Orticoltura di qualità: il progetto ValOrto

Partendo dalle popolazioni locali di zucca da inverno, patata dolce e konjac, il progetto punta a sviluppare sistemi innovativi per produzioni orticole di qualità

da uvadatavoladmin
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In Sicilia l’orticoltura rappresenta un comparto produttivo strategico. Tuttavia, fragilità delle aziende e crescente competitività sul mercato internazionale da tempo ne frenano la crescita. Di qui, il progetto ValOrto che in Sicilia, partendo dalle popolazioni locali di zucca da inverno, patata dolce e konjac, punta a sviluppare sistemi innovativi per produzioni orticole di qualità ad elevato valore nutraceutico.

Negli ultimi anni, si è osservata una crescente sensibilità da parte dei consumatori verso le produzioni orticole caratterizzate da qualità, elevato valore nutraceutico, basso rischio tossicologico e ridotto impatto ambientale. Questa crescente consapevolezza ha posto l’accento sull’importanza di migliorare non solo le caratteristiche produttive, fisico-chimiche e nutraceutiche degli ortaggi, ma anche sulla necessità di sviluppare sistemi e tecniche di produzione capaci di limitare l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi tradizionalmente impiegati in orticoltura.

In questo contesto, il presente articolo si propone di presentare il progetto ValOrto che, attraverso un approccio multidisciplinare, mira a trasferire e validare una serie di strumenti per la coltivazione di popolazioni locali di zucca d’inverno, patata dolce e varietà di konjac.

Le popolazioni locali selezionate presentano caratteristiche uniche, quali il basso contenuto calorico, proprietà anti-iperglicemiche, attività anti-ipercolesterolemica e attività prebiotica. L’obiettivo principale del progetto è di migliorare la produzione orticola di queste varietà, creando mix di farine e valutando il valore nutrizionale dei campioni prodotti. Una volta confermati tali effetti, si potranno sviluppare prodotti impiegabili a scopo terapeutico sia nel contesto clinico, che come alimenti funzionali, favorendo specifiche categorie di individui come diabetici, celiaci e soggetti sovrappeso.

Oltre a migliorare la salute e la qualità dei prodotti orticoli, il progetto potrebbe anche avere importanti conseguenze economiche, aprendo nuove prospettive per la creazione di piccole e medie imprese all’interno di questa nuova filiera agricola. Il presente articolo si propone di fornire una panoramica sintetica dei principali obiettivi, approcci e potenziali impatti di questo progetto, evidenziando le sue implicazioni per l’orticoltura di qualità.

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Contesto attuale dell’orticoltura siciliana

In Sicilia l’orticoltura rappresenta un comparto produttivo strategico per importanza economica e per numero di addetti coinvolti. Da più di un ventennio, il comparto affronta criticità che hanno assunto un aspetto più cronico che congiunturale, influendo pesantemente su crescita e sviluppo. Analizziamo singolarmente queste criticità.

Fragilità delle aziende 

Molte delle aziende orticole siciliane sono caratterizzate da una dimensione ridotta e da una struttura frammentata. Ciò comporta una serie di difficoltà nell’adozione di innovazioni tecnologiche, nell’accesso ai finanziamenti e nel miglioramento dell’efficienza produttiva.

Competitività sul mercato internazionale

Nonostante la Sicilia sia una delle principali regioni produttrici di ortaggi in Italia, il settore si confronta con una crescente concorrenza sui mercati internazionali che è necessario affrontare con strategie volte al miglioramento della qualità e all’espansione del paniere di prodotti, all’introduzione continua di innovazioni di prodotto e processo e alla conseguente promozione dei prodotti orticoli realizzati, confrontandosi con competitor sempre più motivati ad ampliare la loro presenza sui mercati esteri.

Inoltre, vi sono due aspetti di particolare importanza che danno contezza della volubilità del settore. Da un lato la costante, ma imprevedibile, fluttuazione dei prezzi e della domanda dei mercati esteri. Questa può rappresentare un rischio per la sostenibilità economica delle aziende orticole più innovative capaci di percepire i cambiamenti nei gusti dei consumatori e di diversificare, anche dal punto di vista salutistico e nutraceutico, i prodotti realizzati. 

Dall’altro, le aziende orticole siciliane si confrontano con le problematiche legate al cambiamento climatico. La Sicilia, infatti, è già caratterizzata da una condizione “limite”. La regione, da sempre caratterizzata da un clima mediterraneo secco, deve oggi fare i conti con gli effetti dei cambiamenti climatici registrati negli ultimi anni come l’aumento delle temperature, le variazioni delle precipitazioni e l’incremento di eventi meteorologici estremi. Tutti questi fattori hanno aggravato la fragilità degli ecosistemi, hanno causato una tropicalizzazione del clima, hanno variato la stagionalità delle produzioni, hanno generato maggiore incertezza circa l’approvvigionamento idrico e hanno incrementato il rischio di avere malattie prima sconosciute. Per tali motivi, dunque, occorre cogliere l’opportunità di ampliare il panorama varietale a disposizione degli orticoltori, includendo specie e cultivar tropicali e subtropicali, al fine di trasformare la sfida in una vera e propria opportunità.

Le sfide del progetto ValOrto 

Lo sforzo del progetto ValOrto, e in particolare del soggetto capofila che l’ha promosso – l’azienda agricola Andrea Vita – e dell’istituto di ricerca privato che ne ha indirizzato e sostenuto gli sforzi, lo I.E.ME.ST. (Istituto Euro Mediterraneo di Scienza e Tecnologia) di Palermo, è stato proprio quello di far diventare le sfide del comparto un’opportunità di crescita puntando su due aspetti.

  • Innovazione tecnologica: il progetto ValOrto  ha puntato sull’adozione di strumenti e tecnologie innovative per migliorare la qualità degli ortaggi e ottimizzare i processi di produzione. L’introduzione di tecniche di coltivazione avanzate, l’uso di sistemi di monitoraggio e controllo ambientale, e l’impiego di metodologie di precision farming hanno contribuito a ottimizzare le rese e garantire la sostenibilità ambientale.
  • Valorizzazione delle produzioni “Glocali: attraverso un approccio multidisciplinare, il progetto da un lato pone l’accento sulla valorizzazione delle produzioni orticole locali, come la zucca d’inverno e la patata dolce, dall’altro prova a inserire nel pedoclima siciliano una specie, mai coltivata prima se non a scopi ornamentali, quale l’Amorphophallus konjac.

Considerata la crescente sensibilità da parte dei consumatori verso produzioni orticole di qualità, elevato valore nutraceutico, basso rischio tossicologico e a ridotto impatto ambientale, è quanto mai urgente non solo migliorare le caratteristiche produttive, fisico-chimiche e nutraceutiche dei prodotti orticoli, ma sviluppare al contempo sistemi e tecniche di produzione in grado di limitare l’impiego di prodotti inquinanti impiegati, convenzionalmente, in orticoltura. Inoltre, negli ultimi anni, la chimica dei radicali liberi ha riscosso una notevole attenzione proprio in virtù dell’importanza rivestita dall’equilibrio tra questi e le sostanze antiossidanti, necessario per una corretta funzione fisiologica del corpo umano. In tal senso, attraverso un approccio multidisciplinare, il progetto intende trasferire e validare una serie di strumenti innovativi per la coltivazione di popolazioni locali di zucca d’inverno e patata dolce e varietà di konjac (ipocalorico, anti iperglicemico, con attività di contenimento della ipercolesterolemia e attività prebiotica). 

Inoltre, il progetto mira alla produzione di mix di farine e alla valutazione degli effetti salutistici di campioni prodotti ad acta. Lo studio di questi effetti può essere sfruttato per la realizzazione di prodotti impiegabili a scopo terapeutico, in ambito clinico, e che possano essere inseriti nel mercato nazionale come alimenti funzionali in grado di favorire diabetici, celiaci e soggetti sovrappeso. Il progetto, inoltre, potrebbe incrementare l’economia locale, fornendo nuovi orizzonti per la creazione di piccole e medie imprese di questa nuova filiera, già a partire dalla produzione agricola.

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Tra le specie di nuovo inserimento vi è senza dubbio  l’Amorphophallus konjac.

Si tratta  di una pianta asiatica – appartenente alla famiglia delle Araceae – da cui si estrae una farina ricca di un polisaccaride complesso, il glucomannano, non assimilabile dall’organismo umano e che ha la capacità di assorbire una grande quantità di acqua (può incrementare il suo volume del 60-80%), trasformandosi così in una mucillagine fluida e vischiosa. Quest’ultima si amalgama al bolo alimentare durante la digestione e, formando un rivestimento non digeribile intorno alle particelle alimentari, ingloba carboidrati e lipidi e ne riduce l’assimilazione da parte dell’organismo.

La specie ha caratteristiche botaniche e esigenze pedoclimatiche particolari, per cui la sua produzione rappresenta una sfida ardua per i soggetti che hanno ideato e promuovono il progetto “ValOrto”. Tuttavia, le peculiari caratteristiche nutraceutiche e salutari rappresentano la possibilità di creare un vantaggio competitivo non solo per le aziende coinvolte nel progetto, ma anche per lo sviluppo e promozione di una nuova filiera agroalimentare di qualità.

Il konjac è una pianta molto particolare poiché, originaria degli strati inferiori delle foreste tropicali dell’Asia, ha le caratteristiche delle piante che crescono in ambienti caldi e umidi, a mezz’ombra e che non sopportano né l’aridità né l’umidità eccessiva. I tuberi sotterranei sono particolarmente suscettibili alle infezioni di Erwinia carotovora che, agente di marciume batterico, provoca danni devastanti alla coltura, ove le condizioni pedoclimatiche ne agevolino la diffusione. Ad attirare l’attenzione della comunità internazionale l’elevato contenuto di glucomannano nei tuberi sotterranei di konjac. La radice di konjac, infatti, è già utilizzata per produrre una serie di alimenti, tra cui troviamo i noodle di konjac (conosciuti come shirataki in Giappone) e i blocchi di gelatina (konnyaku in Giappone), e come addensante alimentare. Il glucomannano estratto dalla radice di konjac è anche utilizzato in integratori alimentari e prodotti per la perdita di peso. Sebbene non esistano dati statistici ufficiali, il mercato globale del glucomannano di konjac è in continua crescita grazie alla sempre maggiore consapevolezza dei consumatori sui benefici per la salute del glucomannano di konjac e grazie alla sua utilizzazione nell’industria alimentare e nei supplementi dietetici.

Già nel 1997 gli Stati Uniti hanno aperto il loro mercato a questo prodotto, conferendo alla farina di konjac lo status di “generalmente riconosciuta come sicura”. La stessa Unione Europea ha riconosciuto la farina di konjac come additivo alimentare nel 1998 e nel 2003. Uno sviluppo che, progressivamente, ha dunque aperto la strada alla coltivazione del konjac al di fuori dei classici areali di coltivazione.

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Dott. Vita Andrea nel campo sperimentale

L’originalità del progetto ValOrto 

Il gruppo operativo ValOrto, con l’obiettivo di inserirsi nella tradizione enogastronomica siciliana, intende associare alle caratteristiche nutraceutiche del konjac quelle della patata dolce e della zucca invernale per mitigare uno dei difetti meno discussi – ma più importanti – del konjac trasformato, ovvero la mancanza di gusto e appetibilità, includendo anche la possibilità di segmentare le produzioni in funzione dei target da raggiungere. 

Sviluppo di prodotti ad alto valore aggiunto 

I risultati del progetto ValOrto  potranno rispondere efficacemente alle diverse e specifiche esigenze della popolazione con particolare attenzione alle problematiche di diabetici, celiaci e soggetti sovrappeso. L’introduzione di alimenti funzionali e terapeutici consentirà così di creare nuove opportunità di mercato in grado di valorizzare prodotti innovativi e differenziati.

Promozione della sostenibilità ambientale

Il progetto ValOrto  si orienta sull’adozione di pratiche di produzione sostenibili e a ridotto impatto ambientale. L’utilizzo di tecniche di coltivazione eco-compatibili, la riduzione dell’uso di prodotti chimici e l’ottimizzazione dell’uso delle risorse idriche sono priorità del progetto. Ciò consentirebbe di rispondere alla crescente sensibilità dei consumatori verso i prodotti orticoli a ridotto impatto ambientale e di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente.

Prospettive future

Le implicazioni di questo progetto, come l’introduzione di colture oggi non presenti sul territorio siciliano (Amorphophallus konjac), sono molteplici e riguardano sia il benessere dei consumatori che la vitalità economica delle imprese della filiera orticola.

La prospettiva di sviluppare alimenti funzionali e terapeutici in grado di rispondere a specifiche necessità dietetiche rappresenta un’opportunità importante per l’agricoltura siciliana, offrendo un vantaggio competitivo di non poco conto sul mercato globale. Allo stesso tempo, l’attenzione verso l’ambiente, la riduzione dell’uso di prodotti chimici e l’ottimizzazione dell’uso delle risorse idriche rendono il progetto ValOrto un modello esemplare di sostenibilità, rispondendo alle aspettative dei consumatori di avere produzioni rispettose dell’ambiente e dei territori e di preservare la risorsa idrica.

In definitiva, ValOrto  è una risposta concreta alle sfide che il settore orticolo siciliano sta affrontando, dimostrando come l’innovazione e la valorizzazione delle risorse locali possano fornire nuove risposte ai bisogni del mercato e della società, creando al contempo valore per le economie locali. Questo progetto rappresenta inoltre un modello replicabile per altre regioni e settori, dimostrando come sia possibile conciliare sostenibilità, qualità e innovazione per creare prodotti di elevato valore aggiunto. Con i suoi obiettivi e le sue prospettive, ValOrto è così esempio eloquente di come, nonostante criticità e difficoltà, la Sicilia possa, ancora una volta, fare la differenza nel panorama orticolo internazionale.

Il Progetto ValOrto  – Valorizzazione di specie orticole ai fini nutraceutici – è stato finanziato ai sensi del programma di sviluppo rurale siciliano 2014/2022 – Misura 16 – Sottomisura 16.1 “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” – Cup G28H20000340009 

 

A CURA DI:
Alberto Forte – Direttore del dipartimento D.A.S.A.M., IEMEST (PA)
Andrea Vita – Titolare dell’azienda agricola GEVA dei F.lli Vita, Favara (AG)
Sonya Vasto – Professore Associato (MED/04) –  Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche (PA)
Giuseppe Vita – Dott. Agronomo (AG)
Emanuele Vita – Dott. Agronomo (AG)
Salvatore Vetro – Biologo, Bioserch srl (AG)
Ubiq srl (PA)
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