Si è tenuto ieri, giovedì 23 maggio 2024, a Bari, l’evento di divulgazione scientifica “Xylella fastidiosa: quali opportunità dai progetti di ricerca nazionali”, organizzato dall’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR (CNR-IPSP), coordinatore dei progetti REACH XY e OMIBREED.
Strutturato in tre sessioni, il convegno è stato occasione di approfondimento e analisi di alcune delle principali iniziative di ricerca dedicate a Xylella fastidiosa nazionali e internazionali.
“Iniziative come queste ricordano l’importanza del coinvolgimento di diversi enti e istituti di ricerca che insieme svolgono un ruolo chiave nello sviluppo di strategie di contrasto alla diffusione di Xylella, supportando così le autorità fitosanitarie” – queste le parole d’apertura, affidate al dott. Donato Boscia, responsabile IPSP del CNR di Bari, che ha così dato il via al convegno.
LA PRIMA SESSIONE
Dopo i saluti istituzionali, il convegno – moderato dalla dott.ssa Luisa Rubino del CNR-IPSP di Bari – è entrato nel vivo con l’intervento del dott. Donato Boscia, che ha fornito un aggiornamento sull’evoluzione dell’epidemia di X. fastidiosa in Puglia meridionale e sui recenti ritrovamenti del batterio nel barese. Come evidenziato dal responsabile dell’IPSP del CNR, analizzando il trend degli ultimi 10 anni, si registra un rallentamento significativo della diffusione del batterio verso la parte nord della zona infetta. Nei siti monitorati dalle autorità fitosanitarie si registra una forte riduzione del serbatoio di inoculo caratterizzato dalla presenza di sputacchine infette. Proseguendo nel suo intervento, l’esperto ha poi posto l’accento sul ritrovamento del focolaio di X. fastidiosa subsp. fastidiosa in agro di Triggiano (BA) e della subsp. multiplex – meno aggressiva – nel comune di Santeramo in Colle (BA), sottolineando come “in Puglia vi sia la compresenza di più genotipi del batterio, la cui distanza geografica e genetica, però, ne esclude la derivazione da una mutazione genetica dalla subsp. pauca”.
Dall’aggiornamento Xylella a livello pugliese si è quindi passati allo stato dell’arte della ricerca in Europa. Collegata da remoto, la prof.ssa Blanca Landa, ricercatrice del Csic-las di Cordoba (Spagna) ha infatti illustrato il progetto BeXyl (Beyond Xylella), volto a creare una comunità di scienziati e utenti finali – tra cui agricoltori e politici – per ridurre la distanza tra ricerca e applicazioni sul campo. Sono seguiti gli interventi dei ricercatori dell’IPSP del CNR Pasquale Saldarelli e Angelantonio Minafra che hanno invece illustrato rispettivamente il progetto BIOVEXO, incentrato sulla ricerca di soluzioni valide per il biocontrollo di Xylella, e il progetto FREE@POC con i relativi risultati sulla diagnosi on site.
LA SECONDA SESSIONE
Dopo una breve pausa, il convegno è ripreso con la seconda sessione, che ha posto l’accento sui progetti OMIBREED e REACH-XY e sui contributi degli istituti di ricerca pugliesi nell’ambito del lavoro finanziato dal Masaf.
Relativamente a OMIBREED, progetto nato con l’obiettivo di consolidare le ricerche in corso sulla resistenza genetica a Xylella fastidiosa nelle colture di interesse mediterraneo più minacciate da questa emergenza fitosanitaria, è intervenuta la dott.ssa Soraya Mousavi del CNR – Istituto di Bioscienze e Biorisorse di Perugia. Dopo aver offerto un quadro sul patrimonio genetico che caratterizza il genere Olea, l’esperta ha infatti sottolineato l’importanza del progetto al fine di arrivare presto ad “aggiungere altre varietà resistenti per contrastare il patogeno” e “affrontare le minacce fitosanitarie e climatiche del futuro”. In tal senso si è inserito anche il contributo della dott.ssa Annalisa Giampetruzzi del CNR-IPSP di Bari sullo studio dei meccanismi di resistenza e dei programmi di miglioramento genetico.
A seguire, spazio è stato dedicato al progetto 1LiveXylella, presentato dalla prof.ssa Luisa Torsi, ricercatrice del dipartimento di Chimica di Bari, che prevede lo sviluppo di tecnologie portatili e di protocolli innovativi per la diagnosi ultrasensibile di Xylella fastidiosa in piante e vettori. Proseguendo, attraverso la relazione del prof. Giuseppe Lima – ricercatore del dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti del’Università del Molise è stato presentato il progetto INTEGROLIV, il cui obiettivo è quello di definire protocolli di gestione integrata che includano nuovi prodotti, congiuntamente a interventi agronomici e fitosanitari stabiliti dal servizio fitosanitario della regione Puglia. A conclusione della seconda sessione, il dott. Daniele Cornara, ricercatore del DiSSPA dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, ha infine mostrato al pubblico il progetto SOS. Lavoro di ricerca che, attraverso la caratterizzazione delle interazioni tra insetto vettore e agroecosistema e tra insetto vettore e pianta, intende individuare strategie per interferire nell’interazione insetto-pianta al fine di ridurre le infezioni.
LA TERZA SESSIONE
La giornata si è infine conclusa con un focus sui caratteri innovativi del piano sperimentale del progetto REACH-XY “Research actions for reducing the impact on agricultural and natural ecosystems of the harmful plant pathogen Xylella fastidiosa”. A parlarne il dott. Rocco Caliandro dell’Istituto di Cristallografia del CNR di Bari, il prof. Michele Morgante dell’Istituto di Genomica Applicata e Università del Molise e i professori Fernando Pliego e Josè A. Mercado dell’Università di Málaga. Partendo dalla progettazione di agrofarmaci basata sulla struttura per il controllo delle infezioni batteriche delle piante, gli interventi degli esperti hanno quindi illustrato l’analisi del pangenoma dell’olivo, strumento indispensabile per colmare il gap di conoscenze su genomica funzionale e diversità genetica, fino ad arrivare agli approcci biotecnologici per le attività di breeding dell’olivo.
Conclusioni
A distanza di circa 11 anni dal primo ritrovamento di Xylella fastidiosa negli oliveti del Salento, il convegno “Xylella fastidiosa: quali opportunità dai progetti di ricerca nazionali” ha così ribadito l’importanza del coinvolgimento di diversi enti e istituti di ricerca che, lavorando insieme nello sviluppo di strategie di contrasto alla diffusione di Xylella, permettono oggi di offrire un supporto in più alle autorità fitosanitarie e ipotizzare scenari diversi per il futuro dell’olivicoltura non solo italiana, ma europea.
Donato Liberto
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