Xylella: solo 3400 ettari reimpiantati con ulivi resistenti

Coldiretti Puglia chiede di stabilire una strategia condivisa per accelerata e superamento di vincoli burocratici e paesaggistici

da uvadatavoladmin
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Xylella, Coldiretti Puglia: solo 3400 ettari reimpiantati con ulivi resistenti. Secondo l’associazione urge stabilire una strategia condivisa per accelerata e superamento di vincoli burocratici e paesaggistici.

Sono 386mila gli ulivi delle specie resistenti impiantati in Salento con 3400 ettari interessati dalla rigenerazione.

Numeri troppo bassi che impongono una strategia condivisa per accelerare la ricostruzione e superare gli ostacoli burocratici e i vincoli paesaggistici per ridare il futuro alla più grande fabbrica green del Sud Italia.

È quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, in occasione del tavolo di coordinamento convocato a Lecce presso la sede della Regione Puglia dall’Assessore regionale all’Ambiente Maraschio, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia.
Risultano alla cabina di regia – aggiunge Coldiretti Puglia – dell’Osservatorio fitosanitario regionale 160.000 piante e 1220 ettari reimpiantati con la varietà Leccino e 2170 ettari e 226.000 piante di ulivo FS17 piantumate a seguito di espianto, contro gli oltre 90mila ettari di superficie olivetata che sono stati intaccati in provincia di Lecce dalla Xylella.
“Facciamo un appello accorato ai ministri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e dei Beni Culturali, per il tramite degli assessori regionali Maraschio e Pentassuglia, perché comprendano le ragioni del mondo agricolo che ha bisogno di ripartire e riappropriarsi del proprio futuro imprenditoriale. Resta la vitale necessità liberalizzare tutte le pratiche agronomiche, non condizionando i reimpianti alle sole specie olivicole resistenti, per non vanificare progettualità e finanziamenti per la diversificazione delle filiere agroalimentari e la rigenerazione del Salento”, dichiara Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Lecce.

Nel Salento gli agricoltori sono senza reddito da 8 anni, si contano milioni di ulivi secchi, i frantoi sono stati svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia, sono andati persi 5mila posti di lavoro nella filiera dell’olio extravergine di oliva, con un trend che rischia di diventare irreversibile – dice Coldiretti Puglia – se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare dopo anni di tempo perduto inutilmente il ‘disastro colposo’ nel Salento. Tutto ciò – aggiunge la Coldiretti Puglia – è utile a permettere il ripristino e la nuova creazione di riforestazione al servizio degli operatori e dell’indotto turistico sull’area infetta da Xylella che in Puglia ha colpito 8mila chilometri quadrati di territorio. In questo modo sarà possibile mettere in atto una gestione forestale sostenibile e certificata di area vasta i cui attori potranno essere – spiega Coldiretti Puglia – se opportunamente incentivati, i consorzi forestali capaci di organizzare e coordinare le proprietà private, pubbliche nonché demaniali.

Coldiretti Puglia torna a chiedere con forza alla Sovrintendenza di farsi portavoce al MIBACT affinché il Ministero dei Beni Culturali, di concerto con il Ministero delle Politiche Agricole, liberalizzi i reimpianti perché riconosciuti ‘normale pratica agricola’, per accelerare la ricostruzione del Salento, con la Xylella fastidiosa che ha compromesso 21 milioni di olivi in Puglia.

xylella coldiretti puglia ettari“Continuiamo a non comprendere perché, in barba all’art. 149 del Codice dei Beni Culturali, si chieda – insiste il delegato confederale Piccioni – l’autorizzazione paesaggistica per le attività agricole, considerato che proprio l’articolo 149 solleva dalla richiesta di autorizzazione per ‘gli interventi inerenti l’esercizio dell’attività agro-silvo-pastorale che non comportino alterazione permanente dello stato dei luoghi con costruzioni edilizie ed altre opere civili’”.
La liberalizzazione dei reimpianti con l’adeguata diversificazione colturale è un passaggio fondamentale – aggiunge Coldiretti Puglia – per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, puntando oltre che sulle due varietà resistenti di ulivo, sempre con il supporto della scienza, su altre varietà tipicamente mediterranee, perché bisogna ridare agli agricoltori le chiavi delle loro aziende e il loro futuro, attraverso i reimpianti, gli innesti e la sperimentazione, privilegiando tutte le piante ospiti appartenenti a varietà per le quali vi sia una evidenza scientifica, anche se non definitiva, su tolleranza e resistenza al batterio.

“È essenziale dopo tanti anni il coordinamento fra le parti dello Stato” – ribadisce Coldiretti Puglia.

“Perché anche le risorse del Piano di Rigenerazione destinate alla diversificazione risultano così ostacolate, a partire proprio da quelle assegnate al DAJS che senza i necessari provvedimenti ordinamentali nazionali rallentano le progettualità e i relativi finanziamenti per la diversificazione delle filiere agroalimentari.
Senza deroghe ai vincoli nazionali paesaggisti, idrogeologici e di qualunque altra natura agli espianti per l’area infetta delle zone ormai distrutte dal batterio – aggiunge Coldiretti Puglia – la provincia di Lecce è ingessata e destinata a morire di burocrazia, prima ancora che di Xylella.

Fonte: Coldiretti Puglia
©fruitjournal.com

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