Segnalato in Portogallo un focolaio di Elsinoë fawcettii, il fungo che provoca la scabbia degli agrumi, con conseguenze sulla qualità dei frutti.
Per la prima volta è stato segnalato in territorio europeo un focolaio di Elsinoë fawcettii, un fungo che – diffuso nelle zone agrumicole di America, Africa, Asia sudorientale e Oceania – provoca la scabbia degli agrumi.
La malattia (Citrus scab) colpisce principalmente la qualità esterna del frutto e ha quindi un impatto maggiore sulle produzioni destinate al mercato del consumo fresco. Tra le colture maggiormente colpite si annoverano arance, mandarini, pompelmi e limoni.
A preoccupare adesso è la segnalazione di un focolaio di Elsinoë fawcettii in Portogallo. La presenza di questo fungo, infatti, non era mai stata rintracciata nella agrumicoltura mediterranea.
La scoperta è avvenuta durante una prospezione effettuata su campioni di agrumi (C. deliciosa, C. limon e C. reticulata) nell’isola di São Miguel nel luglio 2021. La presenza di Elsinoë fawcettii è stata poi confermata in dicembre, quando è stata segnalata su frutti raccolti in tre piccoli frutteti nei comuni portoghesi.
Al momento, le autorità fitosanitarie del Paese stanno conducendo ulteriori indagini per valutare la presenza del fungo sull’isola e l’origine del focolaio.
Nel frattempo, sono state adottate misure di eradicazione, vietando la circolazione di agrumi al di fuori delle zone interessate e promuovendo campagne di informazione per prevenire il movimento di piante infette all’esterno.
Come chiarito da Antonio Vicent del centro per la protezione delle piante e la biotecnologia dell’Ivia (Istituto valenciano di ricerche agrarie), “la scabbia degli agrumi causata da Elsinoë spp. si caratterizza per la presenza di croste suberose sulle foglie e sulla crosta dei frutti. In generale, queste lesioni sono poco specifiche e possono essere facilmente confuse con danni dovuti al vento o ad altre alterazioni”.
“Le temperature ottimali per l’infezione sono comprese tra 23 e 27ºC. Il periodo di incubazione, che va dall’inizio dell’infezione alla comparsa dei sintomi, dura da quattro a sei giorni. Il ritiro dei frutti colpiti, unitamente al raccolto, permette di abbassare il livello di inoculo nelle parcelle e di ridurre le infezioni ai frutti giovani e alle nuove fioriture” – ha spiegato l’esperto.
Generalmente per il controllo della malattia si effettuano varie applicazioni fungicide durante il periodo di suscettibilità del frutto, dall’inizio della fioritura primaverile fino a due mesi dopo la cagliatura.
Ma come in altri casi, il metodo migliore per abbassare il livello di inoculo negli appezzamenti e ridurre le infezioni nei giovani frutti e nei germogli è il ritiro dei campioni colpiti.
Un’azione fondamentale specie in questo momento in cui il rischio è che il fungo possa attaccare altre colture e diffondersi in altri Paesi europei.
Ilaria De Marinis
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