Castagneti sotto stress: la risposta portoghese alla sfida climatica

Una ricerca portoghese mette alla prova due varietà di castagno e svela quale resiste meglio al caldo e alla mancanza d’acqua, aprendo la strada a nuove strategie di adattamento

da f.delvecchio
castagneti

Simbolo di tradizione e biodiversità, il castagno rappresenta un pilastro del paesaggio e dell’economia rurale di molte regioni del Mediterraneo. Oggi però questa coltura storica si trova a fare i conti con un clima sempre più instabile: temperature autunnali oltre la media, piogge irregolari e lunghi periodi di siccità stanno alterando i ritmi naturali di crescita e maturazione, costringendo il comparto a individuare nuove strategie di adattamento. Proprio in questa direzione si muove un team di ricercatori portoghesi, che ha condotto uno studio sperimentale su due ibridi di castagno, Marsol e CA-90, offrendo nuove prospettive per il futuro dei castagneti.

Come è stato svolto l’esperimento sui castagneti

Per capire come i castagneti reagiscono a caldo e siccità, i ricercatori hanno utilizzato piccole piante ibride alte circa 15 centimetri, appartenenti a due varietà: CA-90 e Marsol. Prima dell’esperimento, le piantine sono state micorrizate, ovvero messe in simbiosi con un fungo benefico (Paxillus involutus) che vive sulle radici e le aiuta ad assorbire meglio acqua e nutrienti, aumentando così la resistenza allo stress ambientale.

Dopo una fase di crescita in laboratorio, le piante sono state trasferite all’Università di Porto, dove sono state mantenute in una camera di crescita controllata: temperatura costante di 25 °C, 16 ore di luce e 8 di buio. Qui hanno trascorso una settimana di acclimatazione, necessaria per adattarsi al nuovo ambiente prima dell’avvio del test. Per simulare le condizioni di stress climatico, i ricercatori hanno poi suddiviso le piante in quattro gruppi sperimentali:

  • un gruppo di controllo, mantenuto in condizioni normali;
  • un gruppo sottoposto a stress da calore, con 4 ore al giorno a 42 °C per riprodurre le giornate più torride;
  • un gruppo in stress da siccità, con l’acqua ridotta al 25% del normale;
  • e infine un gruppo in stress combinato, esposto contemporaneamente a caldo e carenza d’acqua.

L’esperimento è durato 28 giorni, durante i quali gli studiosi hanno monitorato crescita, fotosintesi, scambio gassoso, pigmenti e difese antiossidanti per comprendere come le due varietà di castagno reagissero alle diverse condizioni ambientali.

castagneti

Risposte delle piante di castagno CA-90 e Marsol al calore, alla siccità e alla loro combinazione dopo 21 giorni di crescita. ( a ) area fogliare; ( b ) percentuale di nuove foglie; ( c ) contenuto idrico relativo (RWC). Lo stress da calore è stato fornito come esposizione giornaliera per 4 ore a 42 °C, mentre la siccità è stata imposta diminuendo il contenuto idrico relativo del substrato al 25%. I risultati sono espressi come media ± DS (n ≥ 3). I dati sono stati analizzati mediante un’ANOVA a 2 vie, definendo “STRESS” e la “VARIETÀ” come fattori fissi. Ogni volta che si è verificata un’interazione significativa tra i fattori, le differenze tra i gruppi all’interno di una varietà sono visualizzate da lettere diverse sopra le barre (lettere minuscole – CA90; lettere maiuscole – Marsol), sulla base del test post-hoc di Tukey ( p ≤ 0,05). La presenza di un ∗ rappresenta le differenze ( p ≤ 0,05; test post-hoc di Sidak) tra varietà per lo stesso trattamento. Quando l’interazione non era significativa, gli effetti principali semplici sono stati valutati mediante il test post-hoc di Tukey ( p ≤ 0,05), con lettere diverse sopra le barre che indicavano differenze significative.

Marsol batte CA-90

I risultati dello studio hanno messo in luce differenze evidenti tra le due varietà di castagno. Marsol si è rivelata la più resistente, riuscendo a mantenere una buona crescita e un’efficiente attività fotosintetica anche sotto condizioni di stress. Questa varietà ha saputo gestire meglio l’acqua nelle foglie e attivare meccanismi di difesa antiossidante più efficaci, capaci di limitare i danni cellulari provocati dalla siccità e dalle alte temperature. Inoltre, ha prodotto quantità maggiori di prolina e vitamina C, due sostanze fondamentali per aiutare la pianta a sopravvivere nei periodi di carenza idrica.

CA-90, al contrario, ha mostrato una maggiore vulnerabilità, in particolare quando l’acqua scarseggiava. Le sue foglie hanno perso più rapidamente umidità, la fotosintesi si è ridotta in modo significativo e si sono registrati chiari segnali di stress ossidativo, con danni cellulari più evidenti.

Cosa significa per il futuro del castagno

In sintesi, Marsol emerge come la varietà più promettente per affrontare le condizioni climatiche estreme e si candida come portinnesto ideale per i castagneti del futuro. Gli studiosi, tuttavia, mettono in guardia: la presenza delle micorrize potrebbe aver parzialmente attenuato gli effetti dello stress, soprattutto nella varietà CA-90. Per questo saranno necessari nuovi studi, basati su analisi molecolari e prove in campo, per confermare i risultati e individuare genotipi di castagno sempre più resilienti. In attesa di ulteriori conferme, la ricerca portoghese traccia una direzione chiara: puntare su innovazione e conoscenza scientifica per proteggere una coltura che è parte dell’identità paesaggistica e culturale del Mediterraneo. Solo così, anche in un clima che cambia, i castagneti potranno continuare a vivere e a dare frutti.

Federica Del Vecchio
© fruitjournal.com

Articoli Correlati