Portinnesti per agrumi: le novità (per ora) giungono dall’estero

Con Carmelo Mennone di Alsia Basilicata scopriamo nomi e principali caratteristiche dei portinnesti che interesseranno il distretto agrumicolo

da uvadatavoladmin
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Per fronteggiare le problematiche fitosanitarie e assicurare un’adeguata produzione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, nel prossimo futuro sarà indispensabile disporre di nuovi portinnesti per agrumi.

Con Carmelo Mennone di Alsia Basilicata scopriamo nomi e principali caratteristiche dei portinnesti per agrumi che interesseranno il distretto.

Oltre a dover assicurare un comportamento tollerante a CTV – che nel futuro non basterà, considerato il rischio d’introduzione di nuovi parassiti con effetto ancor più devastante, come il greening – un nuovo portinnesto deve essere valutato e validato per anni nei nuovi ambienti di introduzione.

Le valutazioni sull’adattabilità alle condizioni pedoclimatiche e all’acqua per l’irrigazione disponibile, la compatibilità con le diverse varietà, la longevità della pianta, l’entrata in produzione e il mantenimento di livelli produttivi costanti, la qualità dei frutti in pianta e nel post-raccolta, ripetute nel corso di stagioni con eventi e andamenti climatici differenti, concorrono a determinare un giudizio sulla validità o meno di un nuovo portinnesto.

Di seguito vengono brevemente riportati i nomi e le principali caratteristiche indotte da portinnesti che già ora, o nel prossimo futuro, interesseranno i distretti agrumicoli nazionali.

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In foto: particolare della produzione di Chislett interessante per l’epoca di maturazione tardiva

Dagli Stati Uniti, i centri di ricerca maggiormente attivi in questo campo sono quelli dell’Università della California e della Florida.

Nel 2008, l’Università della California ha diffuso 3 ibridi, risultato di un programma di incroci tra Mandarino Sunki x Arancio trifogliato Swingle.

  • Bitters, meglio noto come C22 conferisce taglia ridotta alle piante, eccellente comportamento in terreni calcarei, buona tolleranza al freddo, tollerante a CTV e Phytophthora parasitica, ottima produttività e qualità dei frutti.
  • Carpenter (C54) tollera i terreni calcarei e il freddo, CTV e Phytophthora spp. induce vigore medio ed elevata produzione con buona qualità dei frutti.
  • Furr (C57) ha caratteristiche simile al precedente.

Anche l’ibrido C146 di genealogia simile ai precedenti, induce elevata produzione, tolleranza ai terreni calcarei, a CTV e P. parasitica.

Dalla Florida provengono invece i seguenti portinnesti:

  • US-852 (mandarino Changhsa x P. trifoliata) che induce sviluppo medio e risulta tollerante la P. parasitica e CTV;
  • US-812 (mandarino Sunki x arancio trifogliato Benecke); con sviluppo medio e tolleranza a CTV.

In Spagna, a seguito della disastrosa epidemia di CTV, l’utilizzo di arancio amaro fu proibito sin dal 1975.

I Citrange troyer e carrizo si dimostrarono estremamente sensibili a calcare e salinità dei suoli, mentre il mandarino Cleopatra induceva la produzione di frutti di minor qualità e pezzatura inferiore.
Fu così che presso l’IVIA (Istituto valenciano de investigacion agraria) nel 1974 fu avviato un programma di breeding dal quale attualmente sono stati licenziati i portinnesti per agrumi della serie Forner Alcade.

  • Forner Alcaide 5 (Mandarino Cleopatra x P. trifoliata Rubidoux), resistente a CTV e al nematode Tylenchulus semipenetrans, buona resistenza alla Phytophthora; resistente in suoli salini e asfittici, tollerante in quelli calcarei, buona la affinità con le varietà innestate, con stesso sviluppo in diametro tra oggetto e soggetto; rispetto ai citrange, induce un volume della chioma inferiore di circa il 25%, con elevata produzione e qualità nei frutti, con un leggero anticipo della maturazione. Dati osservati nel metapontino indicano inoltre una buona tolleranza ai danni da freddo su specie sensibili come mandarino e limone; è un albero a foglia trifogliata e caduca.
  • Forner-Alcaide 418 (C. troyer x Mandarino comune) presenta foglia unica e perenne; tollerante a CTV, compreso i ceppi più virulenti, mostra buona tolleranza al calcare attivo, sensibile a Tylenchulus semipenetrans e Phythophtora spp., ha portamento nanizzante per cui potrebbe essere proposto in impianti ad alta densità con oltre 2000 piante/ha; induce elevata produttività e qualità del frutto con un leggero ritardo nella maturazione e una buona resistenza alla cascola pre-raccolta.
  • Forner Alcaide 13 (Mandarino Cleopatra x P. trifoliata Rubidoux), resistente a CTV, ai terreni asfittici e salini; sensibile al calcare e ai nematodi, semi-nanizzante, induce elevata produzione, ma pezzatura dei frutti inferiore a Forner Alcade 5.
  • Forner Alcaide 517 (Mandarino King x P. trifoliata); resistente a CTV e a Tylenchulus semipenetrans, nanizzante, induce precoce entrata in produzione che è elevata e di qualità eccellente.

In Italia, presso l’allora ISA-Acireale, attualmente CREA – OFA, fu avviato nel 1969 un programma di breeding per la costituzione di nuovi portinnesti per agrumi.

Questo utilizzò il Citrus latipes come genitore femminile e P. trifoliata, arancio amaro e limone Volkameriano come genitori maschili. Dalle progenie ottenute sono state successivamente selezionate e avviate a una più approfondita valutazione i seguenti ibridi.

  • F5 P12, F5 P13 e F6 P12 (C. latipes x P. trifoliata) lasciano sperare in un impiego futuro in quanto hanno mostrato una tolleranza a CTV, con un comportamento produttivo interessante e produzioni cumulate comparabili a quelle del Citrumelo Swingle in impianti commerciali realizzati in terreni con basso contenuto in calcare attivo.

La scelta del portinnesto, oltre che alle condizioni pedoclimatiche tipiche del terreno da impiantare, deve quindi assicurare anche la tolleranza/resistenza verso agenti biotici – virus, funghi, nematodi, ecc., che rivestono un ruolo chiave nel successo dei nuovi impianti.
Alla luce della scarsa sperimentazione condotta nei nostri ambienti, bisogna ben valutare quanto realizzato in altri Paesi, Spagna su tutti, per trarre indicazioni che meglio possono orientare la scelta dell’agrumicoltore, anche se sono in corso sperimentazioni che nel giro di qualche anno daranno indicazioni attendibili.

A cura di: Carmelo Mennone, AASD Pantanello Alsia Regione Basilicata
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