Suolo, cause fisiologiche e molecolari della stanchezza

La stanchezza del suolo è un fenomeno complesso che non si può attribuire solo all’esaurimento dei nutrienti, ma coinvolge profondi cambiamenti fisiologici e molecolari nelle piante.

da Ilaria De Marinis

La stanchezza del suolo, nota anche come “soil sickness” o “soil fatigue”, è un fenomeno complesso che si manifesta con una progressiva riduzione della produttività delle colture, spesso osservata nei sistemi agricoli caratterizzati da monocultura continua. Questo declino produttivo non è attribuibile solo all’esaurimento dei nutrienti, ma coinvolge profondi cambiamenti fisiologici e molecolari nelle piante, nonché alterazioni nella comunità microbica del suolo. Le cause fisiologiche includono disordini ormonali e metabolici, mentre a livello molecolare si osservano anomalie nell’espressione genica e nell’accumulo di composti autotossici. Tali squilibri compromettono la crescita, la resistenza agli stress e la capacità delle piante di interagire positivamente con l’ambiente edafico. Comprendere i meccanismi alla base della stanchezza del suolo è essenziale per sviluppare strategie sostenibili che ne contrastino gli effetti e promuovano un’agricoltura resiliente e produttiva.

Disordine dell’espressione genica

Le piante coltivate in monocoltura mostrano spesso alterazioni a livello genetico e fisiologico che influiscono sulla loro crescita e capacità di difesa. Studi hanno dimostrato che, in condizioni di monocoltura, l’espressione genica delle piante è alterata, portando a una regolazione anomala dei processi metabolici e fisiologici. Queste alterazioni aumentano i livelli di stress ossidativo nelle piante, con la conseguente produzione di radicali liberi, che contribuiscono a ridurre le prestazioni vegetative e la salute generale delle piante.

Alterazioni ormonali

Nelle piante coltivate in monocoltura si osserva un significativo squilibrio nei livelli di ormoni endogeni, come l’acido indolacetico (IAA) e l’acido abscissico (ABA). Tali alterazioni ormonali sono strettamente legate ai disturbi metabolici che portano a una riduzione della fotosintesi e della crescita. Nella fase di germinazione, il contenuto di ABA è significativamente più elevato nelle piante in monocultura continua rispetto a quelle di nuova piantagione. Questo non favorisce la crescita delle piante, poiché l’alto contenuto di ABA nelle foglie durante le prime fasi di crescita spesso induce la chiusura degli stomi, riducendo l’attività fotosintetica. Tuttavia, nella fase di allungamento radicale, il contenuto di IAA nelle piante in monocultura continua è significativamente inferiore rispetto alle piante di nuova piantagione. Pertanto, la monocultura continua altera l’equilibrio degli ormoni endogeni, portando a disturbi metabolici e fisiologici che influenzano la normale crescita e lo sviluppo delle piante. Le variazioni nel metabolismo fisiologico specifico e/o negli ormoni endogeni rappresentano una risposta delle piante allo stress ambientale, regolata dell’espressione dei geni correlati.

Soluzioni e strategie di controllo per affrontare la stanchezza del suolo

Le strategie per affrontare la stanchezza del suolo devono integrare tecniche agronomiche sostenibili e, in futuro, approcci biotecnologici avanzati. La gestione oculata delle rotazioni colturali, il costante impiego di agenti microbici per il controllo delle malattie, l’uso di colture geneticamente migliorate e concimazioni adeguate alle esigenze delle colture rappresentano soluzioni promettenti per mantenere la salute del suolo a lungo termine. Pertanto, un approccio interdisciplinare che coinvolga Agronomia, Patologia Vegetale, Chimica Agraria, Microbiologia e Genetica Agraria sarà cruciale per sviluppare approcci più efficaci e sostenibili. La stanchezza del suolo rimane una sfida complessa per l’agricoltura moderna, richiedendo approcci olistici e interdisciplinari per garantire efficienza produttiva e la sostenibilità a lungo termine degli ecosistemi agricoli.

Rotazione delle colture

La rotazione delle colture è uno dei metodi più antichi ed efficaci per alleviare la stanchezza del suolo. Alternando colture diverse, si interrompe il ciclo di accumulo di patogeni e di composti tossici, migliorando la fertilità del suolo. Le colture con radici profonde e le leguminose sono particolarmente utili per ripristinare l’equilibrio del suolo, poiché contribuiscono a migliorare la struttura del terreno e a fissare l’azoto, un nutriente fondamentale per la crescita delle piante.

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Migliorare la qualità del suolo con policoltura e ammendamenti organici 

La policoltura, ovvero la coltivazione di diverse specie vegetali nello stesso campo, riduce significativamente l’incidenza della SS. Essa imita gli ecosistemi naturali, dove diverse specie coesistono, riducendo la competizione intra-specifica e limitando lo sviluppo di malattie e parassiti. Gli ammendamenti organici, come il compost e il letame, aiutano a migliorare la qualità del suolo, aumentando la biodiversità microbica e fornendo nutrienti essenziali per le colture, favorendo così un equilibrio biologico più sostenibile.

Miglioramento genetico per colture resistenti

Il miglioramento genetico rappresenta una delle aree di ricerca più promettenti per superare la SS. Le colture resistenti a patogeni e agli effetti negativi delle autotossine possono essere sviluppate attraverso tecniche avanzate di selezione genetica. Tuttavia, questa strategia richiede una profonda comprensione delle interazioni tra piante, suolo e patogeni, oltre alla necessaria valutazione degli effetti ecologici a lungo termine di tali interventi.

Innovazioni biotecnologiche

Le biotecnologie, inclusa la manipolazione del microbioma del suolo e l’editing genomico delle piante, offrono nuovi strumenti per contrastare la stanchezza del suolo. Il ripristino della biodiversità microbica attraverso inoculi di microrganismi benefici può migliorare la salute del suolo e favorire la crescita delle colture. Inoltre, gli interventi di editing genomico delle piante potrebbero ridurre la produzione di sostanze autotossiche, offrendo nuove soluzioni per la gestione dei terreni agricoli.

 

A cura di: Franco Nigro
© fruitjournal.com

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