Biostimolanti per produzioni di qualità

Calibri maggiori, crescita omogenea e maggiore resistenza: con Luigi Di Nardo scopriamo vantaggi e risultati ottenuti in campo con i biostimolanti

da uvadatavoladmin
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Attualmente, sempre più aziende agricole decidono di introdurre prodotti biostimolanti per ottenere produzioni di qualità e più sostenibili. Tra queste, l’azienda agricola Di Nardo Luigi, attività che si estende per quasi 18 ettari nel comune di Sessa Aurunca (Ce). All’attivo da quattro generazioni, l’azienda produce nettarine e percoche sotto serra, oltre che kiwi.

Nell’ultimo numero di Fruit Journal “Speciale Biostimolanti“, Luigi Di Nardo – titolare dell’omonima azienda agricola – racconta la sua personale esperienza con questi prodotti.

Da quanto tempo impieghi biostimolanti nelle produzioni?

Abbiamo introdotto questi prodotti già da quattro anni. Il primo anno ho effettuato delle prove in alcuni settori, ma sin da subito ho notato grandi differenze. Tanto che l’anno dopo ho iniziato a coinvolgere tutta la produzione e a “sponsorizzare” l’impiego di questi prodotti.

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Quali vantaggi ne hai tratto?

Tra gli aspetti più evidenti ho potuto riscontrare un colore della foglia molto più verde e una crescita più veloce e omogenea della pianta. Sin da subito la pianta ha mostrato dei miglioramenti significativi da più fronti. E tutto questo fino al momento della raccolta. Inizialmente non ho raccontato a nessuno di queste prove che stavo facendo in campo, ma chiunque si trovava a osservare il mio raccolto notava la differenza. Solo così ho avuto la certezza che non erano solo i miei occhi a riscontrare questi progressi. Durante la raccolta, la frutta si stacca meglio dall’albero, indice di una freschezza ottimale. In più, aumenta il calibro e il colore dei frutti appare molto intenso. E la pianta si prepara diversamente per l’anno dopo, presentando una gemma molto più forte e resistente.

Insomma, tanti fattori positivi che mi hanno portato così a riorganizzare l’azienda in una visione nuova, che prevede l’utilizzo di tutta una serie di prodotti biostimolanti.

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A parte i dubbi iniziali, è stato difficile introdurre questi prodotti?

No, per niente. L’unica vera difficoltà l’ho riscontrata nel capire il giusto dosaggio. Questo, infatti, dipende da diversi fattori: specie, varietà, temperature, territorio. In più, utilizzare questi prodotti sotto serra è più complesso rispetto all’impiego in campo aperto e bisogna stare attenti. A parte il dosaggio, però, tutto il resto è stato semplicissimo. E i risultati si notano già dopo i primi 10 giorni dalla prima applicazione.

In termini di costi, invece, com’è stato l’approccio con i biostimolanti?

All’inizio ho sbagliato i dosaggi, quindi ho avuto una spesa maggiore. Poi, una volta compreso bene quantità e tempi, il costo per ettaro si è abbassato. Inoltre, si tratta di prodotti naturali e questo è fondamentale, specie per un’azienda come la mia dove si produce frutta a residuo zero. Se oggi riesco a ottenere frutti di alta qualità è grazie ai biostimolanti. Complessivamente dunque il bilancio è positivo e infatti consiglio vivamente a tutti l’introduzione di prodotti biostimolanti. I risultati si vedono ad occhio nudo e sin da subito. A mio parere sono davvero prodotti eccezionali.

 

Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com

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