Zucchino: virus New Delhi in rapida diffusione

Trasmesso dalla mosca bianca, il virus sta interessando sempre più la coltura dello zucchino. Come è possibile prevenire la sua diffusione?

da uvadatavoladmin
pianta zucchino

Settembre è il mese conclusivo dei trapianti in serra delle colture autunnali. Tra queste, senza dubbio rientra lo zucchino, una delle Cucurbitacee più coltivate in ambiente protetto.
Diffusa in varie zone del Sud Italia, la coltura – soprattutto in questi mesi – risulta particolarmente vulnerabile al Tomato Leaf Curl New Delhi Virus (ToLCNDV), in italiano tradotto come virus dell’accartocciamento fogliare del pomodoro New Delhi. Di cosa si tratta?

Origine e diffusione del virus New Delhi 

Segnalato per la prima volta in Sicilia nel 2015, il virus New Delhi si è rapidamente diffuso in diverse regioni italiane, causando danni ingenti alle colture. La diffusione del ToLCNDV avviene attraverso la Bemisia tabaci, comunemente nota come mosca bianca delle serre.
Questo aleurodide, particolarmente adattabile e polifago, è in grado di infestare diverse specie vegetali, tra cui lo zucchino, appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee, e altre specie appartenenti alle Solanacee come melanzane, pomodori e patate. Oltre a compromettere la qualità e la resa delle colture, la rapida diffusione del virus New Delhi è facilitata dalla capacità dell’insetto vettore di adattarsi a diverse condizioni ambientali rendendo la protezione delle piante al virus particolarmente complessa.

Ma come si manifestano i sintomi sullo zucchino?

Le piante di zucchino infette mostrano sintomi evidenti come accartocciamento fogliare, crescita stentata, rigonfiamento delle nervature, accorciamento degli internodi, mosaico giallo e deformità dei frutti. Tutti problemi che riducono non solo la resa, ma anche la qualità commerciale del prodotto, spesso rendendolo invendibile. 

zucchino

Fonte foto: © Raffaele Giurato – Eppo

Soluzioni: varietà tolleranti e controllo della mosca bianca

L’introduzione di varietà di zucchino tolleranti o resistenti al virus rappresenta la prima linea di difesa nelle aree più colpite. Tuttavia, nelle zone dove il virus non si è ancora insediato o è ancora limitato, è fondamentale un monitoraggio costante. Riconoscere i primi sintomi e intervenire tempestivamente può infatti aiutare a contenere la diffusione del ToLCNDV.

Parallelamente, il controllo della mosca bianca è cruciale. Questo insetto, vettore del virus, si riproduce rapidamente e può svernare nelle serre, soprattutto negli inverni più miti, sempre più frequenti a causa dell’innalzamento delle temperature. L’uso di insetticidi specifici, trappole cromotropiche e reti antinsetto rientrano tra le strategie più utilizzate per ridurre la popolazione dell’insetto vettore all’interno delle serre. In pieno campo, invece, le strategie agronomiche più efficaci includono la rotazione delle colture, la pacciamatura o l’utilizzo di film plastici di copertura nelle prime fasi di crescita delle piante. Tuttavia, l’applicazione di queste misure può risultare complessa a causa dell’ampia gamma di piante ospiti del virus.

Strategia integrata per contrastare il ToLCNDV

Per affrontare l’emergenza virosi, gli esperti raccomandano un approccio integrato che combini misure agronomiche, chimiche e genetiche. In serra, è necessario adottare un monitoraggio rigoroso e trattamenti tempestivi, mentre in pieno campo la protezione delle colture nelle fasi iniziali di crescita può fare la differenza. Un’azione coordinata dunque è essenziale per limitare l’impatto del ToLCNDV sulle piante suscettibili al virus del New Dehli e in modo particolare sullo zucchino, uno degli ortaggi più importanti nel panorama ortofrutticolo della stagione autunno-vernina.

 

Federica Del Vecchio
© fruitjournal.com

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