Fabbisogno in freddo: perché è importante?

Conoscere e calcolare il fabbisogno in freddo di specie e varietà è oggi più importante che mai per pianificare un frutteto in modo efficace. Ecco cosa sapere

da Redazione FruitJournal.com

Il fabbisogno in freddo è un fenomeno essenziale per molte piante, in particolare per gli alberi da frutto delle zone temperate. Durante l’inverno, in risposta alle variazioni stagionali di temperatura, queste piante entrano in una fase di dormienza vegetativa, un periodo indispensabile per proteggere le gemme dalle condizioni climatiche avverse. Per uscire da questa fase e garantire una fioritura regolare in primavera, gli alberi da frutto devono accumulare un certo numero di ore di freddo (chilling hours) a temperature comprese tra 0 e 7 °C.

Ma cosa accade se questo requisito non viene soddisfatto? La mancata esposizione al freddo può causare anomalie nella fioritura, caduta prematura delle gemme e significativi cali di produzione. Inoltre, i sempre più sentiti mutamenti delle condizioni climatiche, con il progressivo aumento delle temperature invernali stanno alterando il soddisfacimento di questo fabbisogno in molte aree produttive, mettendo a rischio alcune varietà tradizionalmente coltivate.

Conoscere il fabbisogno in freddo di ogni specie e varietà è oggi più importante che mai per pianificare correttamente le coltivazioni, scegliendo genotipi di alberi da frutto compatibili con il clima locale.

La quantità di ore in freddo necessaria per il soddisfacimento del fabbisogno varia da specie a specie, essendo massima nelle piante originarie di climi freddi e nulla in quelle tropicali. Inoltre, all’interno della stessa specie può variare in funzione delle singole cultivar. Questo aspetto è cruciale, soprattutto in fase di impianto: la scelta varietale, oltre a considerare fattori agronomici e commerciali, deve tenere conto della compatibilità con le caratteristiche climatiche del territorio, in modo da garantire una crescita ottimale e una produzione regolare. Di seguito è riportata una tabella che riassume il fabbisogno in freddo, espresso in ore, delle principali specie da frutto. I valori rappresentano una guida orientativa e possono variare in base alla specifiche varietà e alle condizioni specifiche del territorio di coltivazione.

Fabbisogno in freddo (2)

Come si calcola il numero di ore necessario per soddisfare il fabbisogno in freddo?

Per scegliere le varietà più adatte o per valutare la capacità di un territorio di soddisfare il fabbisogno in freddo delle colture arboree, è indispensabile misurare accuratamente le ore di freddo accumulate durante l’inverno. Esistono due diversi metodi per effettuare questa stima:

  • metodo Weinberger, sommatoria delle ore del giorno con temperatura < 7°C;
  • metodo Utah, tiene conto anche delle ore le cui temperature variano, per eccesso o difetto, il range di temperatura ottimale per il soddisfacimento del “fabbisogno in freddo” delle piante (2.5<T<9.1°C). Con questo metodo il cumulo è espresso in CU (Chilling Unit), utilizzando i parametri riportati nella tabella seguente.

fabbisogno in freddo

Conseguenze del mancato soddisfacimento del fabbisogno di freddo

Il mancato raggiungimento del fabbisogno di freddo comporta una serie di conseguenze che si riflettono negativamente sia sulla ripresa vegetativa che sulla produzione delle colture.

  • Germogliamento irregolare: senza il corretto accumulo di ore di freddo, le piante non riescono a completare la fase di dormienza, causando un germogliamento disomogeneo. Questo significa che alcune gemme si risvegliano prima di altre, o presentano delle anomalie, creando squilibri nello sviluppo delle colture e rendendo più difficile la gestione agronomica del frutteto.
  • Ridotta fruttificazione: un germogliamento non uniforme comporta una fruttificazione irregolare, con frutti di dimensioni diverse e distribuiti in modo disomogeneo sulla pianta, oltre che di numero inferiore.
  • Calibro e peso specifico ridotti: l’insufficienza di freddo può anche influire negativamente sul calibro e sul peso specifico dei frutti.

Fabbisogno in freddo 1

Approcci per gestire il mancato fabbisogno in freddo

Di fronte alle sfide climatiche e al rischio di un mancato soddisfacimento del fabbisogno in freddo, i produttori possono adottare diverse strategie per preservare la stabilità produttiva dei frutteti. Una delle strategie più efficaci è l’adozione di varietà a basso fabbisogno di freddo. Scegliere cultivar che richiedono meno ore di freddo è particolarmente vantaggioso nelle aree caratterizzate da inverni brevi e miti. Questa scelta permette non solo di mantenere un’elevata produttività, ma anche di garantire che i frutti raggiungano le caratteristiche qualitative richieste dal mercato.

In alternativa, laddove ci siano a monte scelte varietali poco attente o in presenza di annate particolarmente anomale, i produttori possono ricorrere a strategie per “adattare” le piante alle condizioni del territorio, come il ricorso agli interruttori di dormienza. Questi biopromotori attivano nelle piante i segnali fisiologici necessari a un risveglio vegetativo uniforme, aiutando a soddisfare il fabbisogno in freddo anche in condizioni subottimali.

In conclusione, per gestire al meglio il proprio frutteto è essenziale conoscere il proprio territorio e adattare le strategie alle sue specificità. Il futuro della frutticoltura richiederà continua innovazione e capacità di adattamento, tuttavia attraverso gli strumenti giusti e una conoscenza approfondita dei fattori climatici, è possibile preservare e valorizzare la produzione degli alberi da frutto, anche di fronte a inverni meno freddi. Queste soluzioni, combinate con una gestione agronomica attenta, permetteranno ai produttori di affrontare con successo le sfide poste dal clima mutevole, assicurando produzioni in grado di rispondere con successo alle esigenze del mercato.

 

Donato Liberto
© fruitjournal.com

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