Il castagno europeo (Castanea sativa), detto anche “castagno dolce”, non ha più segreti, almeno dal punto di vista cromosomico. La Fondazione Edmund Mach, infatti, dopo mesi di studi, ha decifrato il codice genetico della specie. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista “Bmc Genomic Data” ed è il risultato di un progetto condiviso e coordinato da altri enti, da Nord a Sud dell’Italia, tra cui il Cnr di Porano, il Crn di Firenze, l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Torino, l’Università di Bologna e infine il National Biodiversity Future Centre di Palermo. Un’attività di ricerca resa possibile prima grazie a un crowdfunding e successivamente con la stipula di un accordo di ricerca e cooperazione tecnologico denominato “European Chestnut Genome”, siglato nel 2022.
È il primo genoma di Castanea sativa sequenziato e assemblato a livello cromosomico, al contrario di altri già disponibili per Castanea crenata (castagna giapponese) e Castanea mollissima (castagna cinese). Il castagno europeo è l’unica specie autoctona di Castanea in Europea ed è un albero di alto valore economico che fornisce oltre ai frutti, anche un legno pregiato.
Quest’ultimo rientra nella famiglia delle Fagacee ed è una specie originaria dell’Europa centro-meridionale (Penisola iberica settentrionale, Francia meridionale, Italia centro-settentrionale e Penisola balcanica meridionale) e dell’Asia Minore. La C. sativa si è però diffusa in varie aree temperate di tutto il mondo, come il Sud America e l’Australia.
Lo studio ha preso in considerazione l’assemblaggio del genoma nucleare del “Marrone di Chiusa Pesio”, un’antica varietà italiana di castagno.
Il castagno “Marrone Chiusa di Pesio” è un albero che può raggiungere anche i trenta metri di altezza, ha una corteccia grigia con foglie lanceolate. Cresce bene in terreni acidi, fertili e profondi, mentre non sopporta i terreni calcarei. La scelta è ricaduta su questo genotipo proprio per le sue qualità eccezionali, come il peso delle castagne che è superiore alla media, i frutti monoembrionali e la cuticola sottile e facile da rimuovere.
È l’ultimo risultato di una serie di ricerche e di scoperte della Fondazione Edmund Mach.
L’ente, infatti, aveva già decifrato altri codici genetici, come quello della vite, del melo, della fragola, del lampone, del pero, della noce, di Drosophila suzukii, Plasmopara viticola, abete bianco e limone. Il genoma, così decifrato, potrà diventare una risorsa fondamentale per uno studio più approfondito della storia evolutiva e dei processi di domesticazione di questa specie. Inoltre, servirà a chiarire su che basi genetiche si fonda la resistenza e/o la suscettibilità ai patogeni e agli stress ambientali. Infine, fornirà un supporto per chi vorrà svolgere attività di selezione e di miglioramento delle varietà di castagno.
Silvio Detoma
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