Stimolare la crescita riducendo l’inibizione

Gli ammendanti della linea Stimol di G-Agro, studiati per contrastare la stanchezza del terreno, riducono l’accumulo nel suolo di inibitori della crescita.

da uvadatavoladmin

In un’intervista recentemente pubblicata sull’edizione cartacea di Fruit Journal, il prof. Stefano Mazzoleni dell’Università Federico II di Napoli, ha illustrato alcune delle ultime scoperte sul tema della “stanchezza del terreno”, descrivendo in particolare il concetto di inibizione specie-specifica causata dall’accumulo nel suolo di frammenti di DNA colturale, anche detto Self-DNA. Negli ultimi anni, prendendo spunto da queste scoperte, G-Agro si è occupata dello sviluppo di tecniche innovative contro la stanchezza del terreno, indirizzate a ridurre l’accumulo nel suolo di inibitori della crescita delle piante.

Ma cosa sono gli inibitori della crescita?

Per capire meglio il concetto di inibizione, contrario a quello di stimolazione vegetale, può essere utile allontanarsi per un attimo dal mondo agrario. Immaginiamo, ad esempio, di essere alla guida di un veicolo su una strada in discesa. In questo contesto, la macchina scende autonomamente e freno ed acceleratore fungono rispettivamente da inibitore e stimolante per il moto del veicolo: se teniamo il piede ben saldo sul freno, la macchina rallenterà fino a smettere di muoversi. Se invece alziamo il piede dal freno, eliminando l’inibizione, allora la macchina ricomincerà a muoversi, andando più veloce se opportunamente stimolata attraverso l’acceleratore.

Con evidenti semplificazioni, la crescita di una coltura agraria può essere paragonata al moto di un veicolo in discesa. Vi è una velocità di crescita “fisiologica” influenzata da stimolanti, di varia natura come nutrienti minerali e composti organici, e inibitori indesiderati come patogeni, parassiti o tossine.

Per quanto riguarda gli inibitori, di solito, la presenza di patogeni e parassiti può essere facilmente identificata già nelle prime fasi dalla loro comparsa in campo, permettendo interventi mirati per limitarne la diffusione.

Al contrario, la presenza di tossine che inibiscono la crescita può risultare più complessa. In particolare, il self-DNA ritenuto alla base della stanchezza del terreno, ha un’azione inibitoria che tende ad essere individuata solo quando il deperimento delle colture è accentuato.

crescita

Essendo questo inibitore più difficile da individuare in campo, è facile tendere ad utilizzare dosi sempre maggiori di stimolanti senza osservare i risultati sperati. Riprendendo la metafora del veicolo, la tendenza è quella di continuare ad accelerare non accorgendosi di avere ancora il freno premuto.

Gli ammendanti della linea Stimol di G-Agro sono stati studiati per contrastare la stanchezza del terreno, degradando e diluendo efficacemente il self-DNA. La strategia agronomica proposta consiste nel ridurre l’inibizione per stimolare la crescita, ottimizzando l’efficacia delle tradizionali pratiche colturali.

L’esperienza di tantissimi frutticoltori ed orticoltori in tutta Italia ha dimostrato la validità di questa strategia. Il metodo G-Agro permette di incrementare la qualità e la quantità delle produzioni a fronte di un risparmio netto degli input agronomici, che in termini economici può raggiungere fino al 50% della spesa annuale ad ettaro.

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Comunicato a cura di: G-Agro

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