Alluvione Emilia-Romagna: in arrivo i primi ristori

A sei mesi dall’alluvione, le aziende agricole dell’Emilia Romagna si preparano a ricevere i primi indennizzi

da uvadatavoladmin
alluvione emilia romagna ristoriagricoltura

A sei mesi dall’alluvione, le aziende agricole dell’Emilia Romagna si preparano a ricevere i primi indennizzi. Si tratta di risorse straordinarie ottenute grazie all’impegno della Commissione europea e al cofinanziamento dello Stato italiano.

Il decreto del ministero dell’Agricoltura, approvato in Conferenza Stato-Regioni, ha predisposto un primo stanziamento di 100 milioni per i danni produttivi alle imprese agricole causati dall’alluvione.

Queste risorse si aggiungono ai 50 milioni messi a disposizione dalla legge 100/2023 per i danni alla zootecnia, e ai 15 milioni resi disponibili dalla Regione Emilia-Romagna per il ripristino dei siti produttivi tramite fondi del Programma di Sviluppo Rurale. 

Complessivamente, dunque, ad oggi i fondi annunciati per le imprese agricole danneggiate ammontano a 50 milioni di euro per danni alle produzioni vegetali gestiti tramite il sistema Agricat, 50 milioni di euro gestiti dalla Regione per danni alle strutture aziendali, alle infrastrutture interaziendali e alle produzioni zootecniche, 100 milioni di euro dal fondo di crisi gestiti dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura e 21 milioni di euro di fondi Psr e CoPSR 2023-27.

Una parte delle risorse sarà destinata alle imprese agricole che hanno avuto danni a causa della siccità prolungata ai siti produttivi e alle mancate produzioni. In caso di ripercussioni dovute sia alla siccità che all’alluvione, le imprese saranno indennizzate per la tipologia di danno di maggiore entità. Sarà Agea l’organismo pagatore nazionale a procedere con l’istruttoria dei provvedimenti per poi avviare gli indennizzi. Per la verifica del procedimento si insedierà un comitato di monitoraggio. 

“È un buon inizio per sostenere aziende agricole fortemente danneggiate” – ha dichiarato l’assessore all’agricoltura della Regione Emilia Romagna Alessio Mammi.

“C’è ancora molta strada da fare, soprattutto per quanto riguarda il ripristino delle infrastrutture viarie, delle frane e di situazioni di grande fragilità che investono i territori dell’appennino, dove è più complesso fare impresa e dove le aziende rivestono anche un’importante funzione di presidio sociale e del territorio”. I danni causati dagli eventi alluvionali che hanno interessato gran parte dei territori emiliano-romagnoli nel periodo compreso tra l’1 e il 17 maggio 2023 sono stati infatti stimati in un miliardo di euro.

Per questo, in merito ai danni provocati dall’alluvione, l’aiuto al settore agricolo sarà ripartito secondo un calcolo sugli ettari di superficie: 130 euro ad ettaro per il pascolo e i prati permanenti; 380 euro a ettaro per i terreni a seminativo; 1.500 euro a ettaro per le colture permanenti. I sostegni sulla siccità saranno invece riconosciuti rispetto ai parametri di danni accertati dalle regioni coinvolte, che sono Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Lazio.

alluvione-agricoltura-ristori

E mentre i ristori si avvicinano, il direttore di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, Luca Gasparini, invita a porre maggiore attenzione al tema della difesa del territorio. 

“Dopo i tragici eventi di maggio – scrive infatti in una nota – l’attenzione delle tante aziende agricole colpite dall’alluvione è ovviamente protesa ai ristori dei danni subiti: l’Ordinanza del Commissario Figliuolo ha recepito le indicazioni che sono arrivate anche dalla nostra organizzazione e ci auguriamo che il 15 novembre la piattaforma Sfinge possa essere finalmente operativa e che le risorse possano arrivare celermente alle imprese. Oltre ai danni diretti, gli imprenditori agricoli si sono fatti carico di interventi onerosi, come la rimozione del fango dai terreni e il ripristino della viabilità intrapoderale, e hanno veramente bisogno di questi ristori. Ma c’è un tema che non può essere rinviato: quello della difesa e della riprogettazione del territorio. Abbiamo purtroppo toccato con mano la sua fragilità e davanti a un clima che cambia rapidamente non possiamo certo aspettare un’altra alluvione per ripensare all’assetto idraulico e infrastrutturale della Romagna”. 

Il Piano di difesa idraulica dell’Emilia-Romagna recentemente approvato dal Commissario Figliuolo è un primo passo per ripristinare almeno le condizioni precedenti l’alluvione e per innalzare le difese del territorio – aggiunge Gasparini – ma con l’imminente arrivo della nuova stagione delle piogge, siamo ancora in attesa di conoscere il cronoprogramma degli interventi: la Regione Emilia-Romagna a quali interventi ha deciso di dare priorità?”. “È quindi necessario un piano articolato, dalla montagna alla costa, per mettere in sicurezza la Romagna” – conclude il direttore dell’associazione. “Gli agricoltori che investono, anche dopo aver visto i loro campi travolti dall’acqua e dalle frane, devono avere le necessarie garanzie che venga fatto tutto il possibile affinché un nuovo fenomeno estremo non abbia più conseguenze così disastrose”. 

 

Ilaria De Marinis
©fruitjournal.com

Articoli Correlati