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La stagione cerasicola 2025 in Puglia si è aperta tra luci e ombre. L’inverno mite, con temperature al di sopra della media stagionale, ha portato molte varietà a una fioritura precoce. Un anticipo che – con gli improvvisi ritorni di freddo delle settimane scorse – in alcune zone ha messo a rischio la produzione delle ciliegie pugliesi. Ma d’altronde, quello che si legge è un copione che purtroppo si ripete sempre più spesso, dove gli attori sono sempre loro: clima anomalo, stress climatici e un comparto produttivo che fatica ad adattarsi.
In questo contesto, cercare di prevedere cosa riserverà la stagione ormai alle porte non è semplice, e l’ottimismo rischia di vacillare. Ma per avere una fotografia attuale, abbiamo parlato con Vito Tricarico, produttore e direttore commerciale dell’azienda agricola Tricarico’s Cherries, con sede a Casamassima (BA). L’azienda, fondata nel 2004, è specializzata nella coltivazione di ciliegie, spaziando dalle precoci Bigarreau alle intermedie Giorgia, Star e Sweet®, fino alla regina delle varietà pugliesi: la Ferrovia.
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Come si presenta la stagione 2025 per le ciliegie pugliesi?
Per le varietà precoci come Bigarreau, Grace Star e Giorgia la situazione è piuttosto buona: la produzione si prevede soddisfacente e anche dal punto di vista qualitativo ci sono buone aspettative. Diversamente, con la ciliegia Ferrovia iniziano le preoccupazioni: quest’anno, come già lo scorso, ci aspettiamo infatti una produzione ridotta. La ragione non è tanto da ricercare nell’abbassamento improvviso delle temperature nelle ultime settimane, quanto piuttosto nel mancato raggiungimento del fabbisogno in freddo per la coltura a causa dell’inverno mite registrato. La Ferrovia ha bisogno di circa 700 ore di fabbisogno in freddo – ovvero temperature sotto i 7 °C – per un corretto sviluppo delle gemme e ormai da tempo queste condizioni non si verificano più con regolarità. E a questo si aggiungono poi altre variabili, come la mancata impollinazione, che ha determinato una riduzione dei frutti disponibili. Insomma, le cause sono molteplici e tutte riconducibili alle conseguenze del cambiamento climatico in atto.
Come si traduce tutto questo a livello produttivo?
Per ora possiamo parlare solo dei volumi, che certamente saranno inferiori rispetto alle aspettative, almeno per la Ferrovia. La qualità, invece, è ancora tutta da valutare, ma spesso quando c’è meno prodotto sugli alberi, il frutto raggiunge calibri superiori e un sapore più apprezzato. Quindi potremmo anche avere delle ciliegie eccellenti, pur in una stagione con volumi limitati. Per la conferma bisognerà comunque attendere l’avvio delle operazioni di raccolta che dovrebbero partire tra il 5 e il 10 maggio con gli stacchi delle varietà precoci come la Bigarreau.
Questo potrebbe significare un buon successo di mercato?
Siamo ottimisti. Per quanto ci riguarda, il modello di vendita diretta che da qualche anno abbiamo introdotto funziona e ogni anno cresce. Abbiamo gruppi d’acquisto fidelizzati in cinque città del Centro Italia – Roma, Perugia, Terni, Ancona e Lecce – che ci seguono da anni. Le persone prenotano settimana dopo settimana, seguendo il ritmo naturale della raccolta. È una filiera corta, che ci permette di raccontare il prodotto e mantenere alta la qualità percepita, a conferma di quanto siano apprezzate le ciliegie pugliesi. Poi c’è da considerare che in Puglia molti ciliegeti sono stati abbandonati. Un fenomeno che riflette le difficoltà in cui versa il comparto, non tanto per questioni commerciali, quanto produttivi. Tra cambiamenti climatici, Drosophila suzukii, grandinate e fioriture irregolari, ogni anno il mondo delle ciliegie pugliesi è chiamato a dover affrontare serie criticità. Paradossalmente, però, la scarsità di prodotto che ogni anno sembra verificarsi è ciò che tiene viva la filiera, mantenendo alta la domanda. In tal senso, chi riesce a produrre, riesce anche a vendere bene.
In questo contesto, come si potrà invertire il trend e tornare a restituire forza al comparto delle ciliegie pugliesi?
La chiave – almeno secondo la nostra visione aziendale – è la sperimentazione. Stiamo già lavorando su nuove varietà con esigenze climatiche diverse: per le precoci puntiamo sulla Nimba® e sulla Royal Tioga®, tra le intermedie stiamo testando la serie Sweet®, come la Sweet Lorenz® e la Sweet Gabriel®, oltre alla Grace Star. Per la Ferrovia temiamo che presto si renderà necessaria una sostituzione, ma non è facile: è una varietà iconica, con una qualità e un’identità che il mercato riconosce. Il clima – d’altro canto – non perdona e noi dobbiamo iniziare a prepararci. In tal senso, stiamo innestando alcune piante con la Sweet Saretta®, ma siamo ancora nella fase esplorativa. La Ferrovia resterà centrale per almeno i prossimi cinque anni, ma chi fa ciliegie oggi deve avere il coraggio di guardare avanti. Serve innovazione: varietale e gestionale. Solo così il comparto potrà non solo resistere, ma provare a crescere con forza e visione.
Ilaria De Marinis
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