Pescabivona IGP: il sapore della tradizione siciliana

Dalla Valle del Magazzolo ai mercati di tutta Italia, questa cultivar unisce sapore intenso, polpa soda e dolcezza naturale

da f.delvecchio
pescabivona

Polpa bianca e compatta, dolcezza inconfondibile, profumo intenso che persiste a lungo, la Pesca di Bivona IGP conquista consumatori e appassionati di frutta in tutta Italia. Si tratta di una delle produzioni ortofrutticole più pregiate della Sicilia, che dal 2014 può vantare il prestigioso riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta.  La denominazione Pescabivona identifica esclusivamente le pesche a polpa bianca (Prunus persica L. Batsch), frutto di quattro ecotipi autoctoni che si sono sviluppati nel tempo nell’area del bacino idrografico del fiume Magazzolo, a sud-ovest dei Monti Sicani. L’areale di produzione nasce nel cuore dell’Agrigentino e comprende non solo il comune di Bivona, ma anche i territori limitrofi di Alessandria della Rocca, Santo Stefano Quisquina, San Biagio Platani e, in parte, Palazzo Adriano, nel Palermitano.

Le varietà della Pescabivona IGP

Come anticipato, la denominazione Pescabivona riguarda esclusivamente le pesche a polpa bianca, suddivise in quattro ecotipi con periodi di raccolta differenti:

  • Murtiddara o Primizia Bianca: dal 15 giugno al 15 luglio
  • Bianca: dal 16 luglio al 15 agosto
  • Agostina: dal 16 agosto al 15 settembre
  • Settembrina: dal 16 settembre al 20 ottobre

Questa calendarizzazione consente una produzione scalare che accompagna l’estate siciliana fino all’autunno, garantendo sempre frutti freschi e di qualità.

Caratteristiche che fanno la differenza  

Al momento della commercializzazione, la Pescabivona IGP deve rispondere a rigorosi standard di qualità che ne garantiscono autenticità e riconoscibilità. Si tratta di una pesca duracina a polpa bianca, compatta e non fondente, dalla forma sferoidale e dalla buccia che presenta un fondo bianco-giallo-verde arricchito da sfumature di rosso. Nella varietà Settembrina, in particolare, questa colorazione si manifesta come una sottile striscia rossa lungo la linea di sutura. Una delle peculiarità più distintive del frutto è proprio la limitata estensione del sovracolore rosso, che non deve mai superare il 50% della superficie. A renderla ancora più apprezzata dai consumatori è l’elevata dolcezza, unita alla notevole consistenza della polpa, caratteristiche organolettiche che vengono monitorate attraverso parametri chimico-fisici che, come previsto dal disciplinare, variano a seconda dei diversi ecotipi ma che mantengono sempre standard elevati. Queste peculiarità non sono solo frutto della selezione umana, ma anche dell’interazione tra genetica, ambiente e tradizione agricola del territorio.

Una tradizione agricola che diventa identità

La storia della Pesca di Bivona comincia negli anni ’50, quando i primi pescheti specializzati furono impiantati a nord del paese di Bivona. Gli agricoltori, riconoscendo il valore delle piante locali, selezionarono progressivamente gli ecotipi oggi conosciuti. Tra questi, la celebre Agostina, considerata una delle più pregiate per qualità organolettiche e periodo di maturazione.

Oggi la coltivazione segue tecniche agricole tradizionali, con raccolta manuale e controlli rigorosi di tracciabilità. Non a caso, il disciplinare IGP garantisce al consumatore autenticità e sicurezza, tutelando un prodotto che è parte integrante della cultura e dell’economia locale.

pescabivona

Qual è dunque il metodo di coltivazione della Pescabivona IGP?

Ogni fase del processo produttivo della Pesca di Bivona IGP è frutto dell’esperienza accumulata dagli agricoltori nel tempo e del rispetto di rigorose norme di buona prassi agricola. Gli impianti presentano una densità variabile, compresa tra 400 e 1250 piante per ettaro, mentre i portainnesti che possono essere utilizzati  sono Franco, GF 677, MRS 2/5 e Cadaman, scelti in base alla loro capacità di adattamento e alla qualità dei frutti prodotti. Le piante vengono allevate con forme classiche come il vaso, il vaso ritardato e il fusetto, soluzioni che assicurano una gestione ottimale della chioma e una corretta esposizione dei frutti alla luce solare. La concimazione, sia organica che minerale, accompagna il ciclo colturale in due momenti chiave: durante la fase di riposo invernale e nella fase vegetativa, talvolta avvalendosi di tecniche innovative come la fertirrigazione o la concimazione fogliare.

Parallelamente, la difesa fitosanitaria è condotta con grande attenzione, alternando trattamenti preventivi e curativi sempre nel rispetto delle linee guida agronomiche. A salvaguardia dell’equilibrio tra quantità e qualità, il disciplinare stabilisce una resa massima di 350 quintali per ettaro, ponendo al centro la tipicità del prodotto più che la produttività. Particolare cura è riservata alla raccolta, che avviene esclusivamente a mano, con più passaggi nei campi per ciascun ecotipo. Solo così è possibile cogliere i frutti al giusto grado di maturazione, garantendo la consistenza della polpa e l’intensità aromatica fino al momento del consumo. Per prolungarne la disponibilità commerciale, può essere impiegata la frigoconservazione, ma mai oltre i venti giorni, a tutela della freschezza e dell’autenticità che fanno della Pescabivona un unicum nel panorama frutticolo siciliano.

Insomma, il clima mite e una tradizione agricola attenta e rigorosa, creano condizioni ideali per una frutticoltura di eccellenza. Non sorprende, quindi, che questa pesca sia tra le poche varietà autoctone siciliane ad aver resistito alla diffusione delle cultivar alloctone, mantenendo una forte identità territoriale.  Un successo che premia l’impegno degli agricoltori e la scelta di valorizzare una produzione storica e autentica. Un prodotto che continua a resistere al tempo e alle mode, conquistando mercati e consumatori senza mai tradire le proprie radici.

Federica Del Vecchio
© fruitjournal.com

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