa generazione può seguirne una seconda, a fine estate (settembre). In autunno, poi le neanidi lasciano le foglie e migrano sui rami, dove svernano tra le fessure della corteccia.
Sintomatologia e danni
La cocciniglia del corniolo infesta soprattutto la pagina inferiore delle foglie, disponendosi lungo le nervature e nei pressi dei peduncoli dei frutti. Durante l’inverno, invece, si localizza sui rami. Il danno è provocato dalle punture trofiche e dalla produzione di melata che stimola lo sviluppo delle fumaggini. Questo causa un deperimento generale sia per la sottrazione di linfa, che per il rallentamento dell’attività fotosintetica, dovuto proprio alla produzione di melata.
Se lasciato proliferare, senza interventi mirati, i danni causati dalla cocciniglia del corniolo possono dunque assumere notevole importanza.
Come intervenire
In caso di forti infestazioni, la lotta contro questa cocciniglia è di tipo chimico. Questo perché la difesa biologica, da un lato non dispone ancora di prodotti efficaci nei confronti del patogeno, dall’altro necessita di una maggiore precisione e focalizzazione degli interventi.
Nel caso della lotta chimica, invece, si eseguono interventi alla caduta delle foglie, per combattere le neanidi svernanti, con oli bianchi attivati con fosforganici o piretroidi.
Per i produttori in regime integrato, infine, si consiglia di monitorare la consistenza dell’infestazione per valutare interventi specifici in corrispondenza della fuoriuscita delle neanidi, oppure l’uso di agrofarmaci per il controllo di scafoideo, con azione collaterale contro le cocciniglie.
Ilaria De Marinis
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