Coltivazione del peperone: aspetti da considerare

Sono circa 10.000 gli ettari dedicati alla coltivazione del peperone in Italia, sia in serra che in pieno campo. Quali sono i primi aspetti da considerare per approcciarsi a questa coltura?

da uvadatavoladmin
coltivazione del peperone

In Italia si attesta intorno ai 10.000 ettari la superficie destinata alla coltivazione del peperone, di cui circa il 20% in serra e la restante parte in pieno campo. Il peperone (Capsicum annuum L.) è una pianta erbacea annuale originaria dell’America tropicale (dal Messico alla Bolivia) che rientra nella famiglia delle Solanaceae, così come altre importanti specie orticole presenti nel nostro territorio come pomodoro, melanzana e patata.

Caratteristiche botaniche del peperone

Generalmente, la pianta presenta un apparato radicale superficiale, poiché il fittone arresta precocemente il suo accrescimento e si formano numerose radici affastellate secondarie di dimensioni ridotte. Ciò è più evidente nei terreni a tessitura tendenzialmente argillosa, mentre in quelli sabbiosi la radice principale si approfondisce abbastanza (50-60 cm) differenziando un cospicuo numero di radichette. In rapporto alla pianta, il sistema radicale rappresenta, in peso, il 7-17%, variabile a seconda di cultivar e sistema di allevamento. Lo sviluppo superficiale delle radici comporta una ridotta capacità di assorbimento degli elementi nutritivi e uno scarso ancoraggio al terreno con problematiche di sostegno, in particolare quando la pianta è “carica” di frutti. Le foglie sono ricche di stomi, sino a oltre 30.000/cm² sulla pagina inferiore, con una concentrazione della pagina inferiore 3,3 volte più alta di quella superiore, da cui dipendono gli elevati ritmi di traspirazione

La specie è principalmente autogama, tuttavia, non sono pochi i casi in cui si assiste alla fecondazione incrociata grazie all’attività degli insetti pronubi e, in misura minore, per azione del vento. In genere si verifica un grosso divario fra fiori e frutti allegati, con indici di allegagione molto bassi, fino al 6-10%. La fioritura è influenzata dalle condizioni climatiche e dallo sviluppo della pianta. Di solito, quando vi sono 10-15 foglie formate (circa 25-30 giorni dal trapianto) ha inizio la fioritura. A seconda delle condizioni termo-igrometriche, i fiori rimangono recettivi per 1-3 giorni dopo l’antesi, variando nel numero a seconda della temperatura e della luminosità: in concomitanza di temperature elevate e bassa luminosità, infatti, il numero di fiori emessi si riduce. Le piante che mantengono i frutti fino a maturazione fisiologica arrestano o attenuano sensibilmente l’emissione dei fiori sino a quando vengono “scaricate”, per cui producono circa 2/3 in meno di quelle le cui bacche vengono raccolte verdi.

coltivazione del peperone 1

Esigenze pedoclimatiche e accorgimenti per la coltivazione del peperone

Il peperone è una specie sensibile al freddo, che richiede temperature più elevate rispetto ad altre colture come, per esempio, il pomodoro. Durante lo sviluppo del bottone fiorale, se le temperature sono basse, i fiori neoformati possono presentare alcune anomalie:

  • alterazione degli stami e dei pistilli;
  • ingrossamento dell’ovario e del pistillo che, in molti casi, provoca una particolare anomalia del pistillo che fuoriesce dalla corolla quando i petali sono ancora chiusi;
  • formazione di ovari addizionali che possono crescere fino a dare origine a piccoli frutti intorno al frutto principale;
  • fusione delle antere.

Le temperature ottimali per lo sviluppo del peperone sono di 20-25 °C di giorno e 16-18 °C di notte; tuttavia, man mano che la pianta invecchia e si carica di frutti diviene meno sensibile agli estremi termici indicati. 

Quando i valori di temperatura sono inferiori a quelli ottimali, diminuisce la vitalità del polline e si formano frutti di piccole dimensioni, di scarsa qualità e con pochissimi semi. A temperature elevate (>35-38 °C) si possono avere altresì problemi di fecondazione e allegagione dovuti principalmente a eccessiva traspirazione e riduzione del contenuto di amido e solidi solubili nei pedicelli fiorali. Inoltre, si riduce la sintesi di auxine nei meristemi apicali. Se le temperature elevate non si prolungano troppo durante l’allegagione, è possibile che qualche ovario possa regolarmente ingrossarsi per dare origine e frutti “normali”. Con temperature superiori a 40°C si osservano nelle piante necrosi dei germogli apicali prima che inizi la dicotomia, ovvero la divisione dell’asse principale in due apici, i quali possono a loro volta biforcarsi una o più volte nello stesso modo. Durante la maturazione dei frutti la pianta preferisce temperature tra 26 e 28 °C; fuori da questo intervallo la colorazione tipica può subire alterazioni. Infine, per quanto riguarda l’umidità ambientale, la percentuale ottimale è compresa tra il 50 e 70%.

Sebbene il successo nella coltivazione del peperone dipende dal rispetto delle temperature ottimali, dalla gestione dell’umidità e dal soddisfacimento delle esigenze pedoclimatiche della coltura, particolare attenzione deve poi essere riservata alla possibile insorgenza di fito e fisiopatie, così come alla presenza di parassiti che possono danneggiare le colture e ridurre la qualità e la resa delle produzioni. A tal proposito le innovazioni tecnologiche e la continua ricerca agronomica, risultano essenziali per affrontare con successo le sfide della coltivazione del peperone, soddisfacendo le esigenze del mercato.

 

A cura di Silverio Pachioli
© fruitjournal.com

 

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