Primo appuntamento di “In campo con l’agronomo” per Fruit Journal. Riflettori rivolti al melograno e ad alcune particolari innovazioni introdotte in campo per ottimizzare la nutrizione della pianta e la produzione finale.
Come migliorare la nutrizione del melograno? Quali particolari accorgimenti è bene introdurre per ottenere produzioni sostenibili e di qualità?
Ne abbiamo parlato con l’agronoma Chiara Vacca dello studio agronomico Floema Consulting nel primo appuntamento di “In campo con l’agronomo”. A fare da cornice, l’impianto dell’azienda agricola Lanzo che, sita in agro di Fragagnano (Ta), produce melograni della varietà Shani®.
Come sottolineato dall’esperta, in questo impianto a sesto 5,5 m x 2,5 m, sono state adottate diverse pratiche agronomiche volte a ottimizzare la nutrizione della pianta e – di conseguenza – a migliorare la produzione finale.
In primo luogo, si è introdotto l’uso delle baule, al di sopra delle quali si è posto un telo pacciamante, bianco in superficie e nero nella parte inferiore. Un aspetto non secondario, in quanto il bianco della superficie – riflettendo la luce solare – permette alla pianta di produrre più fiori e quindi più frutti. Accanto a questo, tra il suolo e il telo è stata inserita un’ala gocciolante che consente di distribuire sia acqua, sia fertilizzanti, ottimizzando così il nutrimento complessivo della pianta. L’impianto di fertirrigazione – così costituito – evita inoltre la perdita di elementi nutritivi, garantendo quindi una maggiore sostenibilità aziendale sia dal punto di vista economico, che da quello ambientale.
Altrettanto importante è poi la struttura a “y”.
Si tratta di una struttura di sostegno della pianta che – aperta a “y” su due fili a destra e due a sinistra – permette una maggiore penetrazione di luce. Questo accorgimento consente inoltre di avere una maggiore percentuale di frutti di prima categoria, in quanto – sostenendo i frutti – evita che il vento possa farli sfregare fra di loro o fra le spine, danneggiando la superficie del melograno e rendendoli così di seconda categoria.
Infine, come ribadito dall’agronoma, in questo periodo particolare attenzione va posta sulla nutrizione.
Trovandosi in fase di ingrossamento, la pianta necessita di apporti di calcio. Il calcio, infatti, permette la costruzione della parete cellulare e in più rende la pianta più resistente alla conservazione, al trasporto, ma anche a eventuali attacchi fitosanitari. Accanto a questo, altrettanto importante risulta poi l’apporto di azoto al fine di estendere la fase di ingrossamento dei frutti fino a settembre.
Certamente, una fertirrigazione effettuata con somministrazioni piccole, ma continue può rappresentare un vantaggio non solo perché garantisce una distribuzione ottimale delle sostanze nutritive, ma anche al fine di una minore lisciviazione e quindi una minore perdita di nutrienti.
Ilaria De Marinis
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