Gelate: quali tipologie esistono?

Per irraggiamento, avvezione o mista: le gelate possono essere di vario tipo. In cosa differiscono? E quali danni possono provocare?

da uvadatavoladmin
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Il freddo previsto per questi giorni è arrivato e a farne le spese è soprattutto il nord Italia con l’agricoltura a forte rischio gelate. Dopo le temperature oltre la media di inizio aprile, Coldiretti ha già lanciato l’allarme. Le campagne del Trentino Alto Adige sono sottoposte da giorni a una fase critica, gli agricoltori hanno acceso fuochi nei frutteti per salvarli dalle gelate e dalle temperature notturne sotto zero. Inoltre, sono stati attivati anche i sistemi antibrina. In Piemonte le aziende frutticole hanno montato reti e si sono preparate per accendere eventualmente i candelotti. La pioggia in Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Veneto non lascia scampo invece ai frutti e al loro sviluppo. In particolare, nel Ferrarese – come segnalato da Coldiretti – piogge e freddo stanno rallentando la crescita delle orticole, come gli asparagi e la maturazione delle fragole. Un problema che dovrà affrontare anche chi coltiverà o ha già coltivato il mais. Al Sud, invece, in varie parti si è già chiesto lo stato di calamità per la siccità, come in Sicilia, mentre il rischio gelate si presenterà a macchia di leopardo, in particolare tra i vigneti della Capitanata, in agro di Gioia del Colle, nel Barese e a Castellaneta, in provincia di Taranto. 

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I danni delle gelate 

Il danno consiste nella necrosi dei tessuti erbacei data dal collassamento delle pareti cellulari dopo l’esposizione a temperature negative per un periodo di tempo abbastanza lungo, che varia a seconda degli organi colpiti, come germogli, fiori e infiorescenze. La difesa da questo tipo di gelate può essere diretta o indiretta, come ricordato da Rinova all’interno della nota tecnica diffusa per la Regione Emilia-Romagna, ma estendibile a tutto il territorio nazionale.

I vari tipi di gelate

Approfondiamo nel dettaglio i vari tipi di gelate.  Partiamo dalla definizione: la gelata è l’abbassamento termico che si presenta specialmente nelle ore notturne, con la minima che si registra in prossimità dell’alba. Il fenomeno determina alcuni danni alla parte epigea delle piante, soprattutto durante la fase di ripresa vegetativa. 

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Gelata per irraggiamento

L’abbassamento termico è dovuto alla perdita di calore per “irraggiamento”. Le gelate per irraggiamento si verificano tipicamente nelle ore serene con calma di vento, in genere quando l’abbassamento di temperatura provoca la perdita di calore da parte del terreno e quindi il raffreddamento dell’aria a contatto con esso. Nelle ore diurne le correnti provenienti da nord apportano aria fredda e secca con il conseguente abbassamento delle temperature, che comunque si mantengono sopra lo zero. Durante la notte, invece, cessano i movimenti avvettivi alimentati dall’insorgenza di correnti d’aria e l’aria fredda tende a ristagnare. Il terreno perde calore in superficie e abbassa quindi la sua temperatura. Gli strati di terreno e l’aria a contatto con la superficie cedono a loro volta calore raffreddandosi. La perdita di calore per irraggiamento è contrastata solo da alti valori di umidità dell’aria. L’aria fredda, per effetto della maggiore densità, tende a ristagnare, stratificandosi a livello del terreno. La temperatura dell’aria aumenta progressivamente man mano che aumenta la distanza dal terreno.

Il profilo di temperatura nelle ore più fredde segue la regola dell’inversione termica, con temperature che aumentano con la quota, anche in modo consistente in soli 3-4 metri. È questa la situazione meteorologica che determina i danni che si possono osservare nei frutteti. Questi ultimi si presentano consistenti nella zona compresa tra i 2 e i 3 metri di altezza, mentre la restante parte della chioma risulta fruttificata. Cambia il discorso per le aree del fondovalle e di quelle prossime a dossi, in cui la perdita di frutti può interessare anche la parte più alta della chioma. 

Gelata per avvezione

Nella gelata per avvezione l’abbassamento di temperatura è determinata dallo spostamento di masse di aria fredda, che abbassano la temperatura sotto lo zero. Le gelate per avvezione possono essere sinottiche o locali. Nel primo caso l’abbassamento di temperatura è dovuto all’arrivo di aria fredda dalla Siberia, dai Balcani o dall’Artico. Quelle locali, invece, sono causate dalla discesa di masse di aria fredda dalle cime delle montagne o colline circostanti.

Gelata mista

Indica un mix tra “irraggiamento” e “convezione”, corrente fredda saltuaria o costante e di diversa intensità. 

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Agricoltura, settore a rischio per il cambiamento climatico

Il fenomeno sta colpendo, in particolar modo, albicocche, mele e pere, produzioni in piena crescita, ma anche ciliegie e susine. L’agricoltura – ribadisce Coldiretti– “è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque”.

A causa dei repentini cambiamenti climatici, da anni, gli agricoltori devono fare i conti con periodi siccitosi alternati a eventi piovosi concentrati e di intensità estrema. A una fioritura precoce delle piante, rispetto a qualche decennio fa, si contrappone una vulnerabilità maggiore alle gelate.

Si stima che in Italia il fenomeno delle gelate tardive è sempre più sentito con una frequenza attuale di un evento critico ogni due anni. Di gelate se n’è sempre parlato, ma a essere cambiato è l’aumento delle temperature medie causato dal cambiamento climatico che le ha rese più dannose per le coltivazioni. Una sfida per gli agricoltori del futuro.

 

Silvio Detoma
© fruitjournal.com

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