Nottua degli ortaggi: ciclo biologico e difesa

Dalla serra al campo aperto, un lepidottero instancabile che non conosce confini né stagioni. Ma proteggere i raccolti è possibile. Come? 

da f.delvecchio
nottua degli ortaggi

A prima vista potrebbe sembrare una semplice farfalla notturna, ma dietro le ali della nottua degli ortaggi si cela uno dei parassiti più insidiosi per l’agricoltura mediterranea. Si tratta di Spodoptera littoralis, un lepidottero altamente polifago che non conosce confini né stagioni. Originaria dell’Africa subsahariana, questa lepidottero ha infatti esteso il suo raggio d’azione fino al bacino del Mediterraneo, Italia compresa, dove colpisce in particolare le coltivazioni protette per poi spostarsi in pieno campo durante i mesi più caldi. La sua pericolosità risiede proprio nella sua estrema polifagia: sono oltre 87 le specie coltivate di interesse economico che rientrano tra le sue piante ospiti, dalle solanacee alle cucurbitacee, dalle leguminose agli ortaggi, senza dimenticare il cotone – da cui il nome alternativo di “nottua del cotone” con cui è conosciuta – e numerose piante ornamentali e infestanti.

I danni sono ingenti: può causare defogliazioni fino al 70%, con perdite di raccolto che raggiungono il 50%. A facilitare la diffusione del parassita è anche la notevole capacità di movimento: la falena adulta può coprire fino a 1,5 chilometri in appena quattro ore di volo notturno. Ma la minaccia non si esaurisce con la dispersione naturale: uova e larve viaggiano spesso indisturbate tra fiori recisi, ortaggi e materiali vegetali trasportati nei flussi commerciali internazionali, rendendo il contenimento una sfida sempre più complessa su scala globale.

Nottua degli ortaggi: un ciclo vitale rapido e prolifico

Il ciclo biologico di S. littoralis è altamente efficiente: subito dopo l’emersione, le femmine sono già pronte ad accoppiarsi. Dopo appena 2-5 giorni, inizia la fase di ovideposizione: ogni esemplare può deporre oltre 3.000 uova, distribuendone dalle 20 alle 350 sulla pagina inferiore delle foglie delle piante ospiti. A protezione della prole, le masse ovigere, ben mimetizzate, si rivestono di una sottile peluria prelevata dall’addome materno. Le uova, sorprendentemente resistenti, possono sopravvivere anche a temperature di 1 °C per otto giorni. Una volta schiuse, le larve attraversano sei stadi evolutivi nell’arco di 15-23 giorni a temperature intorno ai 25-26 °C. In condizioni più fredde, però, lo sviluppo può rallentare fino a tre mesi. Nei primi stadi, le larve si nutrono in gruppo; col tempo, diventano più indipendenti, rifugiandosi nel terreno durante il giorno e nutrendosi nelle ore notturne. La metamorfosi prosegue con l’impupamento, che avviene in celle sotterranee e dura circa 11-13 giorni, prima della comparsa dell’adulto, la cui vita si protrae tra i 4 e i 10 giorni, variabili in base a temperatura e umidità.

Il ciclo biologico completo si conclude in circa cinque settimane, ma in aree particolarmente calde si possono registrare fino a otto generazioni all’anno. Nel Sud Europa, le generazioni sono almeno due. Nessuna diapausa rallenta la sua attività: la specie è attiva tutto l’anno e può spostarsi fino a 8 chilometri per generazione, rendendo ancora più difficile ogni tentativo di contenimento.

nottua degli ortaggi

Danni visibili e identificazione

Quando si parla di nottua degli ortaggi, il vero pericolo risiede nelle larve di Spodoptera littoralis, responsabili di danni estesi su foglie, fiori e frutti. Le erosioni più gravi si osservano sul fogliame, ma anche sui frutti, dove – sebbene risultino più superficiali – possono compromettere irrimediabilmente la qualità del raccolto, con ripercussioni economiche significative per gli agricoltori.

Il ciclo biologico dell’insetto, ben noto agli esperti fitosanitari, è scandito da forme ben riconoscibili: le uova, sferiche e leggermente appiattite, assumono una colorazione nera man mano che si avvicina la schiusa. Le larve, lunghe fino a 4-4,5 cm nella fase matura, sono facilmente riconoscibili per la loro colorazione variabile e la caratteristica forma a “Y” sul capo, oltre alle tipiche macchie nere punteggiate di giallo o bianco. Il passaggio a pupa avviene nel terreno: in questa fase l’insetto assume una tonalità bruno-rossastra e una lunghezza di circa 2 cm. Infine, l’adulto – una farfalla grigio-bruna lunga fino a 2 cm – si distingue per la particolare macchia reniforme a forma di “A” inclinata sulle ali anteriori, vero e proprio segno distintivo della specie, utile per il riconoscimento visivo durante il monitoraggio.

Strategie di controllo e gestione

Contrastare la nottua degli ortaggi è oggi una delle sfide più impegnative per l’agricoltura dell’area mediterranea. Fortunatamente, il ventaglio di strategie di contenimento disponibili è ampio e in continua evoluzione. Tra le soluzioni più consolidate figurano i prodotti microbiologici, come il Bacillus thuringiensis, i funghi e i nematodi entomopatogeni, affiancati da virus altamente specifici come i nucleopoliedrovirus, in grado di colpire selettivamente il parassita. Anche la natura offre alleati preziosi: i parassitoidi naturali, capaci di colpire uova e larve, rappresentano una risorsa promettente da integrare nelle strategie di lotta biologica.  Meno convincente, invece, appare l’efficacia di metodi come il trappolaggio massale o l’impiego di feromoni sessuali, che finora non hanno garantito risultati soddisfacenti. Al contrario, il ricorso a parassitoidi naturali, capaci di colpire uova e larve, si profila quale efficace integrazione per strategie di difesa biologica sostenibili.

Parallelamente, per arginare la diffusione del parassita attraverso il commercio internazionale, si rendono necessarie rigorose misure fitosanitarie. Tra le principali, figurano la coltivazione in aree indenni, l’ispezione accurata delle merci prima dell’esportazione e la conservazione a freddo – per almeno dieci giorni a temperature inferiori a 1,7 °C – utile a eliminare ogni stadio vitale dell’insetto, seppur con il rischio di danneggiare i prodotti vegetali. 

Insomma, il futuro della difesa fitosanitaria passa da qui: dalla consapevolezza che il contrasto alla nottua degli ortaggi non è una battaglia isolata, ma una sfida collettiva che coinvolge agricoltori, tecnici, istituzioni e consumatori, senza mai abbassare la guardia. 

 

Federica Del Vecchio
© fruitjournal.com

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